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Argentina: Baltazar Garzon, contestato, scappa dal retro

Due contestazioni in una settimana. L’accoglienza riservata all’ex giudice e persecutore di baschi e militanti di sinistra in generale durante il suo viaggio in Argentina è stata più che movimentata, grazie soprattutto alla dinamicità del nodo locale della rete internazionale “Amici e amiche del Paese Basco” (Ehl) che non ha fatto mancare il proprio ‘calore’ a Garzon.

L’ex supergiudice dell’Audiencia Nacional era stato invitato a tenere un’intervista nella sede della Radio Nacional di Buenos Aires, alla presenza di un piccolo pubblico, dal giornalista Horacio Embón. Garzòn è arrivato agli studi dell’emittente scortato da un gran numero di bodyguard, ed ha iniziato a rispondere alle domande dell’intervistatore. Ad un certo punto un gruppo di contestatori presenti tra il pubblico lo ha cominciato a interrompere lanciando slogan contro le sue responsabilità nell’incarcerazione e nella tortura di un gran numero di attivisti della sinistra basca. Uno dei contestatori ha denunciato: “è vergognoso che venga qui a parlare di diritti umani dopo aver condannato alla tortura e al carcere attivisti dei movimenti popolari per decine di anni per il solo fatto che erano indipendentisti”. Nel frattempo i contestatori ‘infiltrati’ nel pubblico del piccolo auditorium della radio hanno cominciato a sventolare varie ikurriñe – le bandiere basche bianche rosse e verdi – e a mostrare cartelli con il volto tumefatto di Unai Romano, un giovane attivista basco sottoposto a tortura da parte della polizia spagnola quando Garzòn guidava le inchieste contro Batasuna e le organizzazioni popolari della sinistra indipendentista (nella foto, Unai Romano prima e dopo le torture). Dopo altri slogan e urla che hanno reso vano il tentativo di riprendere l’intervista, i contestatori hanno lasciato la sala, improvvisando un presidio all’esterno degli studi radiofonici ed esibendo uno striscione che diceva “Fuori Garzon dall’Argentina. Non vogliamo persecutori del popolo basco”.

“Di fronte a Garzòn, capo di un tribunale fascista che è l’Audiencia Nacional spagnola, sono passati centinaia di ragazzi e ragazze basche, torturati o in alcuni casi violentate dalla polizia, e mai lui si è degnato di aprire indagini sulle violenze, colpevolizzando invece le vittime in nome del fatto che chi denunciava di aver subito delle torture lo faceva proprio in quanto militante dell’ETA” ha spiegato un attivista della rete argentina di solidarietà con Euskal Herria. Ricordando che “Garzòn subì anni fa la sua prima pesante sconfitta, quando la mobilitazione popolare obbligò il governo a non concedere l’estradizione in Spagna per un militante basco, Iosu Lariz Iriondo. La magistratura argentina non concesse l’estradizione sulla base del fatto che la Spagna non garantiva l’incolumità fisica dell’imputato che rischiava di essere sottoposto a tortura”.

 

La protesta è durata più di un’ora, nell’attesa che l’ex supergiudice caduto in disgrazia uscisse. Ma il pavido Garzòn ha creduto bene di svignarsela da una piccola porticina sul retro, scortato da un dispositivo di sicurezza ancora maggiore di quello che lo aveva accompagnato all’andata, con cordoni di polizia in assetto antisommossa che circondavano gli attivisti e proteggevano gli ingressi degli studi radiofonici. I contestatori lo hanno salutato al grido di “Garzòn, fascista, sei tu il terrorista” e “Scappi come un topo”. Si è concluso così il secondo ‘escrache’ in pochi giorni all’ex star della cosiddetta lotta al terrorismo di Madrid, non si capisce perché ancora simpatico a molti progressisti in Europa e in America Latina. La prima contestazione era andata in scena lo scorso 17 settembre all’interno di una facoltà dell’Università di Buenos Aires. In quel caso decine di persone lo avevano interrotto, sventolando bandiere basche e quelle per l’amnistia dei prigionieri politici, dedicandogli un canto indirizzato normalmente ai gerarchi fascisti della dittatura militare che ha insanguinato l’Argentina per molti anni nel recente passato.

                          

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1 Commento


  • Franco 296

    Questo articolo non mi piace proprio; è una caduta di stile. Questo magistrato è una degnissima persona, e mi basta “solo” questo per rendermelo simpatico:
    “Fra i casi di rilievo internazionale, ha più volte espresso il desiderio di sottoporre a giudizio l’ex segretario di stato USA Henry Kissinger, in relazione all’instaurazione delle dittature degli anni settanta in America Latina, la cosiddetta Operazione Condor.”
    In più Garzón ha portato avanti molti processi contro militari dell’Argentina per la scomparsa di cittadini spagnoli durante la dittatura militare del 1976-1983. Alla fine sono stati processati Adolfo Scilingo e Miguel Angel Cavallo. Il 19 aprile 2005 Scilingo è stato condannato a 640 anni di detenzione dall’Audiencia Nacional.”
    Perchè dimenticarlo?

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