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Egitto. I Fratelli Musulmani non lasciano le piazze

Il rischio di un “bagno di sangue” incombe ancora sull’Egitto. L’Alleanza che raggruppa i sostenitori del presidente deposto Mohamed Morsi ha indetto anche per oggi manifestazioni in tutto il Paese. I Fratelli musulmani, hanno invitato i manifestanti di tutte le città egiziane a marciare sulle piazze “e passarci la notte”. Le aree di piazza Rabaa e Nahda, restano gremite di decine di migliaia di attivisti pro-Morsi. Le piazze sono state sorvolate dagli elicotteri militari, mentre numerosi testimoni riferiscono di un massiccio dispiegamento di agenti. Per il blitz sarebbero state mobilitate 120 brigate dei servizi di sicurezza centrali oltre a migliaia tra poliziotti e reclute.

Il generale Sarwat Gouda, ex comandante dei servizi segreti egiziani, ha assicurato al quotidiano al Masry Alyom che lo sgombero “inizierà entro le prossime 24 ore”, probabilmente alle prime luci dell’alba. Le persone presenti nelle piazze gridano le parole d’ordine ripetute ossessivamente in queste settimane: “Morsi torni al potere, i militari vadano via”. I leader rimasti a piede libero dei Fratelli musulmani e del loro braccio politico, il partito Giustizia e libertà (Fjp), hanno ribadito nelle ultime ore che “dovranno ucciderci tutti”, e che “il nostro martirio sarà l’inizio di una nuova rivoluzione”.

Piazza Tahrir, dopo essere rimasta deserta nei giorni scorsi, è tornata a riempirsi di manifestanti anti Morsi.

Polemiche intanto sul raid compiuto contro i miliziani jihadisti in Sinai: dopo una serie di smentite, fonti delle forze di sicurezza citate dall’agenzia ufficiale Mena e rilanciate dalla tv di Stato, hanno rivelato che è stato un elicottero Apache egiziano a colpire un gruppo di combattenti che si preparava a lanciare missili contro “centri vitali del Sinai”. In un primo momento si era parlato di un drone israeliano entrato in azione all’indomani dell’allarme che aveva costretto le autorità dello Stato ebraico a chiudere lo scalo di Eilat – nei pressi del confine – ai voli in arrivo, dopo una potenziale minaccia terroristica che secondo l’agenzia palestinese Maan era stata comunicata agli 007 israeliani dai colleghi egiziani. Ma l’ipotesi che un velivolo israeliano avesse violato lo spazio aereo aveva scatenato la ridda di accuse al governo provvisorio, indicato come connivente con Israele, alimentando gli strali dei Fratelli musulmani e del vasto fronte anti-israeliano in Egitto.

 

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