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Ucraina e Russia mobilitano gli eserciti. Obama minaccia Mosca

Gli aggiornamenti di oggi

15.30 – Il consiglio regionale di Donetsk ha deciso di tenere un referendum sullo status del Donbass, la regione ucraina più orientale e filorussa. Nella sessione straordinaria del consiglio, questa mattina, il consiglio ha deciso all’unanimità la necessità di un referendum, che determinerà lo status del bacino carbonifero. Donbass indica talora una grande regione sovranazionale che comprende parte dell’Ucraina e del confinante oblast’ di Rostov in Russia. Quest’ultima alle volte viene chiamata “Donbass russo”. Con la Crimea la regione ucraina rappresenta lo zoccolo filorusso più significativo nell’ex repubblica sovietica. 

15.20 – Mosca considera inaccettabili minacce nei confronti della Russia quelle da parte del segretario di stato Usa John Kerry, in seguito ai recenti avvenimenti in Ucraina e Crimea. Lo ha fatto sapere il Ministero degli Esteri russo

15.10 – Stop a 13 profili di nazionalisti ucraini sul social network russo VKontakte, mentre la Procura di Mosca accusa Dmitry Yarosh, leader del gruppo fascista ucraino Settore di destra, di istigare il terrorismo in Russia. Gli investigatori russi hanno depositato l’accusa per terrorismo contro Yarosh, ha detto il portavoce del comitato di indagine russo Vladimir Markin, dopo che questi si è rivolto agli estremisti islamici incitandoli a lottare insieme contro Mosca e i suoi interessi.

15.00 – Il primo ministro russo, Dmitri Medvédev, ha annunciato l’intenzione di costruire rapidamente un ponte sullo stretto di Kerch che separa la penisola di Crimea dal territorio della Federazione Russa. 

14.45 – Il neonato esercito della Repubblica Autonoma di Crimea, sotto tutela russa, ha acquisito il controllo di 49 caccia da combattimento dopo la che 204* base aerea Ucraina di stanza nella regione ha giurato fedeltà al governo di Simferopol. 

14.30 – Nuove manifestazioni filo-russe oggi in diverse città della Crimea, ma anche delle regioni russofone dell’Ucraina come Kharkov e Donetsk. In queste due città e a Odessa le milizie di autodifesa comunitarie hanno liberato e occupato alcuni edifici pubblici occupati nei giorni scorsi dai dimostranti filo-Ue o da miliziani di estrema destra.

14.15 – La missione del Fondo Monetario Internazionale – che ha offerto aiuti a Kiev in cambio di immediate controriforme politiche ed economiche – sarà attiva in Ucraina già da domani ha informato una fonte della Banca Centrale di Kiev.

14.00 – Dopo la Germania, anche il Belgio si oppone alla richiesta di Washington di escludere la Russia dal prossimo vertice del G-8. Da parte sua Mosca ha incassato la diplomatica ma esplicita solidarietà del governo di Pechino.

13.45 – Nel corso di una riunione d’emergenza, il Consiglio Permanente dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) ha appoggiato la proposta degli Stati Uniti di inviare il prima possibile degli osservatori internazionali in Ucraina. 

13.30 – Alcuni deputati aderenti ai partiti della nuova maggioranza ha presentato al Parlamento Ucraino – Rada Suprema – una proposta di legge per punire con pene fino a 10 anni di reclusione i cittadini che abbiano una doppia nazionalità (nella fattispecie ucraina e russa).

13.15 – Sarebbero 95 le persone decedute in tutta l’Ucraina dal 30 novembre del 2013 negli scontri e nella repressione. Si tratta in buona parte di miliziani delle organizzazioni di estrema destra – Pravyi Sektor, Svoboda e altre – e poi di manifestanti e infine di membri della Berkut e di altre forze di sicurezza. I dati definitivi li ha forniti oggi il Ministero della Sanità di Kiev.

13.00 – La quantità di militari ucraini stanziati in Crimea che hanno giurato fedeltà alle autorità indipendentiste della Repubblica Autonoma ha raggiunto le 3000 unità.

Gli aggiornamenti di ieri

19.30 – l ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, si é dichiarato scettico sull’eventuale esclusione della Russia dal G8, ventilata dagli Usa e dalla Francia, dicendosi invece a favore di una distensione della situazione in Ucraina. ”Il format del G8 é il solo dove noi occidentali parliamo direttamente con la Russia. Dovremmo davvero sacrificare quel format?” ha detto Steinmeier, durante un’intervista alla tv pubblica tedesca ARD. “I capi di governo discuteranno tra loro questa settimana. C’è una discussione a proposito di questa questione – ha proseguito – credo che dovremmo vedere come contribuire a una distensione della situazione in Ucraina” ha poi concluso, sostenendo che non bisogna aggravare la situazione.

