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Brasile: in arrivo 6000 medici cubani

Medici ‘importati’ per coprire le aree rurali, dove il personale sanitario scarseggia, essendo principalmente concentrato nelle grandi città: è ciò che il Brasile sta negoziando con Cuba, di cui è il sesto socio commerciale e il primo fornitore di alimenti, oltre a essere anche il secondo importatore di farmaci e vaccini.
“Stiamo esaminando la possibilità di accogliere medici cubani attraverso consultazioni che coinvolgono l’Organizzazione panamericana della salute (Ops)… Pensiamo a circa 6000 medici o poco più” ha detto il capo della diplomazia di Brasilia, Antonio Patriota, al termine di un incontro nella capitale con il suo omologo cubano Bruno Rodríguez. Professionisti, hanno precisato i due ministri, destinati esclusivamente ad aree dove manca l’assistenza sanitaria. Perché i medici brasiliani, come del reato quelli venezuelani fino ad alcuni anni fa, non ne vogliono sapere di operare in zone isolate, impervie, dove la popolazione non ha soldi per pagare le visite o dove, se paga, lo fa in natura con i prodotti della terra. Come avvenne già a Caracas quando arrivarono migliaia di medici e infermieri cubani per cominciare ad assistere milioni di diseredati di cui le strutture sanitarie locali si disinteressavano, anche la ‘categoria’ brasiliana è insorta. In un comunicato il Consiglio Federale di Medicina del Brasile, l’ente che regola l’esercizio della professione medica nel paese latinoamericano, ha ‘condannato’ il progetto a cui stanno lavorando i governi di Brasilia e l’Avana, e prese di posizione simili sono arrivate da alcuni sindacati di settore. Che si sono scagliate non solo contro la possibilità che in Brasile comincino ad operare medici stranieri, ma anche medici brasiliani il cui diploma sia stato ottenuto all’estero senza la necessaria approvazione da parte degli organi di controllo nazionali.

Al di là degli aspetti sociali del progetto in questione, in realtà il Brasile, nonostante sia ormai la settima potenza economica mondiale, studia da tempo meccanismi per rimediare ad una mancanza di manodopera qualificata, in particolare nei settori della sanità e dell’ingegneria.
L’iniziativa era stata preannunciata dalla presidente Dilma Rousseff in occasione della sua visita a Cuba lo scorso anno quando pose l’accento anche sull’importanza di sviluppare la produzione congiunta di farmaci, come confermato da Patriota che ha avuto nuove parole di apprezzamento per i risultati della ricerca farmaceutica e la biotecnologia cubane. Patriota ha ricordato anche gli investimenti del Brasile in importanti opere di infrastruttura a Cuba, dalla costruzione di un grande porto a Mariel alla ristrutturazione degli aeroporti dell’Avana e di Santiago.

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