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Dalla Val Susa alla Palestina: “No Tav!”

Il progetto per la realizzazione del treno ad alta velocità Gerusalemme – Tel Aviv, detto anche A1, è stato messo in cantiere fin dal 1995, ma ha subito interruzioni e cambiamenti in seguito alla opposizione della società israeliana a causa dei danni, che tale linea avrebbe comportato all’abitato e all’ambiente, tanto che varie società costruttrici si sono ritirate. Per questo il tragitto è stato cambiato ed ora, nonostante l’allungamento che la tratta subirà, correrà attraverso le aree vicine alla linea dell’armistizio del 1949 (la “Linea Verde”) e nell’Enclave di Latrun, e passerà attraverso una vasta area situata all’interno dei territori palestinesi occupati nel 1967, dove vivono comunità palestinesi, tra cui molti rifugiati del ’48 e del ’67. Ciò comporterà, non solo un danno per l’ambiente (che non tollerato dalla popolazione israeliana viene imposto alla popolazione palestinese) ma rappresenta una palese violazione della Legalità Internazionale, in quanto, percorre 6,5 chilometri attraverso la Cisgiordania occupata, contravvenendo alla normativa internazionale sui Diritti Umani, che vieta lo sfruttamento delle terre da parte della potenza occupante. Israele invece, ha espropriato le terre palestinesi, con lo scopo di costruire infrastrutture permanenti, e per soddisfare i bisogni esclusivamente della sua popolazione civile. Una volta completata infatti, la ferrovia ad alta velocità A1 fornirà servizi solo ai pendolari israeliani tra Gerusalemme e Tel Aviv.

Clicca qui per ascoltare l’audio di Stephanie Westbrook di Bds Italia:

Il progetto dell’A1 si inscrive inoltre nella politica israeliana di lungo periodo, che mira ad attuare il trasferimento forzato della popolazione palestinese, che dovrà, ancora una volta, come è evidente dal tracciato, andarsene, dal momento che la sottrazione di altra terra, porterà all’annientamento delle fonti di sussistenza, già ridotte, a seguito degli espropri eseguiti dalle autorità israeliane per la costruzione di infrastrutture a favore dei cittadini israeliani e per la costruzione del muro di separazione. In attesa del vertice bilaterale Italia-Isarele previsto a Torino il 2 dicembre, al Ministero degli affari esteri si è già svolto un incontro preparatorio per individuare, tra le altre cose, i partner commerciali della collaborazione. Tra questi spicca la Pizzarotti spa, attiva in Israele da 4 anni. La Campagna per il boicottaggio dei prodotti israeliani e la coalizione italiana “Stop that train” chiedono all’azienda di ritirarsi immediatamente dal progetto e al governo nazionale, ai governi locali e ai consigli cittadini di porre fine ai contratti con la Pizzarotti S.p.A., a non stipularne di nuovi se non risolverà il contratto per la costruzione della A1. A tutti si chiede anche di avviare effettive campagne di disinvestimento rispetto a titoli ed istituti finanziari collegati alla Pizzarotti S.p.A.

Per adesioni:  fermarequeltreno@gmail.com

da radiondadurto

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