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Nuestra America ha un’altra agenda

* Commissione Internazionale Rete dei Comunisti

A Santiago del Cile, Piazza de La Moneda, accanto alla statua di Salvador Allende, un enorme striscione ribadisce la solidarietà con Cuba Rivoluzionaria vittima di oltre 50 anni di vessazioni ed attentati da parte degli USA.

Il vertice CELAC-UE che si è tenuto a Santiago il 26 e 27 gennaio scorso sancisce il totale fallimento degli Stati Uniti che per secoli hanno considerato l’America Latina il loro “cortile di casa” dove fare e disfare tutto a piacimento senza alcun tipo di reazione. Oggi si sentono mancare la terra sotto i piedi perché, dopo la nascita della CELAC nel 2011, anche l’Unione Europea (1) si introduce ufficialmente a complicare le cose, già non facili per lo zio Sam (2). Nel contesto della competizione globale, che vede il blocco europeo contrapposto a quello statunitense, questo vertice rappresenta un colpo basso per gli USA, già da qualche tempo non più egemoni nell’area sud americana.

Un po’ di storia: La CELAC è nata il 2 dicembre del 2011 a Caracas, voluta fortemente dal Presidente del Venezuela Hugo Chávez Frías ed ha visto l’adesione dei rappresentanti al massimo livello di quasi tutti i paesi dell’America Latina e dei Caraibi nonché la partecipazione di rappresentanti di istituzioni economico-commerciali della regione, come CARICOM, UNASUR, MERCOSUR, ALADI, ALBA, PETROCARIBE, COMUNIDAD ANDINA. Già da febbraio del 2010 era in cantiere la decisione di creare la CELAC, definita già allora da Fidel Castro come il successo istituzionale più importante della regione nell’ultimo secolo. Tale definizione è molto simile a quella utilizzata dal Comandante Presidente Chavez nella lettera che, tramite il Vicepresidente Maduro, ha fatto pervenire al consesso di Santiago del Cile: “La CELAC è il progetto di unione più importante della nostra storia contemporanea”.

La CELAC è il risultato dell’evoluzione politica dell’America Latina e Caraibi che hanno visto negli ultimi anni prevalere nei singoli Stati politiche volte a concretizzare una reale indipendenza regionale. 33 Paesi indipendenti dell’America Latina, a prescindere dai governi molto diversi nei vari Stati, promuovono l’identità di America Latina e Caraibi come un blocco regionale unico in grado di interloquire e di competere con altri blocchi regionali a livello mondiale: quello USA e quello della stessa Unione Europea, con l’India e soprattutto la Cina sulla quale nel prossimo vertice ordinario sarà presentata una specifica relazione (3).

E a proposito di differenze tra i governi CELAC, ricordiamo che il suo primo presidente è stato quello del Cile (paese non propriamente solidale con i suoi cittadini e luogo di sperimentazione e lancio dell’attuale calamità planetaria che è il neoliberismo), e ha passato del testimone nientemeno che a Cuba rivoluzionaria durante l’attuale Vertice riunito a Santiago il 27 e 28 gennaio.

È proprio questa sua formazione composita che fa della CELAC una spina nel fianco degli USA, che sempre hanno finto il ruolo di paladini della libertà contro i pericoli del comunismo nel mondo e non possono certo accusare di “comunismo” tutto il continente quando nella CELAC ci sono governanti anche dichiaratamente di destra! Questo blocco regionale è perciò un bastone tra le ruote dei soldati blu, che però non hanno perso ancora le speranze e quindi sempre tramano nelle loro ambasciate dei vari paesi (4-5) e che, comunque, continuano a essere maestri saldamente padroni in quel contesto di scuola di repressione sociale globale che va da Guz-Altmark (Germania) a Con Con (Cile).