19.00 – Il comandante dell’Esercito Ucraino, il contrammiraglio Denís Berezovski, ha annunciato di aver giurato fedeltà al popolo della Crimea. Da parte sua il Primo Ministro della Repubblica Autonoma a maggioranza russa, Sergjéi Aksiónov, ha annunciato la creazione di un Esercito della Crimea. 

15.30 – Miliziani armati avrebbero impedito l’accesso a diversi giornalisti stranieri al check-point nei pressi di Armiank, nel nord della Crimea. Lo afferma l’inviato ANSA. Tra le troupe respinte quelle di Bbc, della tv pubblica olandese Nos e di Mtv Finlandia. Lungo la linea di frontiera tra Repubblica Autonoma e resto dell’Ucraina i miliziani scavano buche per posizionare armamenti difensivi e cecchini.

15.15 – Migliaia di persone stanno scendendo in piazza in queste ore in tutta la Russia per esprimere solidarietà alle popolazioni russofone dell’Ucraina. Particolarmente numerosa la manifestazione di San Pietroburgo. Si segnala a Mosca invece una manifestazione con alcune centinaia di persone che davanti al ministero della Difesa di Mosca stanno protestando contro l’intervento militare russo in Crimea. Secondo alcune fonti la polizia avrebbe fermato una quarantina di attivisti davanti al ministero e in Piazza del Maneggio.

14.45 – La Russia “ci ha dichiarato guerra, siamo sull’orlo del disastro”, lo ha detto il premier ucraino Arseni Iatseniuk, che ha ribadito: la Russia “non aveva, non ha e non avrà giustificazioni per l’aggressione armata nel territorio ucraino o nel territorio della Repubblica autonoma di Crimea, che fa e farà parte del Paese”.

14.15 – La maggior parte dei militari ucraini di stanza in Crimea si sono messi sono il comando delle autorità della Repubblica Autonoma. La ‘transizione’, informano le autorità locali, è avvenuta in modo pacifico e senza sparare un colpo.

14.00 – Nuovo smacco per le autorità ucraine. L’equipaggio del Guetman Sagaidachni, la nave che guidava la flotta ucraina, di ritorno a Sebastopoli dopo aver realizzato alcune esercitazioni della Nato nel Mar Mediterraneo e nel golfo di Aden, si è rifiutato di obbedire agli ordini delle autorità di Kiev ed ha issato la bandiera dell’esercito russo. Arseni Yatseniuk, il nuovo primo ministro ucraino, ha chiesto al primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan di non permettere il passaggio dell’imbarcazione attraverso il Bosforo. Da oggi, a parte qualche piccola imbarcazione della Guardia Costiera, l’Ucraina non possiede più una flotta da guerra.

13.45 – In una dichiarazione resa oggi alla stampa locale, il presidente del Parlamento della Repubblica Autonoma di Crimea, Vladímir Konstantínov, ha annunciato che il referendum che si celebrerà nel territorio il prossimo 30 marzo chiederà agli abitanti di pronunciarsi sulla possibilità che la Crimea diventi uno stato indipendente. 

13.30 – Secondo le autorità russe, sarebbero più di 600 mila i cittadini ucraini che avrebbero chiesto asilo al governo di Mosca negli ultimi due mesi per sfuggire alle violenze in corso a Kiev prima del colpo di stato e per sfuggire alle persecuzioni degli ultranazionalisti nelle ultime settimane.

13.00 – L’esercito ucraino ha dato ordine a tutti i riservisti di presentarsi in servizio al più presto possibile ed ha iniziato i preparativi per mettere le truppe in assetto da combattimento. Il governo di Kiev, nella fattispecie il Ministero degli Esteri, ha chiesto aiuto immediato agli Stati Uniti e al Regno Uniti affinché garantiscano la sicurezza dell’Ucraina. Secondo i comunicati ufficiali alle forze armate è stato dato ordine di garantire il controllo delle principali installazioni energetiche del paese.

11.00 – «Alla luce della situazione straordinaria in essere in Ucraina e la minaccia alla vita di cittadini russi (10 milioni di ucraini hanno il passaporto russo o il doppio passaporto ndr), sottopongo al Consiglio della Federazione la richiesta per usare le forze armate della Federazione russa sul territorio ucraino fino a quando la situazione nel Paese non si sarà stabilizzata». E’ questa la formula votata ieri all’unanimità dalla Camera Alta di Mosca per autorizzare il presidente Putin a mobilitare le truppe.

10.30 – Per oggi il Segretario Generale della Nato Rasmussen ha convocato un vertice straordinario della Nato sulla situazione ucraina.

10.25 – Secondo alcune fonti non confermate ormai i militari russi presenti in Crimea sarebbero tra i 10 e i 15 mila. Secondo l’agenzia di stampa russa Interfax, i militari dei reparti dell’esercito ucraino dislocati in Crimea passano in massa dalla parte delle autorità locali filorusse. Molte caserme sono state abbandonate insieme agli arsenali, quest’ultimi presi in consegna dalle forze di autodifesa della Crimea. Molti anche i soldati ucraini che presentano le loro dimissioni.

