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Turchia. Scontri nella notte ad Ankara

La polizia è intervenuta con gas lacrimogeni e idranti nel tentativo di disperdere centinaia di manifestanti anti-governativi che si erano radunati nel cuore di Ankara. Si segnalano quattro arresti compiuti dagli apparati polizieschi turchi. Gli scontri si sono verificati in una delle zone piu’ residenziali della citta’, il distretto di Dikmen, gia’ teatro nei giorni scorsi di violenti scontri tra polizia e dimostranti. Secondo l’emittente televisiva Ntv, i manifestanti hanno eretto barricate su un’arteria stradale, bloccando la circolazione.

Intanto, il prefetto di Istanbul, Huseyin Avni Mutlu, ha annunciato stamane la riapertura del Gezi Park dopo le proteste che avevano costretto le autorita’ a perimetrare l’area. ”Il lavoro sara’ completo in pochi giorni e il parco sara’ riaperto all’uso da parte della collettivita”’, ha detto Mutlu, citato dal sito del quotidiano Hurriyet.

Dall’inizio delle manifestazioni in Turchia, lo scorso 31 maggio, quattro persone sono rimaste uccise: tre manifestanti e un poliziotto. Secondo l’ultimo bilancio diffuso dall’organizzazione dei medici turchi i feriti sono stati circa 8.000. Secondo l’edizione online del quotidiano turco Hurriyet che cita un rapporto della ong Gundem Cocuk, almeno 294 minori sono stati arrestati dalla polizia turca durante le proteste contro il premier Recep Tayyip Erdogan. Secondo l’associazione almeno 78 minori sono stati arrestati a Ankara, 35 a Istanbul, 130 a Adana, 34 a Smirne, 15 a Mersine e 2 a Kayseri. In diversi casi, rileva l’ong, il fermo non è stato registrato, moltissimi sono stati pestati. Undici manifestanti sono stati incriminati con l’accusa di appartenenza a una organizzazione terroristica e posti in detenzione preventiva a Smirne.I 13 arrestati sono accusati anche di avere organizzato le proteste contro il premier Recep Tayyip Erdogan, di danni alla proprietà pubblica e privata e di attacco contro la polizia. Decine di manifestanti sono stati arrestati con le stesse accuse dall’antiterrorismo nelle ultime due settimane.

L’Imam della moschea di Dolmabahce, Fuat Yildirim, che aveva negato pubblicamente quanto dichiarato dal capo del governo sul fatto che dei manifestanti fossero entrati nella Moschea di Dolmabahce con delle bevande alcoliche, ha denunciato di essere stato interrogato per sei ore dagli agenti dell’antiterrorismo dopo le dichiarazioni che smentivano quelle Erdogan. Non solo. La moschea,, aveva accolto un ospedale da campo per i dimostranti feriti, dal 1 al 4 giugno, con l’autorizzazione dell’imam stesso.Per compattare e motivare i suoi sostenitori in diversi comizi Erdogan aveva affermato che dei manifestanti erano entrati nella moschea di Dolmabahce con bottiglie di birra in mano. Un atto sacrilego per i musulmani osservanti. ”Non ho visto nessuno consumare alcol all’interno della moschea o avere in mano una bevanda alcolica” aveva detto l’imam della moschea di Dolmabahce al quotidiano Yurt. ”Non posso dire una cosa che non ho visto” ha affermato, ”non posso dire una bugia, sono un uomo di Dio”.

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