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Grecia: scioperi e solidarietà con i docenti minacciati dal governo

Infatti il ricorso da parte dell’esecutivo di Antonis Samaras della precettazione dei circa 90 mila insegnanti delle scuole superiori aderenti al sindacato Olme che avevano proclamato uno sciopero per il prossimo 17 maggio, in coincidenza con l’inizio degli esami di maturità, ha scatenato la solidarietà anche delle altre categorie di lavoratori, in particolare pubblici, che già da ieri sera sono scesi in piazza a fianco degli insegnanti minacciati dal governo.
Dopo che ieri il Consiglio di Stato ellenico ha respinto la richiesta della Federazione degli Insegnanti delle scuole medie e superiori (Olme), con la quale si chiedeva il ”congelamento” della misura di precettazione, ieri sera in tutta la Grecia migliaia di professori, studenti e lavoratori di altri settori hanno già manifestato ad Atene: i sindacati ufficiali si sono concentrati davanti alla sede dell’Olme, il sindacato comunista Pame ha realizzato invece una propria manifestazione nella centralissima Piazza Omonia. E manifestazioni di protesta contro l’autoritarismo del governo e di solidarietà con i docenti minacciati si sono svolte in molte altre città del paese.
Soltanto un antipasto dello sciopero di 24 ore di tutti i dipendenti pubblici in corso da questa mattina, proclamato ieri dal sindacato Adedy come reazione alla ‘mobilitazione forzosa’ degli insegnanti, giudicata incostituzionale e illegittima dalle organizzazioni dei lavoratori e dalle forze di sinistra. Un altro sciopero di quattro ore è stato indetto anche per giovedì per sostenere le rivendicazioni dei lavoratori della scuola. La protesta di questa mattina ha causato la chiusura di molte scuole e uffici pubblici, mentre la Polizia continua a distribuire ai singoli insegnanti la lettera di precettazione attraverso la quale il governo impone di presentarsi al lavoro il 17 maggio se non vorranno incorrere in multe, licenziamento o addirittura alcuni mesi di carcere. E’ la terza volta che l’esecutivo Samaras – sostenuto anche dall’ex sinistra radicale di Dimar – ricorre ad una legge d’emergenza contro i sindacati abusando di un provvedimento il cui utilizzo dovrebbe essere riservato esclusivamente a contesti di gravi catastrofi naturali.

La legge contestata dai lavoratori della scuola – e dalle organizzazioni degli studenti – prevede l’aumento dell’orario di lavoro per i docenti delle scuole superiori pari a due ore settimanali, a parità di salario. Inoltre prevede la mobilità forzata per migliaia di professori, e la riduzione del personale a partire dal licenziamento di circa 10 mila precari i cui contratti non verrebbero rinnovati.

 
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