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La longa manus della Turchia contro i militanti della sinistra

Un compagno turco molto conosciuto, Bahar Kimyongür, è stato arrestato in Spagna su richiesta del governo Turco di Erdogan.
Militante comunista turco residente in Belgio, è conosciuto da molti di noi anche in Italia per il suo impegno politico e la sua coerenza. Bahar era in Spagna con la sua famiglia.
Alcuni fonti di informazione parlano di incontri nei giorni scorsi tra il ministro dell’interno belga e il direttore dell’intelligence turca, riguardo la presenza di cittadini di Bruxelles in Siria e il monitoraggio dei “gruppi terroristici”.

Il 22 maggio scorso infatti un comunicato della ministra dell’Interno del Belgio Joelle Milquetha riferisce di un lungo incontro, durante una colazione, con il direttore dei servizi segreti turchi, Hakan Fidan. “Durante questo scambio molto costruttivo, diverse modalità di collaborazione e di scambio di informazioni nei diversi dossier evocati sono stati precisati e rafforzati, in ciò che concerne segnatamente la presenza di diversi fuoriusciti belgi in Siria ma anche il seguito e il controllo di diversi gruppi terroristi” dice il comunicato.
Sei giorni dopo, il 28 maggio, la Turchia emette in segreto un mandato di arresto internazionale contro Bahar (che era stato liberato 10 anni fa dalla giustizia belga dopo esser stato imprigionato sulla base di accuse arbitrarie).
Il 13 giugno: alla radio belga RTBF, la ministra Milquet sostiene il “democratico” premier turco Erdogan.
Il 17 giugno Bahar viene arrestato da agenti in borghese mentre visitava con sua moglie Deniz e i suoi due figli la cattedrale di Cordoba.

Oggi c’è stata un’udienza in cui il tribunale ha rinviato l’estradizione dando al governo turco 45 giorni di tempo per presentare le sue motivazioni sulla richiesta di arresto. Bahar sarebbe potuto uscire dal carcere ma è stata imposta una cauzione di 10mila euro di cui Bahar non dispone. I familiari e i compagni stanno attivando un conto corrente sul quale far pervenire urgentemente i fondi necessari.

 

Michel Collon e il sito di controinchiesta belga “Investig’ation” ha lanciato un appello internazionale: “Noi facciamo appello a ciascuno perchè denunci questa violazione del diritto ad esprimersi, questa bassa vendetta dei politici che si allineano con gli Stati Uniti, Israele e la Turchia!
A Bahar va tutta la nostra solidarietà militante.

MOBILITIAMOCI PER LA SUA IMMEDIATA LIBERAZIONE
NO ALL’ESTRADIZIONE

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1 Commento


  • manuela fabbretti

    Mi occupo di richiedenti asilo curdi,qualche attinenza con il fatto che a roma ormai,il riconoscimento dello status dei rifugiati curdi turchi e’ sempre negativo,ultimamente?E con delle motivazioni che stanno al di fuori della realta’?Sarebbe sufficiente che la commissione centrale legga i vostri articoli!

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