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L’Olanda arresta 55 kurdi. La Turchia ordina, l’UE obbedisce

Così le agenzie di stampa italiane hanno riportato la notizia:

La polizia olandese ha arrestato oggi 55 presunti membri del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK),
organizzazione che rientra sulla lista delle organizzazioni considerate terroriste dall’Ue, mentre partecipavano a una
riunione segreta nel sud-ovest dei Paesi Bassi. Lo ha annunciato l’ufficio della Procura dei Paesi Bassi.
“La polizia olandese ha interrotto questa mattina una riunione segreta del Pkk a Zelande (provincia del sud-ovest dei Paesi Bassi, ndr)”, nel paese di Ellemeet, ha indicato la procura in un comunicato. All’operazione hanno preso parte 150 agenti, appoggiati da un elicottero. La riunione segreta, iniziata venerdì, avrebbe dovuto durare una settimana, secondo la stessa fonte. “Il Pkk recluta giovani curdi, fra cui anche dei minori, per la lotta contro l’esercito turco, anche nei Paesi Bassi”, ha specificato la procura in un comunicato. 

Di seguito invece il comunicato della Comunità Curda di Roma e della Rete Italiana di Solidarietà col Popolo Kurdo

Il 6 dicembre scorso, nella cittadina olandese di Zeeland, sono stati tratti in arresto 55 giovani che festeggiavano l’anniversario della fondazione del movimento di liberazione kurdo, chiedevano la fine dell’isolamento in carcere per il presidente Abdullah Öcalan e l’avvio di un negoziato che porti a uno statuto per il Kurdistan in Turchia. Dopo la Francia e la Germania, quindi, che si distinguono per lo zelo con cui reprimono le proteste dei kurdi residenti nei rispettivi paesi, anche l’Olanda mostra di lasciarsi condizionare dalla Turchia, passando sopra alla sua stessa tradizione di tolleranza verso la libertà di pensiero e di espressione. Mentre la maggior parte dei giovani è stata rilasciata, nove sono ancora in stato di arresto e dovranno comparire innanzi alla corte di Rotterdam con l’accusa di sostenere un movimento “terroristico”, lo stesso tipo di accusa con cui la Turchia processa e reprime l’opposizione kurda nel proprio paese.

Solo negli ultimi cinque giorni sono state tratte in arresto in Turchia 155 persone con accuse simili; dal 2009 ad oggi sono state incarcerate circa 10.000 persone. E ora cominciano a fioccare le condanne: il 10 dicembre scorso Ferit Çelik, sindaco di Karliova nella provincia di Bing?l, insieme a un consigliere comunale e a un dirigente locale del BDP (Partito della Pace e della Democrazia) sono stati condannati a 8 anni e 9 mesi di reclusione per sostegno a un’organizzazione “terroristica”.

Per mostrare la propria solidarietà nei confronti dei giovani arrestati e per ribadire la pacifica volontà e determinazione nel chiedere i propri diritti fondamentali, negati e repressi nel proprio paese, che li vede costretti all’esilio in Europa, la comunità kurda in Italia invita i cittadini a partecipare a un presidio davanti all’Ambasciata olandese, venerdì 14 Dicembre, dalle 11.00 alle 13.00, in via Aldrovandi all’angolo con via Michele Mercati, a Roma.

Per contatti: retekurdistanroma@gmail.com


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