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I “ribelli” siriani taroccano la solidarietà

E’ stata reclamizzata come una marcia mondiale per i bambini siriani promossa dall’Unicef, agenzia Onu, sotto la bandiera verdebiancanera con tre stelle dell’opposizione armata, un vessillo non riconosciuto dall’Onu. Strano, no?

La tappa italiana della “Marcia internazionale di solidarietà con i bambini della Siria”, del 17 novembre, è prevista a Bologna. Organizza il “Comitato 17 Novembre 2012” il quale si definisce “organismo creato ad hoc da un gruppo di siriani e amici della Siria in Italia, che aderiscono ad associazioni, enti e partiti diversi e che si sono uniti sotto la bandiera dell’indipendenza siriana per garantire il successo dell’evento e rompere il muro di silenzio che circonda il genocidio dei bambini siriani”. Campeggia infatti nella locandina dell’evento la bandiera adottata durante il mandato francese (1920-1946), anziché quella ufficiale della Siria, rappresentata all’Onu.

Il Comitato precisa che la marcia si terrà in 47 città del mondo (in realtà concentrate in: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Australia, Svezia, Danimarca, Canada quanto a Occidente; e Libia, Tunisia, Egitto quanto ai paesi arabi; poi i campi profughi in Turchia). Sempre secondo la locandina, la manifestazione mondiale è “promossa dall’Unicef e dalla Syrian American Alliance” (la pagina facebook – consultata ancora nel pomeriggio del 6 novembre) è http://it-it.facebook.com/Comitato17Novembre2012).
Il sito dei promotori internazionali, cioè la Syrian American Alliance (basata negli Usa) è http://walk4childrenofsyria.org. Lì, sempre con il corredo delle bandiere dell’opposizione, si spiega: “La marcia vuole creare consapevolezza sulla catastrofe umanitaria in Siria e procurare fondi vitali per i bambini che soffrono sotto la dittatura di Bashar al-Assad che sopprime una rivoluzione per la libertà, la dignità e la democrazia. Migliaia di bambini sono stati vittime degli attacchi indiscriminati che caratterizzano la sanguinosa repressione del regime. Crimini brutali hanno ucciso oltre 2.500 bambini”, dando a intendere – al di là della cifra non verificata – che siano stati i pro governativi a fare tutti i morti. Del resto una delle organizzazioni che formano la Syrian American Alliance, il Syrian American Council, in un video sostiene che “il regime uccide chiunque si opponga” e non parla mai di gruppi armati. Altre osservazioni sul sito statunitense sono ovvie: “La escalation della violenza, la distruzione dei servizi e dei mezzi di sussistenza minacciano di peggiorare la situazione dei bambini”.  Già in luglio gli organismi dell’Onu stimavano in 1,5 milioni i siriani bisognosi di assistenza; metà di loro sono bambini e ragazzi.  Il sito, all’insegna anch’esso della bandiera “precedente”, specifica che “il ricavato dell’evento sarà usato per sostenere le vittime della violenza in cooperazione con l’Unicef”. 

Qualche giorno fa sul sito campeggiava il simbolo dell’Unicef, a corredo di questa dichiarazione. Adesso non più.
Gli  organizzatori in Italia, invece, continuano a parlare di “Unicef che promuove”, e il noto simbolo della mamma e del bambino campeggia tuttora.

Ma finalmente l’Unicef si è accorto dell’uso del suo simbolo e ha reagito. Sapendo anche bene che, almeno ufficialmente, un organismo onusiano non può sostenere iniziative che fin dai simboli operano per un cambio di regime, a mano armata oltretutto.  
Ed ecco allora il comunicato internazionale dell’agenzia dell’Onu, da Ginevra.  Ginevra, 6 novembre 2012 – L’Unicef è a conoscenza del fatto che in diversi Paesi del mondo si sta organizzando per sabato 17 novembre una Marcia internazionale di solidarietà per i bambini della Siria. Gli organizzatori di questa iniziativa hanno usato il nome e l’emblema dell’Unicef nella loro attività promozionale. L’Unicef desidera precisare che non patrocina né promuove in alcun modo questo evento, non ha autorizzato l’impiego del proprio nome e logo e ha proceduto a richiedere agli organizzatori della marcia di rimuovere nome e logo dell’Unicef  da tutti i loro materiali. L’Unicef sta prestando assistenza umanitaria a centinaia di migliaia di bambini siriani in diverse aree del Paese, e ai rifugiati siriani presenti nei Paesi confinanti. Il nostro sostegno è fornito sulla base delle necessità, senza alcuna valutazione politica o di altro ordine”.

Dunque gli organizzatori della Marcia, soprattutto quelli in Italia, stanno strumentalizzando a fini politici lo stesso simbolo dell’Unicef. E, ancor peggio, le sofferenze dei bambini siriani. La marcia italiana è che non cita la guerra in corso come causa del “genocidio”. Non chiede la fine degli scontri perché non si ammette che ci siano scontri. Eppure è la guerra a fare la disgrazia dei bambini siriani. E nel “chi uccide chi e quanti”, bambini o adulti, il ruolo delle bande armate non è contemplato…Fra i sostenitori della marcia che si terrà a Bologna c’è il gesuita Paolo Dall’Oglio, che in un video invita a partecipare “contro il fascismo”. Del resto ormai egli si schiera apertamente con l’Esercito siriano libero e in più occasioni ha chiesto sostegno esterno per i gruppi armati, sostenendo che questi difendono i civili. Un’affermazione che si scontra con la realtà riportata ormai anche dai media: attentati kamikaze, uccisioni mirate, stragi. E’ così che si appoggia la prosecuzione delle ingerenze e della violenza. Anche sui bambini.

 
PS.  Riportiamo, fra i siti sostenitori della Marcia, il link http://www.you-ng.it/blog/3858-in-47-citt%C3%A0-del-mondo,-il-17-novembre,-in-marcia-per-i-bambini-siriani.html. Perché? Perché riassume gli argomenti della propaganda fortissima gridata dai sostenitori fuori Siria dei gruppi armati, sotto il vessillo dell’umanitarismo e dei bambini.  Ecco qui: “Dai tempi della Guernica rasa al suolo da Hitler mai si era registrata una simile ferocia contro la popolazione civile da parte dell’esercito che avrebbe il compito di difenderla”.  Ignorando bellamente la presenza in Siria di gruppi armatissimi appoggiati da mezzo mondo, il sito parla tuttora di “popolo inerme lasciato disperatamente solo dal mondo che vuole mantenere un dittatore al potere”, e poi dà cifre in libertà: “oltre 200.000 prigionieri politici, più di mille morti sotto tortura; 75.000 sono gli scomparsi e si teme di ritrovarli in futuro in fosse comuni”.

* da http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1114

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