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Colombia: boom della destra amica dei paramilitari

Alle urne erano chiamati 32 milioni di colombiani ma domenica ai seggi il tasso di astensione è stato pari quasi al 60% degli aventi diritto.

La composita coalizione di governo che sostiene il presidente di centrodestra Juan Manuel Santos ha ottenuto la maggioranza dei 268 seggi del Congresso colombiano, ma ha perso notevole terreno nei confronti del movimento di estrema destra guidato dal suo predecessore alla presidenza nonché acerrimo rivale, Álvaro Uribe – Centro Democrático – diventata di fatto la prima forza di opposizione.

A scrutinio quasi ultimato, ai partiti La U, Conservador, Liberal e Cambio Radical, i principali dell’alleanza al potere, è andata la maggioranza dei 102 seggi al Senato e dei 166 della Camera. Il Centro Democrático di Uribe, tuttavia, ha registrato il più alto punteggio fra tutti i partiti, strappando 32 seggi, fra entrambe le camere, e distaccando nettamente lo schieramento dell’opposizione di sinistra, il Polo Democrático, fermo a soli otto seggi; solo il Partido de La U (Partito Sociale dell’Unità Nazionale) del presidente Santos ha ottenuto più rappresentanti, 47.

Le legislative di domenica, le prime elezioni nei 15 mesi del processo di pace fra il governo e la guerriglia di sinistra delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), hanno dunque messo alla prova la coalizione di Santos che cercherà una conferma al suo mandato al voto del 25 maggio prossimo.
Uribe, eletto senatore, è il più agguerrito critico del processo di pace voluto da Santos e secondo molti analisti guida il boicottaggio delle conversazioni con le Farc e delle tiepidissime riforme lanciate dal presidente anche utilizzando apparati dello stato ‘deviati’. Di fatto Uribe, uomo di Washington e per anni strumento delle oligarchie del paese insieme alle bande paramilitari che hanno fatto strage di contadini, attivisti di sinistra, indigeni e sindacalisti, controlla pezzi consistenti della pubblica amministrazione ma anche dell’esercito e della polizia e alle prossime elezioni presidenziali potrebbe contendere la presidenza a un sempre più debole Santos.

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