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Egitto: l’esercito spara, è strage

Gli aggiornamenti

20.00 – ”Riteniamo che non sia nel miglior interesse degli Stati Uniti” rivedere gli aiuti all’Egitto. Lo afferma il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, rispondendo a chi gli chiedeva un commento sulla possibilita’ di un taglio degli aiuti al paese.

17.55
– Giornalisti della tv satellitare panaraba al-Jazeera, finanziata dal governo del Qatar, sono stati allontanati da una conferenza stampa tenuta al Cairo dai militari oggi pomeriggio. Durante la conferenza stampa un giornalista ha chiesto che i ”rappresentanti di al-Jazeera” venissero allontanati. ”Rifiutiamo la presenza di rappresentanti di al-Jazeera durante la conferenza stampa”, ha detto il reporter. E presto nella sala stampa é scoppiato il caos e molti reporter hanno intonato slogan contro la tv, come ”Via al-Jazeera!”. La troupe dell’emittente ha quindi lasciato la sala stampa. Dal Qatar, che ha sostenuto il presidente deposto Mohamed Morsi ma che recentemente ha inviato un messaggio interlocutorio ai militari golpisti, oggi é arrivata una ”dura condanna” per le violenze di questa mattina al Cairo. 

17.30
– ”L’esercito egiziano non permetterà a nessuno di minacciare la sicurezza nazionale”. Cosi’ il portavoce delle forze armate, Ahmed Ali, in conferenza stampa oggi al Cairo. L’esercito ha poi chiesto che ”vengano smobilitati i sit-in” e promette che i ”manifestanti non saranno arrestati”. 

16.00 –
Continuano a rincorrersi le cifre riguardanti la strage di questa mattina, a seconda delle fonti. Comunque il bilancio ancora provvisorio continua a salire e ora anche il capo dei servizi di emergenza egiziani, Mohamed Sultan, parla di almeno 51 morti, tra cui donne e bambini. I feriti sarebbero 435.

14.40
– Mohamed elBaradei, leader del fronte liberale egiziano, ha presentato al presidente ad interim Adly Monsour un pacchetto di proposte. La proposta include “l’assegnazione di nuovi poteri al parlamento”, tra i quali quello di “convocare il presidente” a riferire in aula e “partecipare con l’autorità giudiziaria alla nomina del procuratore generale e dei suoi vice”. Il capo del partito Dostour ha inoltre proposto che nessun partito sia escluso dal processo politico e che “si dia forza ai diritti e alle libertà fondamentali degli egiziani, non solo nella costituzione e nella legge, ma anche in un processo culturale esente da discriminazioni settarie, religiose o etniche”. Baradei ha  chiesto che le cariche dei governatori provinciali siano elettive, che alcuni poteri del ministero della Giustizia siano passati al Consiglio supremo della magistratura e che la gestione degli apparati di sicurezza avvenga a livello centrale. 

14.30 – Non ci sono minori tra le vittime della strage di questa mattina al Cairo. Lo ha affermato Mohamed Sultan, capo dell’autorità sanitaria responsabile per i soccorsi citato dal quotidiano Egypt Independent, che ha quindi smentito quanto affermato in mattinata dai Fratelli Musulmani. Il gruppo ha annunciato che tra le vittime dell’attacco dei militari si contano diverse donne e sette minorenni, tra i quali almeno due bambini piccoli. 

14.20 – Pur avendo abbandonato il dialogo per la formazione del nuovo governo, il partito salafita Nour “non andrà a manifestare con i Fratelli Musulmani di fronte alla sede della Guardia repubblicana”, teatro della strage di stamattina. Lo ha detto Sharif Taha, membro del comitato centrale del partito. “Quello che é accaduto all’alba è la conferma che la nostra posizione, presa già da tempo, é corretta: andare in piazza produce solo un bagno di sangue”.

14.00 – Il presidente egiziano a interim Adly Mansour ha ordinato una inchiesta indipendente sulla strage avvenuta davanti alla sede della Guardia Repubblicana. La tv di Stato si apprende che il presidente sta formando una commissione di inchiesta. Allo stesso tempo il portavoce di Mansour, Ahmed Elmoslmany, ha chiarito che il massacro non fermerà i tentativi di formare un nuovo governo.

13.45
– La polizia egiziana ha arrestato uno dei portavoce dei Fratelli Musulmani, Ahmed Aref, insieme a sei sostenitori del predicatore salafita Hazem Salah Abu Ismail. Per i sette l’accusa é di possesso illegale di armi. 

