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La Nato minaccia Mosca e rafforza l’accerchiamento della Russia

Gli aggiornamenti di oggi

12.00 – Il tribunale Basmanny di Mosca ha spiccato un mandato d’arresto internazionale nei confronti di Dmytro Yarosh, leader di Pravyi Sektor, formazione ucraina di ultradestra e paramilitare. Yarosh è stato messo sulla lista dei ricercati internazionali e incriminato in contumacia per incitamento pubblico al terrorismo attraverso i media. La procura generale ucraina si è già espressa affermando che non ha alcun motivo di arrestare il cittadino ucraino Yarosh e di estradarlo. Ma secondo il giudice Natalia Dudar, Yarosh, che in Ucraina è ufficialmente candidato alle presidenziali del prossimo 25 maggio, “potrebbe proseguire la sua attività criminale, fare pressione sui testimoni o ostacolare l’indagine penale nei suoi confronti in altro modo”.

11.30 – La Nato ha dispiegato due aerei di sorveglianza sulla Polonia e la Romania per monitorare la crisi nella vicina Ucraina. L’alleanza ha reso noto che i due Awacs (Sistema di Allarme e Controllo Aviotrasportato) di ricognizione sono partiti dalle loro basi di Germania e Regno Unito.

11.00 – “Alle 14 sarà rilasciata una dichiarazione che non lascerà dubbi sulla determinazione del G7 e della Ue” in Ucraina. Lo annuncia Barroso al Parlamento Ue. “Chiediamo alla Russia di fermare ogni sforzo di annettere la Crimea. Ogni tentativo di legittimare il referendum è contrario alla costituzione e quindi illegale”.

10.15 – Una delegazione della giunta ucraina guidata dal premier Yatsenjuk si incontrerà oggi a Washington con Barack Obama e Tony Blinken, consigliere del presidente USA in materia di sicurezza nazionale. All’ordine del giorno: il referendum per l’indipendenza della Crimea, le prossime elezioni in Ucraina e il sostegno economico a Kiev. Negli USA, i golpisti ucraini incontreranno anche esponenti del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale. Previsto anche un incontro con il segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon.

10.00 – Uno dei principali rappresentanti della Minoranza tatara – di origine turca – della Crimea è attesa a Mosca oggi per discutere delle sorti della comunità in vista dell’annessione della Repubblica Autonoma alla Federazione Russa. Mustafa Dzhemilev, ex capo dell’assemblea dei tatari di Crimea, è attualmente un parlamentare della Rada, il parlamento ucraino, per il partito Batkivshchyna dell’ex primo ministro Yulia Tymoshenko e dell’attuale premier Arsenyi Yatseniuk.I colloqui di Dzhemilev sono stati approvati dalle nuove autorità ucraine.

9.45 – Più di 80 figure importanti del mondo culturale russo, tra i quali il famoso direttore d’orchestra Valery Gergiev, hanno firmato una lettera aperta a sostegno della politica del presidente Vladimir Putin sull’Ucraina e sulla Crimea. L’ha reso noto oggi il ministero della Cultura di Mosca. La lettera, pubblicata nel sito internet del ministero, afferma che “non si può essere osservatori indipendenti, dal cuore freddo” e che i firmatari “sostengono con forza lo stato nella figura del presidente della Federazione russa sull’Ucraina e sulla Crimea”. La lista dei sottoscrittori include diverse personalità che ricoprono ruoli importanti nelle istituzioni culturali statali. Oltre a Gergiev, direttore del teatro Mariinsky di San Pietroburgo, c’è Vladimir Urin, recentemente nominato direttore del Bolshoi, e il direttore dei musei del Cremlino Yelena Gagarina, figlia del leggendario cosmonauta Yuri Gagarin.