10.15 – Secondo la viceministra per l’immigrazione della Federazione Russa, Valentina Kazakova, nelle ultime settimane si è verificata una impennata di richieste di asilo in Russia da parte di cittadini ucraini. Il numero di cittadini di Kiev che hanno chiesto protezione a Mosca ascenderebbe attualmente a 143 mila.

La situazione alle 10.00

Come era prevedibile, il colpo di stato a Kiev fomentato da Ue e Nato ha provocato una reazione a catena che potrebbe sfociare in un nuovo sanguinoso conflitto alle porte dell’Europa. E che intanto vede passare la parola dai politici ai militari, dopo che sia la Russia sia l’Ucraina hanno deciso ieri la mobilitazione generale dell’esercito.

Dopo le richieste di intervento e protezione da parte dei leader delle comunità russe che vivono in Crimea e nelle regioni orientali dell’Ucraina, il senato di Mosca ha votato ieri praticamente all’unanimità la mobilitazione delle truppe e ha concesso al presidente Vladimir Putin la facoltà di inviarle a protezione delle popolazioni russofone di Kharkov, Donetsk, Lugansk ed altre città dove ieri centinaia di migliaia di persone sono scese in piazza contro il governo centrale di Kiev dominato da forze ultranazionaliste e dall’estrema destra. In molti casi le manifestazioni popolari e antifasciste sono sfociate nella destituzione dei rappresentanti dell’esecutivo di Yatseniuk e nella nomina di nuovi governatori che hanno assunto pieni poteri e il controllo delle forze di sicurezza. Ancora più esplicita la situazione nella Repubblica Autonoma della Crimea dove negli ultimi giorni sarebbero arrivati circa 6000 militari di Mosca, trasportati in elicottero a Sebastopoli e Simferopol o provenienti dalla flotta russa di stanza nel Mar Nero. L’aeroporto internazionale di Simferopol ha chiuso il proprio spazio aereo mentre altri minori sono stati occupati da soldati russi, e anche molte strade dirette verso il nord sono state chiuse per ordine delle autorità del territorio che hanno anticipato dal 25 maggio al 30 marzo il referendum sull’autodeterminazione da Kiev. Da ieri le autorità di Simferopol hanno cominciato a concedere passaporti russi ad alcuni membri della Berkut, i reparti speciali della Polizia ucraina sciolti la scorsa settimana dal ministro degli interni di Kiev.

Il governo ucraino ha risposto dichiarando a sua volta la mobilitazione generale del suo esercito e mettendo in allerta tutte le forze di sicurezza, anche se da varie basi e comandi dell’esercito ucraino di stanza in Crimea e anche nelle regioni orientali sono venuti messaggi in cui si afferma esplicitamente che i soldati non hanno intenzione di sparare “contro i fratelli russi” e cominciano a crescere i casi di defezione.
Il capo di stato maggiore della Marina di Kiev ha ordinato intanto alle navi da guerra ucraine attraccate nel Mar Nero di prendere il largo per non cadere nelle mani dei russi.

Non si sono fatte attendere le minacce di Washington nei confronti della Russia. Il presidente Barack Obama ha chiesto esplicitamente al suo omologo Vladimir Putin di ritirare le truppe russe dalla Crimea e da astenersi da qualsiasi interferenza in Ucraina, avvertendo che le conseguenze internazionali per Mosca in caso contrario saranno gravi. Washington ha qualificato lo schieramento delle truppe di Mosca nella Repubblica Autonoma come “una chiara violazione della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina”. Obama ha annunciato che gli Stati Uniti hanno deciso di sospendere la propria partecipazione alle riunioni preparatorie del vertice del G-8 in programma a giugno nella città russa di Sochi. Intanto ieri il capo del Pentagono Chuck Hagel, il capo di stato maggiore aggiunto generale Martin Dempsey, il direttore della CIA John Brennam e il direttore dell’Agenzia per la Sicurezza Nazionale (NSA) James Clapper si sono riuniti alla Casa Bianca con il presidente per più di tre ore.

Da parte sua Putin ha affermato che si riserva il diritto di far intervenire le sue truppe nelle regioni ucraine a maggioranza russa nel momento in cui l’incolumità di queste ultime venga messa a rischio da eventuali provocazioni o attacchi da parte delle milizie dell’estrema destra o delle forze di sicurezza di Kiev. Il presidente russo ha aggiunto che se si produce un’escalation di violenza contro la popolazione russofona nelle regioni orientali e in Crimea, Mosca dovrà proteggere i suoi interessi e dovrà intervenire nell’ambito di quanto previsto dal diritto internazionale. Concetto ripetuto anche durante una lunga conversazione con il presidente francese Francois Hollande.

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