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Atene. Rapper ucciso, funerali di rabbia

Per richiesta della sua famiglia, i funerali dell’operaio metalmeccanico e rapper antifascista Pavlos Fyssas, assassinato la sera di martedì durante un agguato fascista, si sono svolti ieri all’interno del cimitero di Schisto al Pireo, grande città portuale a pochi chilometri dalla capitale ellenica. Alla cerimonia funebre hanno partecipato circa duecento persone che alla commozione hanno associato anche slogan antifascisti e hanno cantato due dei pezzi preferiti da Pavlos.

Ieri in contemporanea con i funerali tutte le associazioni e i sindacati dei lavoratori del settore della navigazione hanno indetto una manifestazione antifascista in piazza Davaki a Nikaia, presso il luogo dove il giovane è stato ucciso. Moltissime le persone del quartiere ma arrivate anche dal resto di Atene, che sono andate fino al luogo dell’agguato per depositare un fiore o un biglietto in omaggio all’artista assassinato.

Nel pomeriggio migliaia di antifascisti sono scesi in piazza per manifestare in diverse zone. Mentre alcune organizzazioni della sinistra hanno deciso di presidiare il luogo dell’omicidio a Keratsini, altre hanno deciso di sfilare in corteo nelle vie del quartiere di Nikaia blindato da centinaia di agenti in tenuta antisommossa che difendevano la sede di Alba Dorata, il partito di estrema destra finito sotto accusa dopo che Giorgos Rounpakias, uno squadrista sul libro paga dei neonazisti, ha confessato l’omicidio, mentre in rete hanno cominciato a circolare sue foto in compagnia di alcuni dirigenti della formazione di cui ora la sinistra chiede la messa fuori legge. Proprio ieri pomeriggio il fuhrer del partito squadrista aveva chiamato i suoi a difendere i locali nel quartiere dove scendevano in piazza gli antifascisti attizzando la tensione, anche se poi pare che l’annunciata assemblea dei militanti di Alba Dorata sia stata annullata.

“Fuori i fascisti”, “gli operai non hanno paura delle minacce”, “Il popolo non china il capo, la resistenza è l’unica strada possibile” ma anche ”Uno nella fossa, mille nella lotta”, o “sangue che scorre vuole vendetta” gli slogan urlati dai manifestanti, un appello alla lotta ripreso anche dai presidi antifascisti organizzati in questi giorni a Barcellona, Parigi, Stoccolma, Valencia, Bruxelles e Londra, mentre in alcune città italiane durante la notte sono comparse scritte e murales per Killah P, ennesima vittima della violenza nazista.

Rounpakias, arrestato insieme alla moglie e ad altri due esponenti locali della formazione neonazista accusati di complicità, sarà interrogato domani dai magistrati.

Intanto è stato confermato l’arresto di 34 dei manifestanti fermati mercoledì durante gli scontri ad Atene che avevano caratterizzato la prima risposta di massa contro l’ennesimo caso di violenza da parte degli squadristi di Chrysi Avgi. Moltissimi degli arrestati hanno denunciato la violenza gratuita della polizia che ha pestato alcuni manifestanti ed ha sparato lacrimogeni e proiettili di gomma ad altezza d’uomo che hanno causato gravi ferite alla testa di alcuni di loro. Tra le decine di antifascisti feriti uno in particolari è stato ridotto in condizioni gravi, i medici dell’Ospedale Tzanio henno provato per 2 ore e mezza a salvargli un occhio, ma purtroppo non ci sono riusciti.
Oggi e domani altre manifestazioni antifasciste sono state indette in numerose località della Grecia, mentre stanno suscitando non poche polemiche le immagini e i video che ritraggono i poliziotti che lanciano sassi e bastoni contro i dimostranti antifascisti scesi in piazza nei giorni scorsi, in alcuni casi con l’aggravante della presenza tra i cordoni di celerini di uomini in borghese, alcuni dei quali sarebbero militanti di Alba Dorata (guarda il video qui sotto).

                              

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