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Grecia: la troika uccide. Depressione e suicidi alle stelle

Depressione quasi triplicata e un tasso di suicidi aumentato di ben il 17% in 3 anni, dal 2008 al 2011. E c’è da aspettarsi che negli ultimi mesi la situazione sia ulteriormente peggiorata, dato il degrado economico e civile causato nel paese dalla cura della ‘troika’ a base di tagli, licenziamenti e austerity. Una situazione che fa parlare gli psicologi greci, alcuni dei quali presenti nei giorni scorsi a Milano al Congresso dell’Associazione mondiale di Riabilitazione Psicosociale, di una ”vera emergenza umanitaria e sociale”. L’università di Atene ha condotto una ricerca, con interviste telefoniche, su un campione di 2.197 persone nel 2008 e 2.256 nel 2011. ”Abbiamo potuto così verificare – spiega Marina Economou, una delle autrici dello studio – che l’impatto della crisi finanziaria è stato pesante sulla popolazione. Nel 2008 la depressione maggiore era presente nel 3,3% degli intervistati, mentre nel 2011 è salita all’8,2%. Una tendenza riscontrabile in tutte le fasce d’età e soprattutto tra i giovani”. Dal 2008 al 2011, infatti, la prevalenza di depressione tra i 25 e i 34 anni è passata dal 3,8% al 13,6%. La diagnosi di depressione è risultata più frequente tra le persone che avevano avuto maggiori difficoltà economiche, o che assumevano farmaci. E sono aumentate enormemente anche le chiamate ai servizi telefonici di supporto psicologico. Anche sul fronte dei suicidi i dati sono allarmanti. ”Secondo le cifre del ministero degli Interni – aggiunge Stelios Stylianidis, Professore di Psichiatria sociale alla Panteion University di Atene – dal 2007 al 2011 c’è stato un aumento di suicidi del 17%, e del 36% dei tentativi di suicidio. A incidere è la mancanza di speranza nel futuro delle persone, senza contare che la carenza e la riduzione dei servizi di salute mentale fa la sua parte”.

Il sistema pubblico di salute mentale in Grecia rischia il collasso. Quest’anno infatti è stato deciso un taglio del 50% dei finanziamenti dal Governo greco e moltissimi pazienti vengono già abbandonati a se stessi. A spiegare la situazione è stato a Milano Stelios Stylianidis, professore di psichiatria sociale all’università Panteion di Atene: ”Da circa 22 anni l’Unione europea finanzia la riforma della psichiatria in Grecia, che ha portato alla chiusura di vari manicomi (5 su 9 grandi) e l’implementazione di servizi di salute mentale di comunità. Negli ultimi 15 anni oltre 3.500 pazienti sono andati in strutture residenziali, lasciando i manicomi, mentre altri 100mila sono seguiti esternamente presso centri diurni e unità mobili di salute mentale”. Ma tutto il sistema e la riforma avviata rischiano ora di naufragare con il taglio dei fondi. ”Con la riduzione del 50% dei finanziamenti – ha proseguito Stylianidis – i pazienti esterni rischiano di essere abbandonati a se stessi e che gli altri tornino nei manicomi”. “Tra l’altro dal 1° luglio gli operatori della salute mentale non sono pagati. Non si può tornare indietro di 20 anni e annullare una riforma” ha denunciato Stylianidis.

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