La CELAC ha effettivamente assolto al suo ruolo di interlocutore regionale complessivo come dimostra il Vertice CELAC-UE cui hanno partecipato i rappresentanti dei governi dei 33 paesi della CELAC e dei 27 della Unione Europea. La storia economica attuale dei rapporti tra UE e America Latina vede già degli enormi investimenti di multinazionali europee sul territorio del Sud America, addirittura grandiosi nei settori dell’energia (ENEL e ENDESA in prima fila). Ma oggi l’Unione Europea deve quanto meno bussare alla porta della CELAC per ottenere vertici politici ed incontri impresariali con l’intento inconfessato, ma palese, di cercare uno sbocco alla crisi forse sperando nell’apertura di nuovi mercati o, più probabilmente, con l’utilizzo delle immense risorse naturali possedute da quasi tutti i paesi latino americani. Infatti al di là delle dichiarazioni di cooperazione e integrazione generiche, delle promesse di sviluppo sostenibile economico sociale e ambientale, o della comune necessità, espressa dalla Presidente argentina e ribadita dalla cancelliera Merkel, “di regolare l’attività finanziaria mondiale”, è chiaro che ciascuno governo cercherà di concludere accordi convenienti per i poteri forti che rappresenta.

Il vertice bicontinentale si è concluso con una Dichiarazione di 48 punti in cui spicca la matrice imprenditoriale che informa questa alleanza mirata al libero commercio e che condanna fortemente il protezionismo(6) . Viene redatto anche un Piano d’Azione 2013-2015 (7) piuttosto dettagliato e incisivo che ha posto l’accento sulla strategicità di questa collaborazione. Nel contesto del summit si sono svolti anche moltissimi incontri bilaterali, che lo stesso vertice si proponeva di promuovere, e Santiago, durante tutto il mese di gennaio, ha pullulato di incontri ufficiali e imprenditoriali (8). Questi accordi bilaterali potrebbero rischiare di essere un cavallo di Troia che permette a soggetti come Piñera di continuare l’opera di spoliazione del paese. È probabilissimo infatti che in Cile il prossimo saccheggio riguardi il litio, diventato oggi una risorsa strategica (9).

Ma questi comportamenti predatori dovranno anche in qualche modo fare anche i conti con la prossima guida della CELAC: quella di Cuba. Cuba che, nella persona del Comandante Presidente Raul Castro Ruz, riceve il compito di condurre la CELAC per il 2013 e rivolge il suo primo pensiero a Salvador Allende ricordando la sua celebre frase: “la storia è nostra e la fanno i popoli”. Raul, nel suo intervento, parla infatti di controllo sovrano sulle enormi risorse naturali del continente, e non sottovaluta le minacce alla pace che vengono dalla NATO (10) e il rischio della depredazione da parte delle multinazionali, specie statunitensi. Questa chiarezza fatta fin dal primo giorno di incarico è un buon promemoria per paesi che, un po’ distrattamente…, affidano in mani altrui le ricchezza del continente.

Durante questo vertice CELAC, svoltosi quasi contemporaneamente a quello congiunto CELAC-UE, Cuba, l’esclusa dal vertice delle Americhe organizzato dagli USA nel marzo del 2012 (11), comincia a raccogliere parte dei frutti che le spettano per tutto quanto ha seminato fin da quel gennaio del 1959 in cui la Rivoluzione ha trionfato. Infatti durante il vertice ci sono stati molti interventi di capi di Stato che hanno evidenziato come la presidenza di Cuba avrebbe segnato una svolta concreta verso la vera materializzazione della Patria Grande di Martì e permesso un’evoluzione della CELAC in senso solidale nei rapporti regionali. Alicia Isabel Adriana Bárcena Ibarra, attuale Segretaria Esecutiva delle Nazioni Unite per la Commissione Economica dell’America Latina e Caraibi, ha addirittura affermato che ci sarà molto da imparare da Cuba per combattere le disuguaglianze e rompere il circolo vizioso della povertà. Non sono mancati poi gli interventi di condanna al “bloqueo” degli USA contro il popolo cubano e gli omaggi al grande cubano Josè Martì il cui 160° anniversario si stava celebrando a Cuba in quel medesimo momento (12). Indiretto ma evidente riconoscimento a Cuba è anche il punto 15 della “Dichiarazione di Santiago”, in cui si reitera l’appoggio al processo di pace tra le FARC e il governo colombiano. Il dialogo tra le due parti è stato instaurato per merito di Cuba e del Venezuela, si svolge in territorio cubano ed è un emblematico successo delle capacità diplomatiche di Cuba che dopo 50 anni di conflitto armato senza speranze è riuscita a farli sedere allo stesso tavolo.

Anche durante il vertice CELAC-UE il riconoscimento a Cuba è stato molto forte, e si è materializzato nella Dichiarazione finale di Santiago (quella della CELAC-UE) che, al punto 6, rifiuta categoricamente: “tutte le misure coercitive di carattere unilaterale che hanno effetti extraterritoriali che sono contrari al diritto internazionale e alle norme comunemente accettate di libero commercio. Concordiamo che questo tipo di pratica rappresenta una grave minaccia al multilateralismo. In questo contesto e con riferimento alla risoluzione dell’Assemblea Generale riaffermiamo la nostra posizione ben nota sull’applicazione delle disposizioni extraterritoriali della legge Helms-Burton.” (13).

Parallelamente al vertice CELAC-UE, in cui sono presenti esclusivamente rappresentanti degli Stati, c’è stato il Vertice Sociale dei Popoli (dal 25 al 27 gennaio) organizzato da oltre 500 movimenti e organizzazioni sociali dell’America Latina e dei Caraibi. I contenuti di questo vertice alternativo sono stati la giustizia sociale, la solidarietà internazionale, la sovranità dei popoli, lo sviluppo sostenibile, il rispetto dell’ambiente, il sostegno alle comunità indigene, condanna delle politiche di rapina delle multinazionali e altri temi sociali. È stata organizzata da questo vertice anche una manifestazione in cui, in un grosso spezzone del corteo, c’era un grande striscione che auspica un “Cile sempre insieme a Cuba”, altrove si vedono cartelli di condanna all’infame “bloqueo” contro l’isola, bandiere cubane sventolare dappertutto, c’è persino un cuore gigantesco con la scritta “Fidel”, in ogni momento si ascoltano slogan inneggianti a Cuba che è sempre ed evidentemente riconosciuta come faro permanente della solidarietà tra i popoli e luminoso esempio di politiche sociali che governano tenendo al centro dell’attenzione le persone.

E’ tangibile che Cuba ha un carisma e un fascino che si è conquistato dal 1959 e che, lungi dall’essere appannato dal tempo, è quanto mai forte in tutti coloro che apprezzano la sua perseveranza, tenacia e coerenza nel governare in maniera responsabile e solidale il suo popolo, malgrado tutti gli ostacoli che sono stati messi sul suo cammino dai potenti della terra.

I suoi meriti, conquistati sul campo tutti i singoli giorni di questi 54 anni, stanno ormai ricevendo il dovuto riscontro e la sua immagine è visibile e rispettata sia dai movimenti sociali in generale come pure all’interno di quei Palazzi, che da sempre si sono piegati come lacchè di fronte allo strapotere economico e politico degli Stati Uniti, ma che cominciano a intuire che la strada dell’indipendenza imboccata da Cuba è diventata ormai vitale per il continente tutto. Cuba ha saputo costruire solidarietà e alleanze che hanno dato il via a processi ormai irreversibili in campo sociale ed economico in tutto il continente: la nascita dell’ALBA (Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America) è dovuta alla forte volontà ed intelligenza del governo di Cuba e del Venezuela.

Il Segretario esecutivo dell’ALBA, Rodolfo Sanz ha affermato, in un’intervista a Prensa Latina che, come per l’ALBA, tra CELAC e UE “è possibile una politica di solidarietà, di cooperazione e che allo stesso tempo possa tradursi in crescita economica” e che il fatto che Cuba sia alla presidenza della CELAC è netto segnale di nuovi tempi nel continente. E che i tempi stiano cambiando per il continente latino americano, è stato ribadito più volte in tutti i vertici, istituzionali e non, che in questo mese di gennaio si sono svolti a Santiago e così come altrettanto generale è stato il riconoscimento del ruolo di Cuba, la piccola isola dal cuore grande.

