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Caccia a Snowden, il presidente Morales costretto ad atterrare a Vienna

Diventa una caso ai limiti della guerra “diplomatica” il caso di Edward Snowden, l’ex collaboratore della Nsa che ha rivelato al mondo come gli Stati Uniti spiino tutte le comunicazioni possibili e immaginabili, anche tra i propri alleati, servendosi di un programma – Prism – che consente fi filtrare le cose ritenute più “interessanti”.

Nella notte è stata infatti messa in pericolo la vita di Evo Morales, presidente della Bolivia, di ritorno da Mosca, dove aveva partecipato ad un vertice del Forum di Paesi Esportatori di Gas. Al suo aereo presidenziale – e in quanto tale garantito da accordi diplomatici vigenti in pratica da sempre – è stato negato l’accesso ai cieli sopra diversi paesi europei, a cominciare dalla Francia, scalo obbligato per i voli da Mosca al Sudamerica. Gli Stati Uniti avevano infatto allertato i servitorelli europei “sospettando” che a bordo dell’aereo presidenziale boliviano vi potesse essere la “talpa” del Datagate, da giorni ufficialmente ferma nella zona transiti dell’aeroporto di Mosca.

La comunicazione di divieto di atterraggio è stata consegnata all’aereo quando ormai era molto vicino a Parigi e c’è stati un frenetico tamtam per trovare uno scalo alternativo dove fare rifornimento.

Anche l’Italia, oltre a Portogallo e Francia, avrebbe vietato l’ingresso nei propri cieli all’aereo da Mosca con a bordo il presidente della Bolivia Evo Morales. Naturalmente il ministero diretto dalla Bonino non commenta e non smentisce, in perfetto stile Cia.

Attualmente l’aereo con a bordo il presidente della Bolivia Evo Morales e il ministro della Difesa Ruben Saavedra è fermo sulla pista dell’aeroporto di Vienna. Saavedra ha poi annunciato che la Francia avrebbe finalmente dato il semaforo verde all’ingresso del velivolo nel suo spazio aereo ed è probabile che Morales possa proseguire il viaggio di ritorno verso la Bolivia nel corso della mattinata.

il governo di La Paz ha smentito ripetutamente che la “talpa” del Datagate fosse a bordo dell’aereo. “È stata messa a rischio la vita del presidente Morales”, ha detto Saavedra. “In pieno volo, a pochi minuti all’ingresso nello spazio aereo francese” l’aereo ha dovuto cambiare rotta. “Il signor Snowden non ha mai avuto alcun contatto con le nostre autorità e ancora meno poteva essere a bordo. è una bugia degli Stati Uniti utilizzata poi da alcuni governi europei, in questo caso Francia e Portogallo”, ha sottolineato Saavedra alla Cnn in spagnolo.

Nel ricordare che Lisbona aveva dato via libera “per rifornirci di combustibile nel suo territorio” prima di attraversare l’Atlantico, Saavedra ha aggiunto che poco prima del decollo a Mosca “le autorità portoghesi ci hanno avvertito che “per problemi tecnici” potevamo solo sorvolare il loro spazio aereo, ma non atterrare”. Dopo lo stop giunto qualche ora da Parigi in volo, “l’equipaggio ci ha consigliato di dirigerci a Vienna, dove siamo in effetti atterrati. Per il rientro in Bolivia intendiamo seguire la stessa rotta, siamo in attesa delle autorizzazioni, che potrebbero arrivare in due-tre ore”, ha sottolineato Saavedra.

“Non abbiamo niente da nascondere”, ha proseguito il ministro, precisando che se Snowden presenterà una richiesta di asilo politico, La Paz “la esaminerà. Non siamo a conoscenza di alcuna richiesta in questo senso. Nell’ambito del diritto internazionale – ha puntualizzato Saavedra – tali richieste possono essere presentate e i governi hanno poi a loro volta tutto il diritto di concedere, oppure no, l’asilo”.

Ci sono oviamente ora molte conseguenze sul piano diplomatico. Il divieto di entrare nel proprio spazio aereo di Francia, Italia e Portogallo ha subito suscitato le reazioni della stessa Bolivia, oltre al Venezuela e all’Ecuador. La Paz e Caracas hanno chiesto una riunione di urgenza dell’Unasur, il gruppo regionale sudamericano creato anni fa dal Hugo Chavez, il presidente venezuelano scomparso a marzo. Qualche ora prima, il presidente Nicolas Maduro – anche lui di passaggio a Mosca per incontrare Putin – aveva detto che la ‘talpà del Datagate deve essere “protetta”, ricordando che Snowden è un giovane “che ha osato dire delle verità sul tentativo dell’impero americano di controllare il mondo”. Il blocco imposto al volo di Morales da parte di Lisbona e Parigi rappresenta “un attentato e un’aggressione brutale”, ha d’altra parte commentato il ministro degli esteri venezuelano, Elias Jaua, che si trova in Bielorussia. “Chiediamo ai paesi dell’America Latina di pronunciarsi”, ha aggiunto Jaua.

Alla Bolivia “non è ancora pervenuta ufficialmente alcuna domanda di asilo politico” da parte di Edward Snowden, ma il presidente Evo Morales “ha già fornito la possibile risposta su cio’ che faremmo” nel caso in cui alla fine arrivasse davvero l’istanza di accoglienza della ‘talpà dell’Nsagate. Nel precisarlo il vice di Morales, Alvaro Garcia Linera, ha ricordato come il capo dello Stato sud-americano avesse dichiarato ieri, intervistato dall’emittente televisiva ‘Russia Today’: “Se ci fosse una richiesta del genere, ovviamente saremmo pronti a discuterne, a esaminare la questione. Perchè No?”, aveva aggiunto Morales. Tanto è bastato a far scattare l’allarme nella testa dei vertici statunitensi, a partire ovviamente da Obama, che Snowden potesse lasciara Mosca grazie a un “passaggio” sull’aereo presidenziale boliviano (esente da controlli quanto e più di ogni “valigia diplomatica”).

Si tratta naturalmente di un fatto gravissimo, quasi un atto di guerra vero e proprio. Evidentemente gli Stati Uniti, in crescenti difficoltà per dover giustificare al mondo il fatto di arrogarsi di spiare chiunque – alleati compresi – in basi ai propri esclusivi interessi, ritengono di dover “mostrare i muscoli” per uscire dall’impasse e dimostrare a tutto il mondo di essere al di sopradi qualsiasi trattato e legge internazionale.
Non stupisce il servilismo caporalesco di diversi paesi europei – Francia compresa – che nelle occasioni ufficiali e nella retorica un tanto al chilo ripetono sempre di essere “sovrani”. Stupisce che questi stessi paesi – e i loro strumenti mediatici – non si pongano più nessuna domanda. Persino Craxi, a Sigonella, era stato più dignitoso…

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1 Commento


  • Francesco Casuccio

    Stati canaglia e servitori.
    Invece di rivendicare la propria indipendenza nazionale versus il ‘premio nobel della pace ‘ Obama, i sub-imperialisti europei sbattono i tacchi e molestano un volo di stato.
    Questi servitori se la sognano la dignità e la forza di Evo Morales.
    Imperialismo straccione.
    Fuori gli imperialisti dall’Europa!

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