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La sinistra francese in piazza: “abbasso l’austerity”

La grande marcia, partita dalla piazza della Bastiglia e arrivata in quella della Nazione, ha radunato tra le 100 e le 180 mila persone. Comunque parecchie decine di migliaia di francesi di sinistra sono scesi in piazza ieri a Parigi per protestare contro le politiche di austerità adottate dal governo del socialista Hollande e per chiedere una riforma costituzionale che dia vita a una nuova Repubblica in netta discontinuità dal punto di vista politico, sociale ed economico con l’attuale regime. Il Front de Gauche di Jean-Luc Mélenchon ha dato una notevole dimostrazione di forza, capitalizzando lo scontento a sinistra contro un esecutivo sempre meno popolare, ad un anno dal suo insediamento, anche tra gli stessi elettori ecologisti e socialisti. “Non vogliamo che governi la finanza, non vogliamo le politiche di austerità che fanno soffrire i popoli dell’Europa e portano tutto il continente al disastro” ha detto il leader della coalizione di partiti comunisti e di sinistra. “Il periodo di prova è finito e i conti non tornano” ha detto ancora Mélenchon, che ha chiesto una immediata e netta correzione di rotta. “Se non sapranno farlo loro lo faremo noi” ha tuonato davanti a una piazza gremita, assicurando che le sinistre sono pronte a governare per il cambiamento. “Abbiamo le idee e le persone competenti per metterle in marcia, ma soprattutto abbiamo il sostegno del popolo” ha gridato tra gli applausi il portavoce del Front de Gauche chiedendo la immediata convocazione di un’assemblea costituente per elaborare una nuova costituzione e dar vita alla VI Repubblica. Nella quale si aumenti il potere del parlamento e dei cittadini e si diminuisca quello dell’esecutivo e in particolare si elimini il presidenzialismo. E nella quale sia possibile, ha proposto, che il popolo possa revocare con un referendum l’incarico di deputato o di Presidente se questi non mantiene le sue promesse e non soddisfa le necessità dei suoi elettori.

L’ex socialista Mélenchon si è scagliato contro “il tradimento dei socialisti” e quello che ha definito un ‘colpo di stato della finanza’ e contro la ‘maledetta troika’ e la ‘vuota Commissione (Europea, ndr)’, accusate di imporre ai popoli immani e inutili sofferenze con un sadismo senza precedenti per ‘pagare un debito che in realtà mai verrà saldato’. E poi, anche in questo caso tra gli applausi della folla, ha gridato dal palco “Abbasso l’infame complotto contro i disgraziati popoli della Grecia, della Spagna e del Portogallo”. Durante il suo lungo comizio – che i media hanno ribattezzato “Melenshow” – il leader della sinistra radicale si è scagliato anche contro i licenziamenti e ha chiesto la scarcerazione di quegli attivisti sociali che negli ultimi mesi sono stati denunciati o incarcerati in conseguenza di mobilitazioni contro la povertà e la disoccupazione.
Quella di ieri è stata una manifestazione che ha permesso alla sinistra radicale di riprendersi la piazza, occupata molto spesso negli ultimi mesi dalla destra e dall’estrema destra, mobilitata in particolare – anche ieri – contro la legge che legalizza i matrimoni in coppie dello stesso sesso ma anche strumentalizzando il malcontento popolare contro i tagli del governo socialista allo stato sociale e al lavoro. All’appuntamento di ieri hanno partecipato anche militanti e dirigenti locali del partito ecologista, alleato dei socialisti nel sostegno all’esecutivo. Oltre naturalmente a molti dirigenti e militanti della Cgt e di altri sindacati vicini al Partito Comunista e alla sinistra radicale.

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2 Commenti


  • Luciano

    è bene non farsi illusioni sulla “sinistra” e sui “comunisti” francesi, comunque subordinati all’Europa e alla Nato. La cartina di tornasole sta nelle scelte di campo in politica internazionale: chi ha tradito su quel fronte (Libia, Siria, Mali, Iran ecc.) prima o poi tradirà anche sul fronte interno. Di fatto abbaiano, ma sempre all’interno del recinto europeo, sognando un’impossibile Europa “migliore”.


  • cassandra

    Se in Italia non si riesce a formare una vera sinistra, assisteremo alla fine del nostro Paese.

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