Note:

(1)   In testa alle varie delegazioni la “capa d’Europa”, come la stampa cilena definisce Ángela Merkel, che si è mostrata particolarmente interessata al libero commercio con i Paesi dell’Alleanza del Pacifico, Cile, Messico, Colombia, Perú, Costa Rica e desiderosa che i paesi del sud Europa si aprano mercati in America Latina, magari per lasciare egemonica l’espansione tedesca nell’Est Europa, dove per ora c’è pure una penetrazione d’imprese italiane abbastanza consistente.

(2)   A questo proposito Patricio Montesinos su “Rebelion” scrive che “Il funerale della OEA è iniziato, e la sua sepoltura è solo questione di tempo”.

(3)   Si tratta del punto 19 della “Dichiarazione di Santiago” prodotta alla fine del vertice CELAC. La “Dichiarazione di Santiago” contiene 73 punti approvati da tutti i Paesi della CELAC a prescindere dall’orientamento politico dei loro governi. Punti che, tra le altre cose, riaffermano con forza quanto siano imprescindibili decisioni multilaterali condivise (punto 6).

(4)   In più di un caso gli USA hanno organizzato la caduta di governi semplicemente democratici e liberamente eletti in Sud America ed in qualche caso ci sono riusciti. Ma hanno dovuto farlo subdolamente, in maniera strisciante finanziando e sostenendo nell’ombra organismi e partiti reazionari capeggiati da persone il cui fine è quello di ricavare benefici personali. L’elenco di questi “interventi occulti” sarebbe piuttosto lungo, ci limitiamo a ricordare i tentativi di golpe degli ultimi anni: quelli in Bolivia, Venezuela e Ecuador, in cui il popolo è intervenuto a ristabilire la propria volontà, o quelli in Paraguay e Honduras purtroppo riusciti.

(5)   Assolutamente azzeccata la barzelletta raccontata da Evo Morales nell’incontro con i movimenti sociali romani dell’11 giugno del 2012 in cui dice che in USA non ci sono colpi di stato semplicemente perché non ci sono ambasciata USA!

(6)   Si tratta del punto 11 della Dichiarazione, ed è una evidente bacchettata alla Presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner per via dell’affare YPF di marzo-aprile 2012.

(7)   Il prossimo vertice CELAC-UE si svolgerà a Brusselles nel 2015.

(8)   Tra le altre cose, il 10 e 11 gennaio 2013 si è tenuto, sempre a Santiago del Cile, anche un vertice sugli organi giudiziari dei Paesi della CELAC e della UE in cui sono stati stabiliti accordi di cooperazione su terrorismo, abusi all’infanzia, riciclaggio di denaro, traffico d’armi, crimini informatici, traffico di migranti, tratta di donne e minori ecc. In contestuale col vertice del 26 e 27 si è tenuto pure il Business Summit della Comunità di America Latina e Caraibi – Unione Europea. Gli incontri bilaterali erano già iniziati il 25.

(9)   È certo che questo invece non avverrà in Bolivia dove lo scorso anno è stata inaugurata la miniera di litio della regione andina di Uyuni. È molto significativo il fatto che la notizia dell’inaugurazione della miniera ha trovato spazio nell’Agenzia di Notizie della Repubblica Popolare Cinese. La Cina sta cercando mercati e risorse strategiche in America Latina e molti siti cinesi hanno riportato in inglese, informazioni e commenti sul vertice CELAC-UE.

(10)         A questo proposito Raul cita anche una frase di Fidel in cui afferma che gli enormi arsenali nucleari e convenzionali non uccideranno né la fame né la povertà.

(11)         Esclusa per volere degli USA malgrado le fortissime proteste dei governanti di quasi tutti i paesi latino americani e in particolare di Ecuador, Bolivia e Venezuela. Il presidente Correa si è addirittura rifiutato di partecipare all’evento ed Evo Morales ha chiesto di essere espulso dalla OEA.