9.30 – L’Ucraina non interverrà militarmente per impedire l’annessione alla Russia della penisola della Crimea. Lo ha detto in un’intervista alla France presse il presidente ad interim, Oleksandr Turchynov, bollando anche come “una farsa” il referendum sull’annessione previsto per il prossimo 16 marzo. “Non possiamo lanciare un’operazione militare in Crimea perchè lasceremmo esposta la frontiera orientale e l’Ucraina non sarebbe protetta. I militari russi contano su questo”, ha detto Turchynov. 

Gli aggiornamenti di ieri

17.40 – L’agenzia ucraina GolosUA riporta che entro le 19 di oggi (ora di Kiev) saranno bloccate su tutte il territorio ucraino le trasmissioni di 5 canali televisivi russi, come comunicato sul sito del Consiglio per la tele e radio diffusione. Queste misure estreme sono state adottate il 1 marzo dal Servizio di Sicurezza Ucraino. Una misura simile è stata adottata nei confronti dei canali tv ucraini da parte del governo della Repubblica Autonoma di Crimea.

17.30 – Mosca ritiene “assolutamente legittima” la dichiarazione di indipendenza della Crimea evocando lo statuto dell’Onu e la conclusione della corte internazionale dell’Onu del 22 luglio 2010 sul Kosovo.

17.15 – Le forze armate russe avrebbero spostato alcune batterie di missili per la difesa delle aree costiere dalla base russa di Novorossiysk a quella di Sebastopoli, in Crimea. Lo riferiscono fonti militari al sito israeliano Debkafile, vicino ai servizi segreti di Tel Aviv. I missili K-300P (indicati dalla Nato con il nome in codice SSC-5), il sistema d’arma più avanzato della categoria, sono stati dispiegati per contrastare unità navali, respingere eventuali sbarchi via terra e contrastare altre attività ostili, comprese le attività di guerra elettronica.

17.00 – La Commissione europea ha proposto all’Ucraina forti tagli delle tariffe doganali, per un ammontare di circa 500 milioni di euro l’anno, nell’ambito di un più vasto piano di aiuti a Kiev annunciato la scorsa settimana pari a circa 11 miliardi di euro di prestiti, donazioni e sgravi commerciali. I capi di Stato e di governo dell’UE hanno deciso giovedì in un vertice straordinario di firmare la parte politica dell’Accordo di associazione con Kiev prima delle elezioni presidenziali del 25 maggio. 

16.00 – La Casa Bianca e il Congresso USA sono divisi sul provvedimento per gli aiuti all’Ucraina annunciato nei giorni scorsi. Il Congresso non sarà al lavoro la prossima settimana: se non dovesse riuscire ad approvare un pacchetto di aiuti per l’Ucraina prima che senatori e deputati lascino Washington, sarebbe un’imbarazzante battuta d’arresto per il presidente Barack Obama. Il punto di scontro tra repubblicani e democratici è sulla decisione di Obama di inserire nel pacchetto di aiuti per l’Ucraina anche la riforma del Fondo monetario internazionale, che però non piace ai repubblicani. Il presidente della commissione, il democratico Robert Menendez, è al lavoro con il capogruppo repubblicano, Bob Corker, su un provvedimento che potrebbe includere sanzioni alla Russia. Il senatore Ben Cardin, altro democratico in commissione, ha detto che i due leader sono al lavoro per presentare un provvedimento onnicomprensivo, ma che potrebbero accordarsi su un più specifico pacchetto di aiuti all’Ucraina come quello approvato dalla Camera la scorsa settimana. 

14.30 – Espulsa dalla Crimea la troupe di SkyTg24. Il giornalista Jacopo Arbarello e l’operatore Fabrizio Stoppelli sono stati bloccati da un gruppo di paramilitari russi mentre stavano girando delle immagini al confine tra Crimea e Ucraina, ed espulsi, perché, hanno spiegato, privi di un visto rilasciato dalle autorità di Simferopoli. I militari hanno poi sequestrato loro tutta l’attrezzatura.

