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La Svizzera leva ai ricchi per dare ai poveri!

Cosa si può fare quando si è un paese che fa i soldi con i soldi altrui (quindi con i depositi delle banche), ma non si sta sotto gli ordini di istituti sovranazionali espressione diretta di quelli che i soldi li hanno depositati…

La Svizzera ha preso una decisione che dentro l’Unione Europea appartiene ormai al mondo delle utopie. Dal primo gennaio entrerà in vigore  un prelievo forzoso dell’1% sui redditi superiori a 250 mila euro. Il ricavato servirà a finanziare  l’assicurazione per i disoccupati,  che in questo momento ha un buco di bilancio di 4 miliardi di euro.

L’”assicurazione disoccupazione” svizzera – un istituto che eroga gli assegni ai disoccupati –  prevede che i nuovi disoccupati  ricevano dallo Stato, per 18 mesi, un’indennità pari all’80% dell’ultimo stipendio percepito. Un meccanismo che naturalmente consente anche ai disoccupati di vivere dignitosamente mentre cercano un altro lavoro.

Ma anche il Svizzera il numero dei disoccupati è salito molto negli ultimi anni, causa la crisi. La Svizzera, però, invece di reagire al “passivo” dell’istituto per i disoccupati tagliando soltanto i sussidi per entità o durata, ha scelto di aumentare la tassazione sui ricchi. Che da quelle parti non mancano; e quindi con appena l’1% i conti potrebbero tornare a posto o quasi.

La decisione è stata presa dal parlamento di Berna  nel giugno scorso.”Con questa misura contiamo di raccogliere circa 100 milioni di franchi all’anno”, ha spiegato Dominique de Buman, membro della Commissione delle finanze nel legislativo federale.

Secondo i calcoli del ministero dell’Economia, occorreranno circa 15 anni per riportare i conti in pareggio, ma senza il prelievo forzoso ce ne sarebbero voluti molti di più, con il rischio di smantellare un istituto che contribuisce robustamente a mantenere la coesione sociale.

Naturalmente in Svizzera non sono diventati “socialisti”. Al risanamento contribuiranno anche i lavoratori, ai quali è stato ridotto il numero delle giornate in cui avevano diritto a percepire l’indennità. Un “sacrificio”, certo. Ma volete mettere con la situazione italiana?

 

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