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Stephen Hawkings aderisce a boicottaggio Israele

Gerusalemme, 8 maggio 2013 – La notizia sta facendo il giro del mondo. Stephen Hawkings, uno degli scienziati più famosi, ha aderito alle iniziative di boicottaggio di Israele promosse da accademici e personaggi internazionali in segno di protesta contro il trattamento dei palestinesi da parte dello Stato ebraico. E lo ha fatto annunciando il ritiro della sua partecipazione ad un evento promosso dal presidente israeliano Shimon Peres a Gerusalemme. Lo riferisce il quotidiano britannico The Guardian.

Hawkings è un matematico, fisico e cosmologo britannico, noto soprattutto per i suoi studi sui buchi neri. Pur essendo condannato all’immobilità dall’atrofia muscolare progressiva, ha occupato la cattedra lucasiana di matematica all’Università di Cambridge dal 1979 al 30 settembre 2009. È membro della Royal Society, della Royal Society of Arts, della Pontificia Accademia delle Scienze. Nel 2009 ha ricevuto la Medaglia presidenziale della libertà, la più alta onorificenza degli Stati Uniti d’America, conferitagli dal presidente Obama.

Inizialmente lo scienziato aveva accettato l’invito alla V Conferenza “Facing Tomorrow”, prevista a giugno. Si tratta di un appuntamento che attira ogni anno migliaia di persone, inoltre l’edizione del 2013 è l’occasione anche per festeggiare il 90/mo compleanno di Peres.

La scorsa settimana Hawking, scrive The Guardian, ha indirizzato una lettera proprio al capo di stato israeliano per comunicargli che non parteciperà alla Conferenza. Lo scienziato non ha spiegato le motivazioni della sua decisione ma una dichiarazione pubblicata dal “British Committee for the Universities of Palestine”, spiega che la scelta fatta dallo scienziato è «indipendente, volta ad aderire al boicottaggio (di Israele) e presa sulla base della sua conoscenza della Palestina e su consiglio unanime dei suoi contatti accademici sul posto».

I comitati attivi nel mondo che promuovono il boicottaggio di Israele sino a quando non cambiera’ le sue politiche verso i palestinesi sotto occupazione, hanno conseguito diversi successi negli ultimi due anni. Le autorità israeliane reagiscono a queste prese di posizione bollandole come «manifestazioni di antisemitismo» mascherate da azioni a sostegno dei diritti dei palestinesi.

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