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La Spagna sequestra i disoccupati

Lo scorso 3 agosto, quando chi se lo poteva permettere era in ferie e moltissimi spagnoli boccheggiavano per la calura estiva, l’equivalente iberico della Gazzetta Ufficiale pubblicava un Decreto Reale che conteneva, tra le altre cose, ‘misure urgenti’ in merito alla concessione dell’indennità di disoccupazione a chi è rimasto senza lavoro (e nello Stato Spagnolo si parla del 27% della popolazione attiva).

Fino a quel momento un disoccupato che percepiva il sussidio – che il governo Rajoy ha ampiamente tagliato all’inizio dell’anno – poteva recarsi all’estero fino a 15 giorni senza doverlo comunicare alle autorità competenti. La comunicazione scattava solo in caso di viaggi all’estero superiori ai 15 giorni e inferiori ad un anno, nel qual caso perdeva temporaneamente il diritto al sussidio fino al suo rientro in patria.

 

Secondo la nuova normativa, invece, se un disoccupato si ‘assenta’ per più di 15 giorni e fino a 90 dovrà comunicarlo ai servizi competenti. Se il suo viaggio all’estero eccederà i 90 giorni dovrà addirittura giustificare la sua assenza dal suolo patrio, ad esempio con la necessità di seguire un corso di formazione professionale o cercare lavoroi. Ciò rende implicito il fatto che le autorità competenti possano negare la propria autorizzazione al viaggio all’estero, e quindi tagliare per sempre al disoccupato eccessivamente gironzolone la concessione del sussidio al suo ritorno in patria.

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