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La Croazia entra nella Ue e vede il baratro

Decine di migliaia di persone hanno festeggiato nella notte in strade e piazze in tutte le città del Paese l’ingresso della Croazia nell’Unione europea, della quale il paese ex jugoslavo è divenuto il 28/mo Stato membro.

 10 anni di lunghi e difficili riforme che hanno portato a una radicale  liberalizzazione della società croata, che l’ha – certamente – “ammorbidita” nei tratti nazionalistici e apertamente fascisti eredità della tradizione “ustascia”, resuscitata durata la guerra civile nella ex Jugoslavia (fomentata dagli Stati Uniti e dalla stessa Ue), ma ne ha anche prostrato leconomia prima ancora che le trattative fossero concluse..

La festa centrale si è tenuta sulla piazza principale di Zagabria, dove davanti a circa 30 mila persone e 170 ospiti stranieri, presidenti, premier e ministri provenienti da tutti i Paesi dell’Ue. Presente al completo l’intera dirigenza dell’Unione europea – Herman Van Rompuy, Jose Manuel Barroso e Martin Schulz – a rappresentare l’Italia vi erano il presidente della repubblica Giorgio Napolitano e il ministro degli esteri Emma Bonino.

A mezzanotte le chiese della capitale croata hanno suonato le campane a festa. Le tv hanno trasmesso in diretta la cerimonia in cui a mezzanotte i ministri delle Finanze sloveno e croato hanno abolito i controlli doganali a un valico di confine tra le due ex repubbliche jugoslave, mentre alla frontiera con la Serbia il capo della polizia croata ha scoperto una tabella con la scritta “Unione europea”.

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1 Commento


  • Roccomeni

    Chiedo venia per le parolacce: se lo sono messi nel culo da soli.
    …. anche se non dimentichiamo i loro precedenti ustascia..

    W ROSSA !

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