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L’Italia coinvolta nel caso del “prigioniero X”

Il caso del “prigioniero X”, detenuto segretamente e “suicidato” in un carcere israeliano nel 2010, sta producendo nuovi sviluppi che mettono in serio imbarazzo gli apparati statali israeliani e non solo. L’ex agente Ben Zygier era infatto sospettato dal Mossad di aver passato informazioni all’intelligence australiana su una operazione segreta dello stesso Mossad in Italia. A riferire tale particolare è stata la televisione australiana Abc, ripresa da un articolo di Barak Ravid sul giornale israeliano Haaretz.
“Zigyer – si legge sul sito di Abc – venne arrestato perché il Mossad sospettava avesse passato informazioni al servizio segreto interno australiano (Asios)”. E in effetti, continua l’emittente australiana che la scorsa settimana ha rivelato la vera identità del “prigioniero X”, “Zigyer si incontrò con responsabili del Asios e fornì informazioni sui dettagli di numerose operazioni del Mossad, inclusi i piani per una missione top-secret in Italia la cui preparazione aveva richiesto anni”. Abc non specifica di quale missione si tratti, ma precisa che nel 2009 Zigyer, alias Ben Alon, presentò una richiesta di un visto per l’Italia. L’emittente aggiunge che il prigioniero X “aveva messo in piedi per il Mossad in Europa una azienda di componenti elettroniche per telecomunicazioni che esportava nei Paesi arabi, Iran incluso”. Secondo l’emittente, Zygier era uno dei tre ebrei australiani che lavorava per il Mossad e che aveva più volte cambiato la sua identità. Si era trasferito in Israele nel 2001, e venne arrestato dal Mossad nel febbraio 2010. Fu ritrovato impiccato dieci mesi dopo nella sua cella, in un carcere nei pressi di Tel Aviv, nonostante fosse sorvegliato 24 ore su 24.

Cresce intanto l’imbarazzo nella autorità israeliane, soprattutto perchè il mito della “segretezza in nome della sicurezza” stavolta è stato rotto. ”Noi veneriamo la libertà di parola, e tuttavia vi sono operazioni di sicurezza e di intelligence che non possiamo permettere che vengano sovraesposte” ha detto il primo ministro israeliano Netanyahu a proposito del cosiddetto caso del “prigioniero X”. “Tale esposizione – ha aggiunto Netanyahu – potrebbe essere pericolosamente dannosa per la sicurezza del paese, e la sicurezza non può essere trascurata: naturalmente nella piena salvaguardia dei diritti di tutti i cittadini, compresi quelli indagati”. E ha concluso: ”Chiedo a tutti di lasciar lavorare le forze di sicurezza, nelle quali ho piena fiducia”. Nel frattempo una sottocommissione Esteri e Difesa della Knesset ha deciso di condurre un accertamento completo della vicenda Ben Zygier.

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