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Spagna: carcere per chi aiuta gli immigrati irregolari

Le modifiche al Codice Penale introdotte dal Ministero della Giustizia di Madrid prevedono la punizione di quelle persone che prestino assistenza umanitaria o medica agli immigrati non in possesso di regolari permessi e documenti. La misura – anche più grave di quella promossa dal governo Berlusconi alcuni anni fa e poi saltata dopo le proteste di medici e associazioni – prevede la punizione dei colpevoli con una multa fino a due anni di reclusione.

Secondo l’articolo 318 bis della riforma, ancora in attesa dell’approvazione del parlamento, “colui che intenzionalmente aiuti una persona che non sia cittadino di uno stato membro dell’Unione Europea ad entrare nel territorio del nostro Stato o a transitarvi violando le leggi di questo stato sull’ingresso o il transito degli stranieri, sarà punito con una multa o con la prigione da sei mesi a due anni”.

La nuova normativa prevede punizioni simili anche per quelle persone che, a scopo di lucro, aiutino gli immigrati irregolari a permanere in territorio spagnolo, in particolare contro coloro che affittino abitazioni o vendano pasti agli stranieri non in regola.

Contro la norma persecutoria del Partito Popolare si è subito scatenata la protesta di un vasto arco di forze politiche, sociali e sindacali. Un coordinamento formato da giuristi, sacerdoti, professori e intellettuali ha denunciato il rischio che gli immigrati possano essere trattati come criminali ed ha lanciato una campagna nei confronti del ministro Alberto Ruiz Gallardón affinché corregga l’articolo di legge contestato. “Il nuovo articolo 318 bis mette sullo stesso piano condotte illecite e immorali come la tratta di esseri umani con pratiche di natura umanitaria di solidarietà, di ospitalità e di assistenza nei confronti di quelle persone che si trovino senza documenti in Spagna” afferma in un comunicato il collettivo ‘Salviamo l’ospitalità’.
In realtà l’articolo, nell’ultima parte, lascia la possibilità al pubblico ministero di evitare di accusare chi violi la legge “esclusivamente a fini umanitari” rendendo però esplicita la possibilità per i magistrati di punire questo tipo di comportamenti. “Si lascia nelle mani dei procuratori la possibilità arbitraria di applicare o no la legge. E ciò è molto grave, perché concede ai magistrati un’arma di persecuzione politica contro i cittadini” denuncia il coordinamento che si oppone alla controriforma.

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