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Cyberguerra: Brasile e Ue alleati contro gli Stati Uniti

A leggere la nostra stampa sembra che le polemice scatenate dalla scoperta, da parte degli europei, dello spionaggio su vasta scala organizzato da Washington contro decine di milioni di cittadini del vecchio continente e di quello nuovo, siano cosa vecchia e superata. 

Ma non è affatto così. L’amministrazione Obama ha giustificato l’operazione di spionaggio su vasta scala più consistente mai organizzata con la necessità di difendere i propri interessi ed insieme quelli di europei e latinoamericani. Uno spionaggio solidale quindi, a fin di bene…
Ma i governi dell’Ue e di alcuni paesi emergenti – Brasile in particolare – non hanno gradito affatto le attenzioni rivolte alle proprie attività dagli spioni a stelle e strisce che, come si è poi scoperto, erano dirette a controllare le attività di capi di stato, ministri, militari e anche imprenditori. Spionaggio in piena regola, e anche – o soprattutto? – spionaggio industriale.

E così ora Unione Europea stanno rapidamente adottando delle contromisure che cambieranno in maniera significativa gli equilibri in campo tecnologico e comunicativo. A partire dal controllo della rete, del web. La presidente del Brasile, Dilma Rousseff, ha confermato la sua intenzione di realizzare un collegamento diretto tra il suo paese e l’Unione Europea, attraverso un cavo transoceanico. Obiettivo: bypassare i collegamenti intermedi con gli Stati Uniti per evitare – o almeno rendere più difficile – il monitoraggio dei flussi di dati e comunicazioni tra le due sponde dell’Atlantico da parte dell’industria dello spionaggio statunitense. Attualmente tutti i cavi in fibra ottica che servono il Brasile passano dal territorio statunitense, e l’unico collegamento diretto con l’Europa è riservato al traffico telefonico, e oltretutto sembra che abbia fatto il suo tempo e vada sostituito.

Approfittando del vertice annuale tra Ue e Brasile la Rousseff cerca di chiudere il progetto rapidamente – il costo è di circa 185 milioni di dollari – e portarlo a termine entro il 2015 così da blindare il traffico internet e sottrarlo alla vigilanza degli Stati Uniti.

Neanche a dirlo, i dirigenti dell’Unione Europea – Barroso e Van Rompuy – si sono detti favorevoli all’iniziativa del Brasile. Dopo che Edward Snowden, un impiegato di varie agenzie di spionaggio statunitensi, ha rivelato la gigantesca dimensione dello spionaggio USA nei confronti dei partner europei (e per questo è dovuto letteralmente scappare in Russia), l’establishment dell’Unione Europea si è convinta della necessità di accelerare i piani per dotarsi di proprie piattaforme tecnologiche indipendenti da quelle di Washington, e dopo il sistema satellitare Galileo – alternativo al GPS – ora è arrivato il momento di internet.
“Per ciò che riguarga il ciberspazio condividiamo un interesse comune con il Brasile a partire da un equilibrio adeguato tra privacy e apertura di internet” ha detto senza mezzi termini Van Rompuy, presidente del Consiglio dell’Ue.

Secondo le informazioni disponibili, il cavo sottomarino in fibra ottica dovrebbe essere sistemato nell’Atlantico attraverso una joint venture tra la impresa brasiliana Telebras (35%) e quella spagnola IslaLink Submarine Cables (45%), insieme ad altre aziende delle due sponde, con la partecipazione dei fondi pensione europei e brasiliani. 

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