Menu

A Trafalgar Square un party seppellisce Maggie Thatcher

Non cessano in Gran Bretagna i festeggiamenti per la morte dell’ex primo ministro – evidentemente non così amato – Margaret Thatcher. Se quando si è diffusa la notizia della sua scomparsa, qualche giorno fa, a centinaia sono scesi in piazza in diverse parti del Regno Unito per festeggiare in maniera spontanea, quello che è andato in scena ieri a Trafalgar Square è stato un vero e proprio party, organizzato con tutti i crismi. Ieri gruppi di lavoratori, e studenti, collettivi anarchici e della sinistra anticapitalista si sono infatti dati appuntamento in pieno centro a Londra per salutare a modo loro l’odiata leader politica scomparsa l’8 aprile. Muniti di cartelli, berretti e strumenti musicali parecchie un migliaio di persone hanno cantato e ballato sotto lo sguardo vigile dei poliziotti. Che ad un certo punto sono diventati nervosi, hanno scatenato qualche tafferuglio e si sono portati via cinque partecipanti, accusati di ‘ubriachezza molesta’.

La festa è stata accompagnata da una degna colonna sonora composta dalle tante canzoni che vari artisti hanno scritto negli anni contro la ‘lady di ferro’ e la sua politica di attacco frontale ai diritti delle fasce sociali più deboli, dei minatori, dei lavoratori in generale, degli irlandesi. Neanche la pioggia, abituale da quelle parti, ha frenato una specie di allegro carnevale fuori stagione, al grido di “Maggie, maggie, maggie. Morta! Morta! Morta!”. Qualcuno ricorda alcuni episodi specifici nei cartelli e negli striscioni: i dieci combattenti irlandesi lasciati morire in carcere per non riconoscerne il carattere di prigionieri politici, le centinaia di migliaia di minatori licenziati, la distruzione della sanità e dell’istruzione pubblica, l’iniqua poll tax, che causò scontri tremendi in tutto il paese e alla fine le costò il posto di primo ministro.

«In questi giorni la stanno trasformando in un monumento nazionale. Siamo qui per ricordare a tutti che non è cosi» ha ricordato una dei partecipanti alle agenzie di stampa, Patrick, descritto come dal forte accento dei quartieri orientali di Londra e dall’età giusta per ricordare «tutto quello che ha fatto (…) a noi che vivevamo in periferia, che siamo della working class». Ora che lei se n’è andata, ribadiscono in molti, bisogna sconfiggere la sua eredità politica, ripresa non solo dal suo partito conservatore ma anche dal Partito Laburista e da quello Liberale. In piazza anche alcuni giovani, raccontano le cronache: «È possibile che davvero ci si chieda cosa facciamo qui? Non è chiaro? Noi siamo quelli che paghiamo il prezzo più alto. La nostra generazione subisce i danni del Thatcherismo tanto quanto chi in quel periodo ci è cresciuto» ha spiegato Alan. Ma c’è chi ha conosciuto la Thatcher sulla propria pelle: «Non potevamo non farlo, non potevamo non essere qui. Io ricordo tutto. Ricordo il modo in cui ha affossato una società, come ha usato la polizia quasi fosse il suo esercito» racconta Dave Duglas, ex minatore e sindacalista. Che poi ha aggiunto, rivolto ai giornalisti accorsi in massa per seguire la festa organizzata ai piedi dell’ammiraglio Nelson (dove nel ’90 si verificarono i più gravi scontri di piazza del dopoguerra): «Andate, andate a vedere: a Nottingham, a Glasgow. È un Paese distrutto, la gente non trova lavoro. Non si può pensare che un intero Paese cucini hamburger da MacDonald». “Quando la gente dice che la Thatcher ha salvato il paese io vorrei ricordare quanto non sia vero – dice un attore di chiare origini irlandesi, Patrick Macrodain – Lei non ha fatto nulla per quelli che vivono ad Hackney o in altri quartieri operai. Sono loro, sono queste persone ad aver sostenuto il peso dei conti salati di questi anni”. Intanto la canzone “Ding Dong, la strega è morta” sta scalando le classiche delle hit parade tanto da mettere in difficoltà i principali canali radiofonici. Anche la BBC, nel nome della libertà di espressione, aveva annunciato che avrebbe trasmesso oggi uno stralcio del brano contenuto in un’antica edizione del ‘Mago di Oz’, ma che tutti ora associano alla dipartita della ‘iron lady’. Ma pare che alla fine non succederà, che la libertà di espressione dovrà essere sacrificata, viste le pressioni da parte dell’establishment.

funeralithatcher2Mercoledì ai funerali ufficiali ci sarà sicuramente più gente che ieri a Trafalgar Square, ma sicuramente si divertirà di meno.  E anche la morta la ‘lady di ferro’ continua a suscitare polemiche. Ad esempio il vescovo di Grantham, la città natale di lady Thatcher nel Lincolnshire, ha duramente criticato i costi eccessivi dei funerali solenni previsti per la ex premier. Secondo quanto riferito finora in via ufficiosa le esequie della scomparsa leader costeranno ben 10 milioni di sterline. Anche se non sarà un funerale di Stato, sono previsti comunque gli onori militari e la partecipazione della regina, cosa quest’ultima che non accadeva dalla morte di Winston Churchill, nel 1965.

Ieri di sterline ne hanno spese poche i partecipanti al party di Trafalgar Square. Giusto quelle necessarie a comprare qualche bottiglia di birra e di spumante, e per confezionare il pupazzone con le sembianze della ‘Signora di ferro’ dietro il quale ha sfilato un allegro corteo funebre. “Siamo qui a farle il funerale – ha detto una partecipante – così come lei voleva farlo alla società”.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *