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Datagate, ora è la Francia a sentirsi “tradita”

Prima le indiscrezioni giornalistiche, sull’autorevole Le Monde. Poi  la «convocazione immediata» dell’ambasciatore americano a Parigi, Charles Rivkin. Tema: la Nsa, l’Agenzia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ha intercettato pesantemente le comunicazioni francesi.Misteriosa la “ragione” per cui quello che è ufficialmente un “servizio antiterrorismo” si sia impicciato di milioni di telefonate e mail di cittadini francesi, compresi molti “vip” che naturalmente con Bin Laden e soci non c’entrano nulla. Anzi… Si vede che a Washington e Langley ragionano come alla procura di Torino, “estendendo” la definizione di “terrorismo” a tutto ciò che, semplicemente, è “non americano”.

«Ho convocato immediatamente l’ambasciatore degli Stati Uniti, che sarà ricevuto questa mattina stessa a Quai d’Orsay», ha dichiarato il ministro degli esteri Laurent Fabius. Il giornale che ha reso nota la notizia però accentua la sua pressione sul governo Hollande, già alle prese con i problemi derivanti dall’estradizione forzata di una studentessa rom con “tenciche antiterrorismo” (ogni potere estende il concetto a chi gli pare): perché «Parigi è rimasta così discreta, rispetto a Berlino o Rio, a seguito delle rivelazioni sui programmi di spionaggio elettronico americano nel mondo»? Eppure «la Francia è altrettanto presa di mira e dispone oggi di prove tangibili del fatto che i suoi interessi vengono quotidianamente presi di mira». Insomma, nella difesa della dignità e dell’indipendenza nazionale lo sbiaditissimo Hollande si è dimostrato poco reattivo, deciso, “patriottico”.

Secondo le rivelazioni di Edward Snowden, infatti, in soli  30 giorni – tra il 10 dicembre 2012 e l’8 gennaio 2013 – la Nsa ha registrato 70,3 milioni di telefonate di cittadini francesi.

L’intensità del controllo, in apparenza, deriva dagli algoritmi automatici che pilotano la sorveglianza elettronica. Non solo numeri telefonici che fanno scattare l’allerta quando vengono attivati, ma una lunga lista di “parole chiave” che mettono in moto lo stesso dispositivo. E calcolando quante vole capita – in una telefonata anche scherzosa – di dire “gli romperei la testa”, si può immaginare l’orgia di intercettazioni cge scattano ad ogni istante.

L’informatica darà anche una bella mano alla repressione, ma l’intelligenza non è il suo forte…

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