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Le maree: “sabato colpiremo unite”. Scontri a Pamplona

Si preannuncia un sabato di fuoco, nello Stato Spagnolo, ed in particolare nella capitale Madrid. Che sabato sarà invasa da centinaia di migliaia di manifestanti, appartenenti alle diverse ‘maree’, cioè ai diversi coordinamenti di lotta contro la privatizzazione dell’istruzione, contro lo smantellamento e la privatizzazione della sanità, contro la corruzione, contro la precarietà. Quegli stessi movimenti sociali e sindacali che in questi mesi si sono mobilitati con manifestazioni, occupazioni e presidi hanno infatti annunciato la loro intenzione di ‘colpire uniti’. I promotori dell’iniziativa hanno spiegato le loro intenzioni, ieri mattina, durante una conferenza stampa realizzata davanti alla Borsa di Madrid, circondati da un imponente cordone di agenti in tenuta antisommossa. “Perché i tagli vengono ordinati dai mercati finanziari dei quali il governo spagnolo è solo una cinghia di trasmissione” hanno spiegato.
La manifestazione a Madrid comincerà simultaneamente con quattro diversi cortei che alle 16,30 si muoveranno da Puerta del Sol, plaza de Colón, la Glorieta de Embajadores e il Ponte di Vallecas. Inoltre, hanno avvertito gli organizzatori, “molte altre colonne partiranno dai loro quartieri, dai loro ospedali, dalle loro scuole e facoltà”. I quattro grandi cortei confluiranno alle 18 in Plaza de Neptuno, vicino al Congresso dei Deputati.
Ma domani sono previste manifestazioni anche in altre 50 città, come era già avvenuto sabato scorso. Ma anche a Buenos Aires, Parigi, Ginevra ed altre città dove i sostenitori del movimento degli ‘indignados’ hanno organizzato presidi di fronte alle ambasciate di Madrid. In piazza ci saranno anche quelli della ‘marea blu’, che lottano contro la vendita e la privatizzazione dei servizi idrici. “Questa presunta crisi è in realtà una doppia truffa: da un lato occorre restituire un debito originato dal salvataggio delle banche che hanno truffato i cittadini. Dall’altro si vendono i servizi pubblici redditizi” ha detto un loro rappresentante che ha chiesto un audit del debito spagnolo, per capire quanta parte di ciò che il popolo sta pagando deriva da debiti contratti non dallo stato e dalle amministrazioni pubbliche bensì dalle elite finanziarie, dagli imprenditori e dai politici.

Ieri mattina intanto, durante una mobilitazione che ha percorso le strade del centro di Pamplona, si sono vissuti momenti di forte tensione, quando gli agenti della polizia autonoma navarra in assetto antisommossa hanno tentato di bloccare il corteo dei lavoratori che protestavano contro la disoccupazione con cariche e lanci di pallottole di gomma ad altezza d’uomo. Ma lavoratori e giovani hanno continuato a sfilare, imperterriti, al grido di ‘Contra el paro lucha obrera” (Contro la disoccupazione lotta operaia). I manifestanti convocati da varie sigle sindacali basche hanno più volte bloccato il traffico cercando di avvicinarsi alla sede del Parlamento navarro che in quel momento discuteva della piaga della disoccupazione.

E continua, durissimo, anche il conflitto dei lavoratori dell’Iberia contro l’azienda che ha deciso il licenziamento di 3800 dipendenti e che nonostante i 5 giorni di sciopero totale che hanno causato finora la cancellazione di più di 1000 volti non vuole tornare sui propri passi. Ieri, e così sarà ancora oggi, i sindacati del settore hanno tenuto manifestazioni in tutti gli aeroporti, occupando in alcuni casi i terminal più importanti, come era già avvenuto lunedì quando migliaia di lavoratori dell’Iberia e delle altre aziende aeroportuali avevano invaso il T4 di Barajas, a Madrid, scontrandosi con la polizia. Altri scioperi sono stati convocati dai sindacati dal 4 all’8 marzo e dal 18 al 22 marzo.

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