13.20
– Si aggraverebbe il bilancio della strage di stamattina, che secondo i Fratelli Musulmani sarebbero 77: tra le vittime, sempre secondo gli islamisti, ci sarebbero otto donne e sette bambini.

12.55
– L’Unione europea “condanna con forza” le violenze in Egitto delle ultime ore, ma non pensa al momento di modificare la sua politica verso l’Egitto o di bloccare gli aiuti destinati verso il paese. Lo ha detto oggi il portavoce Ue per la politica estera Michael Mann. 

12.45
– Gran parte delle vittime della strage di questa mattina al Cairo sono state uccise da “spari alla testa, al collo o al petto”, il che lascia pensare che fossero in azione “cecchini dell’esercito”. Lo ha detto una fonte del servizio di soccorso alla tv satellitare al-Jazeera, avvalorando la versione dei fatti riferita dai Fratelli Musulmani. Secondo le Forze armate, i militari sono intervenuti all’alba per fermare un assalto di “terroristi” contro la sede della Guardia repubblicana in cui si ritiene si trovi il presidente deposto Mohamed Morsi. Diversa la versione dei Fratelli Musulmani, secondo i quali soldati e poliziotti hanno fatto irruzione con i lacrimogeni nella piazza in cui si svolgeva un “sit-in pacifico”. Subito dopo sarebbero partiti gli spari. Molti esponenti della Fratellanza, tra i quali il portavoce Gehad el-Haddad, hanno pubblicato su Twitter foto di cadaveri o di feriti che mostrano segni di pallottole al cranio o nella parte alta del corpo.

12.25
– I due soldati egiziani sequestrati stamani da sostenitori del presidente deposto Morsi sono riusciti a fuggire. Lo ha riferito la tv di stato egiziana, citata dal sito di Al Arabiya. I due militari, Samir Abdallah Ali e Azzam Hazem Ali, sono stati rapiti nel quartiere di Ain Shams, fatti salire a forza in un veicolo e costretti a fare una dichiarazione a un altoparlante a favore di Morsi e contro l’esercito. Uno di loro mentre parlava é stato duramente picchiato.

12.10
– Sono almeno 300, secondo fonti mediche, i feriti causati questa mattina all’alba durante la strage di manifestanti davanti alla caserma della Guardia Repubblicana. Secondo i Fratelli musulmani, i feriti sarebbero invece 500. Morti e feriti sono stati portati in un ospedale improvvisato nel quartiere di Nasr City, roccaforte degli islamici, circondata ancora da posti di blocco militari. “Abbiamo gente colpita alla testa, proiettili esplosi una volta penetrati nel corpo, facendo a pezzi gli organi – ha detto ad Al Jazira un portavoce della Fratellanza, Gehad Haddad -. Qualsiasi polizia al mondo sa come disperdere un sit-in. Questo é solo un atto criminale contro i manifestanti”. Secondo Haddad, la scontro é cominciato alle 3,30 di notte, quando polizia ed esercito hanno cominciato a sparare al sit-in di dimostranti davanti al quartiere generale della Guardia repubblicana al Cairo. Ma l’esercito nega e parla di un tentato assalto alla sede militare da parte dei Fratelli Musulmani; secondo i militari a sparare sarebbero stati gruppi di civili armati non meglio identificati.

11.40
– Un giudice ha ordinato la chiusura della sede centrale del Partito Libertà e Giustizia, braccio politico del movimento religioso dei Fratelli Musulmani, dopo il ritrovamento di armi all’interno dei locali. La polizia avrebbe trovato “liquido infiammabile, coltelli e armi” che sarebbero state utilizzate “contro i manifestanti scesi in piazza il 30 giugno” per una imponente manifestazione di protesta contro il presidente destituito Mohamed Morsi. 

11.20 – “E’ necessaria un’indagine indipendente” sulla strage di questa mattina al Cairo – si contano almeno 42 morti (53 secondo i Fratelli Musulmani) – in un’operazione dell’esercito contro una manifestazione a sostegno del presidente deposto Mohamed Morsi. Lo ha scritto su Twitter Mohamed elBaradei, portavoce delle opposizioni liberali egiziane, indicato come possibile vice presidente ad interim. “La violenza genera violenza e deve essere condannata formalmente – ha scritto elBaradei su Twitter – E’ necessaria un’indagine indipendente. La transizione pacifica é l’unica via”. 

