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Atene ricorda Alexis: scontri, feriti e arresti

Ieri, di nuovo, grandi cortei hanno ricordato l’assassinio, avvenuto cinque anni fa esatti, del quindicenne Alexis Grigoropoulos da parte di due poliziotti. Un assassinio a sangue freddo che nel 2008 scatenò una sommossa popolare mai vista prima in Grecia dai tempi della dittatura militare.

Anche ieri in migliaia sono scesi in piazza. A manifestare in nome di Alexis, contro la repressione e l’impunità per gli apparati dello stato, nella capitale ellenica sono stati in mattinata migliaia di studenti delle scuole superiori e poi nel pomeriggio gli universitari e attivisti di organizzazioni politiche, sindacali e territoriali della sinistra radicale. Il corteo si è concluso nel quartiere di Exarchia, esattamente nel punto dove nel pomeriggio del 6 dicembre edel 2008 un agente di polizia, Epaminondas Korkoneas, punto la pistola alla testa del ragazzo e fece fuoco. La manifestazione si è presto trasformata in un riot: molti dimostranti con il volto coperto hanno eretto barricate con quello che hanno trovato, le hanno incendiate ed hanno cominciato a scontrarsi con i reparti della polizia in assetto antisommossa che avevano militarizzato il quartiere e il centro della città fin dalla mattinata. Alle molotov e alle pietre gli agenti hanno risposto con i lacrimogeni ed anche con le granate assordanti. Presto la battaglia si è estesa alle strette stradine del quartiere noto per la sua identità antifascista e di sinistra, quelle dove dal 2008 in poi gli scontri tra manifestanti e poliziotti sono stati innumerevoli. A lungo i reparti antisommossa, dopo aver circondato Exarchia, hanno compiuto varie incursioni nel quartiere nel tentativo di spegnere gli incendi e disperdere i gruppi di manifestanti che si erano concentrati nella piazza centrale della zona. Alla fine il bilancio è stato di numerosi feriti da entrambe le parti e di una decina di arrestati.

 

Anche la manifestazione degli studenti della mattina si era conclusa con duri scontri, e con vari feriti e arresti; addirittura 55 i fermi, secondo alcune fonti, dieci dei quali sono stati tramutati in arresti. Alcuni fotoreporter anche stranieri hanno denunciato di essere stati oggetto di intimidazioni da parte della polizia ed hanno segnalato di aver visto poliziotti che portavano sulle spalle zaini pieni di pietre e bottiglie con l’intenzione forse di usarle come prove false contro i fermati. Lo slogan più urlato, come da tradizione, è stato ‘Bastonatori, maiali assassini’, rivolto ai poliziotti, finché il corteo non ha cominciato a lanciare pietre, petardi e mandarini contro i celerini che presidiavano il rettorato dell’Università di Atene. Anche in questo caso cariche, gas lacrimogeni e feriti. Un giornalista dell’agenzia di stampa spagnola Efe scrive che in molti casi i poliziotti hanno sparato i lacrimogeni ad altezza d’uomo, in un caso colpendo in faccia un giovanissimo studente nonostante questi fosse già ammanettato e seduto a terra. Presi in una sorta di trappola, decine di studenti sono stati obbligati a consegnare i documenti per poter uscire dall’accerchiamento, e questo ha facilitato alla polizia il compito di identificare e denunciare molti dei manifestanti.
In precedenza, intorno alle 9 del mattino, un gruppo di una cinquantina di persone ha attaccato il commissariato di polizia del quartiere di Egaleo, all’estrema periferia della capitale, lanciando pietre, bottiglie vuote e anche una molotov contro l’edificio. Durante la giornata di ieri manifestazioni per ricordare Alexis si sono svolte anche a Salonicco, a Chanià (Creta), a Patrasso e in altre città, dove le aule delle scuole sono rimaste praticamente deserte.

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