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Spagna: sfrattata entra in banca e si dà fuoco

Negli ultimi mesi abbiamo provato a dare su Contropiano puntualmente notizia delle mobilitazioni in atto in tutto lo stato spagnolo contro gli sfratti, e purtroppo insieme alle manifestazioni abbiamo dovuto raccontare un lungo elenco di tragedie provocate dalla pressione e dalle minacce delle banche nei confronti dei cittadini, sempre più numerosi, impiccati da mutui e affitti esorbitanti. Un susseguirsi di suicidi che sabato ha mobilitato centinaia di migliaia di persone scese in piazza in quasi 50 città al grido di ‘stop agli sfratti’.

Ma l’intensificarsi della lotta non evita il susseguirsi di altre tragedie. Come quella che ieri ha visto una donna entrare all’interno dell’istituto bancario che le aveva intimato lo sfratto e darsi fuoco. E’ successo ieri pomeriggio, all’interno di una succursale della Caja Rural di Almassora, quando la donna è entrata visibilmente alterata, si è cosparsa di liquido infiammabile e si è immolata. Quando poco dopo i paramedici la caricavano su un’ambulanza ha gridato “Guardate cosa mi avete fatto, mi avete tolto tutto”. Ora la signora, una 47enne con tre figli e varie difficoltà economiche, è ricoverata con ustioni gravi sul 50% del corpo nell’Ospedale ‘La Fe’ di Valencia.

Intanto, mentre il movimento popolare chiede ai partiti di approvare al più presto una legge che blocchi gli sfratti e impedisca alle banche di fare il buono e il cattivo tempo, i padroni dei mutui premono sul governo affinché lasci tutto com’è. Proprio ieri Santos Gonzalez, presidente della Asociación Hipotecaria Española (AHE), cioè l’associazione formata da banche e cooperative di credito che controlla l’80% del mercato dei mutui e delle ipoteche del paese, ha affermato che “La percentuale di persone sul punto di essere sfrattate è molto piccola, e quindi non giustifica un cambiamento di tutto il sistema ipotecario”. Soprattutto González, parlando con i giornalisti, si è espresso ferocemente contro una delle principali richieste delle associazioni di mutuati e sfrattati, dicendo no alla ‘daciòn de pago’, cioè all’estinzione del debito con le banche al momento della messa all’asta della casa. In Spagna infatti la legge concede agli istituti bancari di esigere da chi ha contratto mutui che non riesce a pagare il pagamento di ingenti somme anche dopo la vendita coatta degli immobili. Il presidente della lobby ha affermato che la ‘daciòn de pago’ obbligatoria sottrarrebbe autorevolezza e credibilità al sistema finanziario iberico (!). Secondo il portavoce dell’associazione che riunisce banche e casse di risparmio la vendita all’asta degli immobili, da sola, non permetterebbe ai creditori di rientrare completamente del prestito erogato agli acquirenti di immobili. Poi Gonzalez ha chiuso in bellezza affermando che “anche se in tempi di crisi suona male i debiti vanno pagati”.

Per fortuna sempre ieri sul fronte degli sfratti dalla Spagna è arrivata una buona notizia, a dimostrazione che la soluzione al problema non può derivare da gesti estremi come quello di Almassora. Nella città galiziana di A Coruña, infatti, gli ufficiali giudiziari accompagnati da numerosi agenti di Polizia hanno dovuto rinunciare a sfrattare una signora ottantenne difesa e sostenuta da un nutrito gruppo di attivisti dei comitati contro i ‘desahucios’. E così per la seconda volta in poche settimane la signora Aurelia Rey ha evitato di finire in mezzo a una strada. Alle proteste degli attivisti si sono uniti i Vigili del Fuoco incaricati di buttare giù la porta e che si sono rifiutati di farlo, esponendo addirittura un cartello con lo slogan ‘No Desahucios’ (No agli sfratti). Poco prima che gli ufficiali giudiziari rinunciassero e incaricassero il tribunale di fissare una nuova data per lo sgombero si erano vissuti momenti di tensione quando i poliziotti in tenuta antisommossa avevano tentato di forzare il picchetto degli attivisti accorsi a difendere la sfrattata, sostenuti da alcuni rappresentanti politici di partiti di sinistra e dei nazionalisti galiziani del BNG.

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