11.00 – Fonti mediche confermano che il numero delle vittime della strage di questa mattina davanti ad una caserma della Guardia Repubblicana è di 42 morti e alcune centinaia di feriti, la maggior parte raggiunti da pallottole. I Fratelli Musulmani danno però cifre più alte, superiori alle 50 vittime. Alcuni testimoni parlano di militari in divisa che miravano in aria e di altri uomini in abiti civili che invece sparavano sulla folla.

10.45
– Alcuni sostenitori armati dell’ex presidente egiziano Mohamed Morsi avrebbero catturato due soldati. Lo riferiscono fonti delle Forze armate. I due, Samir Abdallah Ali e Azzam Hazem Ali, sarebbero stati prelevati da un veicolo e obbligati a fare una dichiarazione a favore di Morsi e contro l’esercito da un altoparlante. 

10.30 –  Sarebbe salito a 42 il bilancio dei morti nella repressione di un presunto assalto dei dimostranti islamisti al Cairo contro una caserma della Guardia Repubblicana. Lo affermano la tv di stato egiziana e un responsabile dei servizi di soccorso.

10.20 – Il partito Libertà e Giustizia, espressione dei Fratelli musulmani, ha fatto appello in una dichiarazione a una ”sollevazione del grande popolo dell’Egitto contro coloro che tentano di rubargli la sua rivoluzione coi carri armati”. Il partito ”sollecita la comunità internazionale, i gruppi internazionali e tutti gli uomini liberi del mondo a intervenire per impedire altri massacri… e l’apparizione di una nuova Siria nel mondo arabo”.

10.10 – E’ di 35 morti il bilancio della strage di questa mattina all’alba davanti ad una sede della Guardia Repubblicana dove si ritiene sia rinchiuso il presidente deposto Mohamed Morsi. Lo ha detto una fonte del ministero egiziano della Salute citata dall’agenzia turca Anadolu. In portavoce dei Fratelli Musulmani, Gehad el-Haddad, parla invece di 37 morti.

10.00
– E’ “molto probabile” che l’economista 48enne Ziad Bahaa el-Din sia nominato entro poche ore premier ad interim dell’Egitto. Se ne dice convinto il portavoce presidenziale Ahmed al-Muslimani secondo cui il presidente Adly Mansour ha scelto Bahaa el-Din in quanto “tecnocrate” privo della forte caratterizzazione politica del primo nome circolato per la carica di premier, Mohamed el-Baradei. Che comunque dovrebbe invece ricoprire la carica di vice presidente. Esperto di diritto commerciale ed ex capo dell’Autority per gli investimenti ai tempi di Mubarak, Bahaa el-Din é anche fondatore del piccolo Partito socialdemocratico e, come elBaradei, aderisce al Fronte di salvezza nazionale, principale raggruppamento politico dei liberali egiziani. Ma dopo la strage di stamattina davanti alla caserma della Guardia Repubblicana al Cairo il potente partito salafita Al Nour ha posto il veto su entrambi i nomi e oggi ha annunciato il suo ritiro dai colloqui per il nuovo governo. 

9.35 – I militari egiziani affermano di aver arrestato circa 200 persone che poco prima dell’alba “cercavano di assaltare un edificio della Gurdia Repubblicana al Cairo, armati di pistole, bombe artigianali e altre armi”. Le forze armate, citate dalla tv di Stato, smentiscono la versione dei fatti diffusa dai Fratelli Musulmani e da alcuni media, secondo i quali i militari e la polizia sono intervenuti con armi da fuoco e lacrimogeni con il solo intento di disperdere un sit-in pacifico a sostegno del presidente deposto Mohamed Morsi. Secondo la Fratellanza, 37 manifestanti sono stati uccisi e 500 sono rimasti feriti. I militari contano un morto e 40 feriti tra le loro file.

9.30 – Il numero di manifestanti pro-Morsi uccisi di fronte a una caserma della Guardia repubblicana al Cairo avrebbe raggiunto quota 37. Lo sostiene Gehad el-Haddad, portavoce dei Fratelli Musulmani, che su Twitter riferisce anche di “notizie su cinque minori, tra i quali due bambini” uccisi nel raid dei militari. 

9.25 – Il partito salafita egiziano Al Nour si é ritirato dai colloqui per la formazione del governo dopo il golpe che ha portato alla destituzione del presidente Mohamed Morsi. Lo ha riferito un portavoce. Al Jazira ha spiegato che la decisione é legata alla strage di manifestanti pro-Morsi davanti alla sede della Guardia repubblicana. 

