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Ciao, Kalashnikov (nel senso di Mikhail)

Questa fine d’anno è davvero maligna. Si è portata via ben due simboli certi della Rivoluzione. Dopo Madiba, oggi è morto a 94 anni Mikhail Kalashnikov, padre del più celebre dei celebri fucili d’assalto, assurto nel dopoguerra a icona di tutti i movimento di liberazione del pianeta.

Aveva smesso di lavorare soltanto un anno fa per problemi di salute, soprattutto cardiaci.

 

La sua creatura meccanica più famosa non è l’unica che porti Ma le altre sono considerate varianti sul tema, anche se è stati in grado di spaziare in doversi “ambiti” del settore.

La leggenda assoluta si chiama AK-47 (Avtomat Kalashnikov e l’anno di entrata in produzione); è l’arma da fuoco più diffusa nel mondo. Usata dagli eserciti di oltre 50 paesi di tutto il mondo e da tutte le organizzazioni guerrigliere di sinistra. Essendo un “pezzo di ferro” così diffuso, però, è ovviamente finito nelle mani di chiunque, nel corso del tempo. Basti ricordare che la sua efficienza era talmente comprovata da convincere moltissimo soldati Usa, durante la guerra in Vietnem, che gettavano via il proprio M16 per prendere quelli “catturati” ai Vietcong. Nella giungla, sotto la pioggia e dentro il fango, quell'”affare comunista” era l’unica arma che poteva continuare a funzionare per giorni e giorni. Merito della lavorazione “fatta a mano”, pochissime parti stampate, tanto lavoro e verifiche empiriche.

Anche la Cina ne iniziò la produzione, con volumi ovviamente sconfinati quanto la sua popolazione. Anche se le vendite ufficialmente ammontano “soltanto” a 100 milioni di esemplari (non si tiene ovviamente conto di quelli in dotazione agli eserciti sovietico e cinese).

 

L’arma, ufficialmente adottata dall’esercito sovietico nel 1951, funziona – come molte del genere – a sottrazione di gas prelevato dalla canna e convogliato in un cilindro posto sopra ad essa. Il pistone in esso contenuto trasporta un otturatore rotante (fatto al tornio!) e il tutto viene riportato in avanti da una molla di recupero a spirale. L’AK-47 e’ sufficientemente pesante (3,150 kg) da sparare bene a raffica senza vibrazioni ed ha precisione soddisfacente anche da distanze non brevi (la gittata efficace è di circa 400 metri). Utilizza cartucce calibro 7,62 mm, come quelle dello standard Nato negli anni ’60-’70 ma con esse non intercambiabili (sono discretamente più corte di quelle Usa). Spara 600 colpi al minuto.

E’ solo un’arma, certo, un “pezzo di ferro”. Ma volete mettere che Storia rappresenta?

AK-47-kalashnikov

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