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Il governo greco si affida ai mercenari della Blackwater?


La notizia in questione è di quelle bomba, che se confermata segnerebbe un’accelerazione netta di un processo di gestione autoritaria della crisi in Grecia – e quindi in Europa – che finora ha già portato alla cancellazione di fatto di concetti ritenuti obsoleti dagli ambienti che governano il continente. Ad esempio quello di ‘sovranità nazionale’.
Secondo quanto riportano alcuni media ellenici (per la verità non proprio di grande autorevolezza), il governo di Antonis Samaras avrebbe deciso di affidare la supervisione delle forze di polizia greche a una ditta di ‘sicurezza’ privata statunitense, la famigerata multinazionale dei mercenari Blackwater, ribattezzata Academi dopo un’ondata di scandali che la investì a causa del suo ruolo nefasto in Iraq e Afghanistan. Attiva finora nei teatri di guerra dove il lavoro sporco per conto degli eserciti statunitensi doveva essere fatto da un soggetto privato e possibilmente privo di divise a stelle e strisce, ora la multinazionale approderebbe in terra europea. 
La incredibile decisione (se confermata) verrebbe giustificata con la necessità di affidare ad un soggetto ‘terzo’ le forze di sicurezza greche, in quanto fortemente infiltrate dall’estrema destra e in particolar modo dai nazisti di Alba Dorata. Non è un segreto per nessuno che moltissimi dei voti al partito che usa la svastica come simbolo sono arrivati dall’esercito e soprattutto dalla Polizia, e che metà dei poliziotti della capitale ha votato per Chrysi Avghì nelle due ultime tornate elettorali dell’estate del 2012. Nei giorni scorsi alcune voci denunciavano il tentativo di organizzare nientemeno che un colpo di stato (o comunque di destabilizzare il paese), dietro il quale si nasconderebbero forze oscure non meglio identificate e tra queste ambienti dell’esercito, della polizia e dell’estrema destra. Di qui la necessità, sarebbe la tesi delle autorità di Atene, di affidare il controllo di questi fondamentali settori della sicurezza ai mercenari a stelle e strisce.

Scrive il sito www.darkernet.in: “A novembre il governo greco ha firmato un contratto con Academi (la nuova denominazione di Blackwater), contratto rimasto peraltro segreto, tanto è vero che non se ne trovano dettagli sul sito di Academi. Alcune notizie sull’accordo hanno cominciato a filtrare verso la fine di gennaio, quando Leonidas Chrysanthopoulos, ex ambasciatore greco in Canada, si è lasciato sfuggire alcuni particolari durante un’intervista. Il contratto stipulato tra Academi e governo greco sarebbe stato confermato pochi giorni dopo dal sito di notizie militari greco Defencenet (http://www.defencenet.gr)”. (A questo link l’intervista dell’ex rappresentante diplomatico ellenico in Canada, del 17 dicembre 2012: http://millstonenews.com/2012/12/ambassador-leonidas-chrysanthopoulos-on-the-greek-economic-crisis-could-this-greek-tragedy-lead-to-civil-war.html).

La notizia è credibile. Del resto la Academi non è nuova a collaborazioni di alto profilo con i governi di Atene, visto che già nel 2004 l’esecutivo ellenico ai mercenari statunitensi affidò una parte della sicurezza durante i giochi olimpici e l’addestramento delle sue forze di sicurezza. Ma per ora a parlare del presunto contratto tra governo e mercenari stranieri è stato solo l’ex diplomatico, approdato a Ottawa dopo aver rappresentato Atene a Varsavia e poi a Erevan e dopo aver ricoperto la carica di capo del Segretariato Permanente del BSEC, l’Organizzazione per la Cooperazione Economica del Mar Nero (dal 2009 al 2012). Le sue dichiarazioni nella suddetta intervista non sono state né confermate né smentite dai servizi parlamentari né da nessun’altra fonte del governo ellenico, e nessun importante mezzo di comunicazione ne ha fatto menzione nonostante l’importanza della faccenda. Anche se alcuni blog redatti da esponenti del partito di centrodestra Nuova Democrazia lo hanno recentemente attaccato “per ciò che suppostamente avrebbe detto nella sua intervista”, tentando di presentarlo come una persona “non seria”, un “estremista”, un “cattivo diplomatico” (http://www.e-dragoumanos.eu/2013/02/05/%CF%83%CF%87%CF%8C%CE%BB%CE%B9%CE%B1-%CE%B3%CE%B9%CE%B1-%CF%84%CE%BF-%CF%85%CF%80%CE%B5%CE%BE-253).

Se confermata, la mossa di Samaras otterrebbe i notori due piccioni con una fava. Se è vero infatti che all’interno della forze di polizia non mancano settori legati a doppio filo con i nazisti, è vero anche che più la situazione sociale nel paese si aggrava e più alcuni settori delle forze di sicurezza potrebbero cominciare a soffrire il proprio ruolo di cane da guardia dell’elite (o casta, come si direbbe in Italia). Non sono mancati nei mesi e negli anni scorsi dei pronunciamenti da parte di alcuni sindacati di polizia contro un ruolo di servitori della troika, più che della Grecia e dei suoi abitanti, al quale gli agenti sono stati sempre più spesso relegati. E quindi affidare compiti di supervisione e di coordinamento a una ditta privata il cui unico interesse è il pagamento di un lauto compenso permetterebbe a Samaras e ai suoi di bypassare un possibile scontento interno alle forze dell’ordine locali.
Dall’altra parte con questa mossa – tutta da verificare – socialisti e destra istituzionale potrebbero accreditarsi come reali oppositori dell’ondata di violenza fascista che sta sconquassando la Grecia. Se finora non sono mancate le accuse soprattutto nei confronti di alcuni ambienti di Nea Dimokratia e dell’oligarchia di utilizzare e addirittura di finanziare i nazisti e il loro radicamento popolare come antidoto all’emergere di una opposizione di sinistra e anticapitalista sempre più forte, ora il governo ellenico potrebbe fregiarsi di una misura d’emergenza che in realtà non verrebbe affatto utilizzata contro le squadracce di Chrysi Avghì ma proprio contro l’insorgenza sociale.
Formalmente i mercenari della Blackwater non sarebbero infatti utilizzati in compiti di ordine pubblico, ma solamente per coordinare e supervisionare i poliziotti greci e individuare gli agenti e i funzionari collusi con ambienti estremisti. Ma anche, se servisse, per “proteggere il governo e il Parlamento in caso di problemi. Negli ultimi anni gli assalti al palazzone che ospita i deputati su un lato della ribollente piazza Syntagma non sono mancati, e quindi la misura potrebbe apparire necessaria ad una parte della popolazione.

Finora la notizia e i conseguenti commenti da noi riportati si basano su ciò che si è lasciato sfuggire – o che ha voluto coscientemente comunicare – l’ex ambasciatore di Atene in Canada. Vedremo nei prossimi giorni se quanto scriviamo avrà ulteriori conferme oppure se il tutto sarà da addebitare alla volontà di qualche pezzo degli apparati ellenici di mestare nel torbido, di gettare il sasso nello stagno e vedere l’effetto che fa…

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