9.20 – Il leader del partito salafita egiziano El Nour, Younes Makhyoun, ha respinto la scelta dell’avvocato Ziad Baha Eddin come premier ad interim dell’Egitto, ed anche di Mohamed El Baradei come vicepresidente, affermando che quelle cariche dovrebbero andare a personalità più neutrali. “Sono entrambi del Fronte di salvezza nazionale (la coalizione delle opposizioni laiche), ed é una cosa che respingiamo”, ha affermato in un’intervista alla Reuters.

9.15 – Quindici persone sono rimaste uccise all’alba al Cairo in scontri davanti a una caserma della Guardia repubblicana. Lo affermano fonti mediche. Il canale egiziano di Al Jazira ha mostrato di immagini di cinque uomini uccisi negli scontri e di medici che cercano di rianimare un uomo privo di sensi in una clinica di fortuna in un vicino sit-in pro-Morsi. 

Alla ricerca di un premier, l’esercito spara sugli islamisti

Piazze ancora mobilitate, su fronti contrapposti, in Egitto, a cinque giorni dalla deposizione da parte dei militari di Mohamed Morsi. Mentre la marea umana dei ‘ribelli’ di piazza Tahrir assisteva ad acrobazie di elicotteri e jet militari al tramonto, dalle trattative per la formazione del nuovo governo é emerso ieri sera, dopo il no dei salafiti al nobel El Baradei, un nome per la carica di premier ad interim: sarebbe l’economista “socialdemocratico” Zeyad Baha Eddin, già capo dell’authority egiziana per gli investimenti all’epoca del regime di Mubarak. Secondo Ahmad al-Mouslimani, portavoce della presidenza egiziana, il leader dell’opposizione liberale Mohamed El Baradei potrebbe ricoprire la carica di vicepresidente di transizione. ”L’obiettivo principale é ottenere un consenso nazionale da tutti i partiti, e io credo che sia stato raggiunto”, ha affermato al-Mouslimani.
Eddin, 48 anni, é un avvocato specializzato in diritto commerciale laureatosi a Oxford. Aveva lasciato la carica poco prima della caduta di Hosni Mubarak, nel 2011, probabilmente per non essere travolto insieme al suo padrino caduto in disgrazia. 

Che la nomina di Eddin sia confermata è ancora da vedere. E comunque sul terreno ieri, dopo una giornata relativamente calma, la situazione è diventata di nuovo tesissima e il numero dei morti si è di nuovo impennato.

Durante la notte una gran folla di membri della Fratellanza Musulmana e di sostenitori del presidente deposto Morsi si sono concentrati davanti alla sede centrale del Cairo della Guardia Repubblicana, blindata da un forte dispositivo di sicurezza. All’inizio polizia ed esercito hanno tentato di disperdere i manifestanti con i lacrimogeni ma poi la situazione è degenerata. Di fronte alla resistenza e all’aggressività dei dimostranti, all’alba di oggi i militari hanno aperto il fuoco sulla folla causando una vera e propria strage, anche se per ora il numero delle vittime non è chiaro anche perché la Polizia ha blindato il quartiere e impedisce l’accesso anche ai giornalisti: il portavoce del partito Libertà e giustizia Murad Ali parla addirittura di 34 vittime mentre il portavoce della confraternita dei Fratelli musulmani Ahmed Aref afferma che ci sono 16 morti e un centinaio di feriti. Da parte sua l’esercito egiziano afferma che un ufficiale é stato ucciso e 40 militari sono stati feriti in un attacco all’alba di un ”gruppo terrorista” contro una caserma della Guardia repubblicana al Cairo.

Sul fronte caldo del Sinai, invece, continuano gli attacchi delle milizie islamiste. Ieri pomeriggio un soldato é stato ucciso da uomini armati a El Arish, nel nord della penisola al confine con Gaza e Israele, dove già venerdì gli islamisti avevano assaltato la sede del governatorato e in un altro attacco avevano ucciso cinque poliziotti.
In base a quanto ha riferito un responsabile della Sicurezza, uomini armati hanno attaccato un posto di blocco militare uccidendo il soldato di guardia. 

Sta avendo successo un’iniziativa di raccolta fondi lanciata dall’emittente egiziana Cbc, il cui proprietario Mohamed el Amin é il tycoon accusato recentemente da Morsi di usare le sue televisioni contro la presidenza, evadendo massicciamente il fisco. Alla raccolta di fondi ”Sostieni l’Egitto” sul conto 306/306 hanno promesso contributi anche le forze armate e il ministero dell’interno, scrive al Ahram online, con l’obiettivo di raccogliere dieci miliardi di lire egiziane, pare a circa un miliardo di euro.

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