(12)         Interventi di Nicolás Maduro (che ha letto una lettera del presidente Hugo Chávez in cui, tra l’altro, ha sottolineato il fallimento della politica USA contro Cuba), di Evo Morales (che ha condannato il bloqueo e di ringraziato Cuba e il Venezuela per la solidarietà), di José Mujica (che ha evidenziato come il comportamento solidale di Cuba sia unico nel continente), Daniel Ortega (che si è pronunciato contro il blocco economico degli Stati Uniti contro Cuba, ha chiesto la liberazione dei Cinque antiterroristi cubani condannati ingiustamente negli USA e ha rivendicato all’Argentina la sovranità delle isole Malvine), Ollanta Humala, che ha salutato il popolo cubano nel 160º anniversario della nascita dell’Eroe Nazionale José Martí, ed ha affermato che il suo paese è per la fine del blocco contro Cuba e per la sovranità argentina delle Malvine), Ricardo Patiño (per conto di Correa) ha considerato la Presidenza di Cuba alla CELAC come “un atto di riparazione storica con l’Isola”, Enrique Peña Nieto (ha augurato molti successi a Raul Castro e garantito solidarietà e alla Presidenza cubana).

(13)         La legge Helms-Burton è la norma statunitense che dà continuità al blocco economico finanziario e commerciale contro Cuba.

Fonti:

http://www.rebelion.org/noticia.php?id=162827&titular=prologo-de-la-cr%F3nica-del-%93funeral-anunciado-de-la-oea%94-

http://www.prensa-latina.cu/index.php?option=com_content&task=view&idioma=1&id=1054651&Itemid=1

http://www.cubadebate.cu/noticias/2013/01/28/concluye-cumbre-celac-ue-con-aprobacion-de-asociacion-estrategica/

http://cuba.cubadebate.cu/noticias/2013/01/26/comienza-hoy-en-chile-i-cumbre-celac-union-europea/

http://www.eluniverso.com/2013/01/26/1/1356/cumbre-celac-ue-debe-llevar-un-nuevo-nivel-dice-angela-merkel.html

http://www.prensa-latina.cu/index.php?option=com_content&task=view&id=1038491

http://www.prensa-latina.cu/index.php?option=com_content&task=view&idioma=1&id=1051271&Itemid=1

http://www.prensa-latina.cu/index.php?option=com_content&task=view&idioma=1&id=1051531&Itemid=1

http://www.cubadebate.cu/especiales/2013/01/28/europa-busca-en-latinoamerica-antidoto-para-curar-las-heridas-de-la-crisis/

http://www.cubadebate.cu/noticias/2013/01/27/union-europea-y-celac-en-un-nuevo-escenario/

http://www.prensa-latina.cu/index.php?option=com_content&task=view&idioma=1&id=1051491&Itemid=1

http://www.surysur.net/2012/08/bolivia-el-presidente-morales-inaugura-planta-de-litio-en-la-region-andina-de-uyuni/

http://www.wakeupnews.eu/vertice-celac-il-sudamerica-guarda-all%E2%80%99asia/

http://www.movimientos.org/es/content/celac-ue-libre-comercio-no-est%C3%A1-dicha-la-%C3%BAltima-palabra Merkel

http://www.bbc.co.uk/news/world-latin-america-21151683     Evo Morales parla con Chavez

http://www.aporrea.org/venezuelaexterior/n222234.html Lettera di Chavez al vertice CELAC

http://www.movimientos.org/es/content/alba-aboga-por-pol%C3%ADticas-de-solidaridad-y-cooperaci%C3%B3n-entre-la-celac-y-la-ue Dichiarazioni ALBA Sanz.

http://www.warstartsherecamp.org/it/appello-la-guerra-comincia-qui Guz-Altmark

http://www.granma.cu/italiano/nuestra-america/29enero-celac.html

http://www.youtube.com/watch?feature=endscreen&v=VhgGPTUJT3w&NR=1 Tele Sur su Cumbre Pueblos

http://www.youtube.com/watch?v=h6lewGVr7FU&feature=em-subs_digest OPAL manifestazione Cumbre Pueblos

http://www.youtube.com/watch?v=SDEr9E-hzO0 TeleSur I cileni con Cuba

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