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La polizia turca spara contro i curdi, due morti. Scontri a Istanbul

Nuova improvvisa esplosione di violenza nelle regioni curde della Turchia e ad Istanbul. Il bilancio finora è di due manifestanti curdi uccisi dalla polizia che ha aperto il fuoco contro una dimostrazione convocata dalle organizzazioni curde a Yüksekova, nella provincia sudoccidentale di Hakkari, nelle regioni al confine con l’Iran.

Secondo l’agenzia curda Firat News ieri pomeriggio la polizia ha fatto ampio uso di gas lacrimogeni, idranti a pressione e pallottole di gomma contro un corteo, che ha risposto con lanci di pietre. A quel punto gli agenti in tenuta antisommossa hanno cominciato a sparare sulla folla con proiettili veri ed hanno colpito a morte due giovani operai, Veysel Isbilir e il nipote Mehmet Resit. Entrambi, afferma il quotidiano turco Hurriyet, sono stati colpiti al petto da numerose pallottole e quando sono stati condotti all’ospedale del villaggio erano già senza vita.

Momenti di tensione e scontri si sono vissuti anche nei dintorni del centro medico visto che la polizia ne aveva bloccato gli accessi e ha tentato di disperdere la folla inferocita sparando ancora numerosi lacrimogeni contro parenti e amici delle vittime che tentavano di entrare nell’ambulatorio. Tra i presenti molti consiglieri comunali e sindaci della zona, il che non ha evitato il brutale intervento delle forze di occupazione turche che hanno sparato i lacrimogeni addirittura all’interno del nosocomio rompendo porte e finestre.
Secondo le agenzie di informazione vicine al governo di Ankara, in particolare la Dogan, alcune decine di dimostranti mascherati avrebbero lanciato bottiglie incendiarie e addirittura granate contro la polizia, obbligandola così a sparare sulla folla. Altre fonti turche affermano che non è stata la polizia a sparare contro i dimostranti ma ‘persone non identificate’.

La manifestazione attaccata dalla polizia era stata convocata dalle organizzazioni indipendentiste curde per rendere omaggio alle tombe di otto guerriglieri del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), dopo che si era sparsa la voce che le autorità centrali turche avessero intenzione di distruggere il cimitero.

Scontri ieri sera si sono avuti anche nella metropoli sul Bosforo: le forze anti-sommossa hanno disperso i dimostranti con i cannoni ad acqua e li hanno poi inseguiti nelle viuzze attorno al viale Istiklal. La manifestazione era stata organizzata per ricordare Aydin Erdem, uno studente curdo di 23 anni ucciso dalla polizia a Diyarbakir 4 anni fa, e per denunciare l’impunità dei responsabili della sua morte. Un tribunale turco ha infatti assolto i quattro poliziotti che avevano sparato, affermando che i colpi erano stati esplosi per aria e avevano colpito il giovane manifestante solo incidentalmente. Un’inchiesta del ministero degli interni ha inoltre sostenuto che il manifestante ucciso si era reso responsabile di una ”colpa grave” partecipando a una protesta non autorizzata. Altri 5 studenti che avevano partecipato alla manifestazione di Diyarbakir sono stati condannati invece a pene fra 7 e 17 anni di carcere.

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