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Siria. L’ONU vuole vederci chiaro su chi ha usato le armi chimiche

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite chiede che sia fatta ”chiarezza” sull’accusa di uso di armi chimiche in Siria, rivolta dai gruppi anti-assad al governo di Damasco ha detto il presidente di turno del Consiglio, l’argentina Maria Cristina Perceval, precisando che i Quindici ”accolgono la determinazione del segretario generale (Ban Ki Moon) ad assicurare un’indagine pronta, approfondita e imparziale” sulla vicenda. Il Consiglio di Sicurezza, riunitosi ieri sera a New York, non ha però trovato l’accordo sull’avvio di un’inchiesta per il no di due dei membri permanenti, Cina e Russia. Ma questa posizione dell’Onu scontenta i “falchi” che vorrebbero un intervento militare contro la Siria. “Se il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non sara’ in grado di prendere una decisione sugli attacchi chimici in Siria, queste dovrebbero essere prese ”in altri modi” ha dichiarato ad esempio il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius. In Siria “è stata superata la linea rossa” ha affermato oggi il ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoglu.

Nel maggio scorso però Carla del Ponte, membro della Commissione Onu che indaga sulle violazione dei diritti umani in Siria ed ex procuratore del Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia, fece un annuncio clamoroso secondo cui “Stando alle testimonianze che abbiamo raccolto sono state utilizzate armi chimiche, in particolare gas nervino. Dalla nostra indagine emergerebbe che sono state usate dagli oppositori, dai ribelli”, aveva dichiarato alla radio svizzera. Testimonianze e seri sospetti, anche indizi. Ma anche in quel caso non sono state prodotte prove inconfutabili. Il governo siriano dal canto suo ha ribadito la propria totale estraneita’ all’utilizzo di armi chimiche nel Paese denunciato ieri dalle opposizioni. ”Sarebbe stato un suicidio politico usarle proprio nel primo giorno di lavoro degli esperti Onu in Siria”, ha dichiarato all’Afp un alto funzionario dei servizi di sicurezza. ”Tutti gli analisti – ha aggiunto – concordano sul fatto che non e’ nel nostro interesse, date le circostanze attuali, utilizzare armi chimiche con gli ispettori sul posto”.

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