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Brasile: ancora manifestazioni, ancora scontri

Malgrado le promesse di parziali riforme da parte della presidente Dilma Rousseff, centinaia di migliaia di brasiliani sono scesi di nuovi in piazza ieri in diverse città contro la corruzione, il carovita e lo spreco di denaro pubblico. A Salvador de Bahia scontri tra polizia e manifestanti si sono registrati nelle vicinanze dell’Arena Fonte Nova. Gli agenti hanno sparato gas lacrimogeni per disperdere un gruppo di manifestanti che tentavano di forzare il cordone della polizia per raggiungere lo stadio, sorvolato da elicotteri della polizia. Non si registrano feriti. Ma anche all’interno dello stadio, durante la partita Giappone-Messico, sono comparsi, nonostante il divieto della Fifa, alcuni striscioni con scritte come ”Lavora e abbi fiducia” e ”Scendiamo in strada per cambiare il Brasile”.
Violenti scontri sono scoppiati a Belo Horizonte per la partita Giappone-Messico. Circa 125 mila persone – secondo stime della polizia, molti di più per gli organizzatori – hanno marciato per le strade della città. Per disperdere i dimostranti la polizia ha usato proiettili di gomma, lacrimogeni e gas urticanti. Pesante il bilancio finale: 25 feriti e 22 arresti 
A San Paolo sono scese in strada 35.000 persone e a Uruguaiana, nel sud, i manifestanti hanno occupato pacificamente per quattro ore il ponte che collega il Brasile all’Uruguay. 
Manifestazione di protesta ieri anche sulla famosa spiaggia di Copacabana, a Rio de Janeiro, contro le spese per l’organizzazione del mondiale di calcio del 2014. Il movimento ‘Rio da Paz’ ha realizzato una sorta di cimitero del calcio, seppellendo parzialmente 500 palloni con una croce rossa dipinta sulla parte visibile. ”Rappresentano i 500 mila brasiliani assassinati negli ultimi dieci anni”, ha spiegato Antonio Carlos Costa, fondatore del movimento, che ha chiesto al governo maggiori investimenti per la sicurezza, l’istruzione e la sanità.

Intanto un sondaggio pubblicato ieri sera dalla rivista Epoca rivela che il 75% dei brasiliani appoggia il movimento di protesta che sta scuotendo il Paese da due settimane. Il prezzo e la qualità dei servizi pubblici sono il principale motivo del sostegno alle proteste (77%), seguito dal malcontento nei confronti della classe politica (47%) e l’alto livello di corruzione che affligge il Brasile. Secondo il sondaggio dell’istituto Ibope, il 78% dei brasiliani considera quello della sanità pubblica il settore più danneggiato del Paese. Per quanto riguarda il capitolo calcio e spese, il 40% degli intervistati é favorevole alla Confederations Cup, il 28% é combattuto sull’argomento e il 31% é contro il torneo. Mentre sull’organizzazione dei prossimi Mondiali il 40% é “totalmente a favore”, il 27% “a favore” ed il 29% “contrario”.

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