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Cile: una marea di studenti invade Santiago


Ci ha messo un po’ a riprendere il ritmo, dopo una pausa di alcuni mesi nelle grandi mobilitazioni. Ma nelle ultime settimane il movimento studentesco cileno – in piazza ormai da anni a chiedere la riforma totale del sistema d’istruzione più classista del continente – ha di nuovo preso forza. E ieri ha dato nella capitale una dimostrazione di potenza davvero inequivocabile.

Ieri sono stati almeno 120 mila – secondo altre stime addirittura 150 mila – gli studenti e le studentesse, accompagnati anche da molti genitori, lavoratori della scuola, della formazione e di altri settori, che hanno letteralmente invaso il centro di Santiago del Cile per ribadire che “il movimento non permetterà che le sue rivendicazioni siano modificate e il dibattito sull’educazione sia manipolato”, come ha ricordato ai media Andres Fielbaum, presidente della Federazione di Studenti dell’Università Cilena (Fech). Fielbaum ha detto alla stampa che “ci stiamo rendendo conto che anche se siamo solo ad aprile si vede una chiara influenza delle prossime presidenziali nel dibattito sull’educazione, ossia si discute soprattutto di volti e non di progetti, e come se non bastasse vediamo che questi volti prendono le nostre rivendicazione, cambiandole e dando loro un altro contenuto”. Gli strali degli studenti contro la strumentalizzazione della loro lotta è rivolta soprattutto al tentativo della socialista Michelle Bachelet che, annunciando la sua ricandidatura alla presidenza, sta cercando di accostare la sua immagine a quella delle mobilitazioni studentesche.

Le richieste che sindacati, collettivi e movimenti dei medi e degli universitari rivolgono al governo dell’imprenditore liberista Pinera sono sempre le stesse: rendere il sistema d’istruzione gratuito e accessibile a tutti, eliminando un sistema che costringe gli studenti e le loro famiglie ad indebitarsi per tutta la vita pagando rette astronomiche che escludono dall’istruzione universitaria anche buona parte dei giovani provenienti dalle classi medie. “Vogliamo che l’educazione torni a essere un diritto e non un privilegio per alcuni, non un business – ha sostenuto Dafne Concha, portavoce di un comitato di genitori e studenti – Non si può più inseguire il profitto come è stato in tutti questi anni”.

Rispetto ad altri appuntamenti del “movimiento estudiantil” la grande manifestazione di ieri è andata avanti senza particolari incidenti fino più o meno alla sua conclusione formale. Ma quando il lungo corteo ha raggiunto la stazione Mapocho alcuni gruppi di studenti hanno cominciato a rimuovere le transenne piazzate dalle forze dell’ordine scatenando la reazione dei Carabineros. Che contro gli studenti hanno utilizzato gli idranti, i lacrimogeni e pallottole di gomma piene di vernice (allo scopo di riconoscere in seguito i ‘colpevoli dei disordini’). Gruppi di incappucciati a quel punto si sono scontrate per ore con alcune unità di Carabineros e alla fine il bilancio è stato di  109 arrestati, di cui 24 minorenni. Una decina di studenti sono stati feriti, in particolare durante le cariche e agli occhi, colpiti dalle pallottole di gomma.
Altre grandi manifestazioni si sono tenute ieri anche in altre città del paese, come Valparaiso, Concepción e Temuco y Valdivia.

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