13.30 – Il Consiglio Superiore (parlamento regionale) della Crimea ha dichiarato l’indipendenza dall’Ucraina ancora prima del referendum fissato per il 16 marzo prossimo e ha rinnovato la sua aspirazione ad entrare nella Federazione Russa. La risoluzione, entrata in vigore subito dopo esser stata approvata, è passata con il sì di 78 dei 100 deputati del parlamento della Repubblica Autonoma. Il governo ucraino, il governo degli Stati Uniti e tutti i maggiori leader dell’UE hanno già definito ‘illegale’ e ‘illegittima’, quindi nulla, la decisione del parlamento della Crimea.

13.00 – “Se non siete capaci di proteggere il territorio dell’Ucraina, come convincerete Nord Corea e Iran ad abbandonare le armi nucleari?”: deve essere davvero preoccupato della tenuta del controllo del nuovo governo ucraino il premier filoccidentale Arseni Yatseniuk per fare una dichiarazione del genere in Parlamento, dove ha esortato Gran Bretagna e Stati Uniti – in base al memorandum di Budapest del 1994 – a difendere l’Ucraina contro quella che ha definito “l’aggressione militare” russa in Crimea.

11.55 – Il capo del governo fantoccio di Kiev, Arseny Yatseniuk, sarà in visita a Washington domani per un colloquio con i rappresentanti del governo degli Stati Uniti.

11.50 – La Russia condanna l”’illegalità” in cui è precipitata l’est dell’Ucraina. In un comunicato, il ministero degli Esteri a Mosca torna ad accusare la ”connivenza” delle nuove autorità di Kiev con gruppi di estrema destra, denunciando che aggressori ”bene equipaggiati” l’altro ieri hanno aperto il fuoco contro manifestanti pacifici a Kharkiv e che sette giornalisti russi sono stati fermati dalla polizia a Dnipropetrovsk.

11.40 – L’ex pugile Vitali Klitschko, leader del partito di destra Udar a capo del golpe, ha incontrato ieri a Donetsk colui che di Yanukovich era il maggior finanziatore: Rinat Akhmetov, l’uomo più ricco d’Ucraina. Ne dà notizia lo stesso partito di Klitschko. In ballo il sostegno degli oligarchi delle regioni russofone dell’Ucraina alle prossime elezioni presidenziali del 25 maggio. Ma mentre Klitschko era a Donetsk è stato preso di mira dai manifestanti filo-russi che hanno lanciato uova contro il leader politico arrivato da Kiev. Poco prima Klitscho era stato costretto ad annullare un incontro a Donetsk a causa di una contro manifestazione di circa 10mila persone contrarie al nuovo regime. 

11.35 – L’Ue prenderà misure contro la Russia se Mosca non cambierà posizione sulla Crimea e sull’Ucraina “entro la fine della settimana”. Lo ha detto il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier, confermando quanto dichiarato poco fa dal collega francese Laurent Fabius. 

11.25 – I rappresentanti delle comunità tartare della Crimea – popolazione turcofona e islamica – hanno annunciato il boicottaggio del referendum sull’annessione della Repubblica Autonoma alla Federazione Russa, nonostante l’offerta da parte delle autorità della regione di includere alcuni rappresentanti della comunità tartara all’interno del governo e dell’amministrazione e le assicurazioni sul rispetto dei diritti linguistici e culturali della minoranza.

11.15 – Alcuni media russi e ucraini lo avevano dato per moribondo, colpito da un grave infarto. Ma oggi l’ex presidente ucraino Viktor Yanukovich, defenestrato e destituito dai partiti nazionalisti e di destra è ricomparso in pubblico nel corso di una conferenza stampa a Rostov, in Russia. Yanukovich ha rivendicato la legittimità del suo incarico presidenziale e ha dichiarato che intende tornare a Kiev, “non appena le circostanze lo permettono, e sono sicuro che accadrà presto: io tornerò sicuramente a Kiev”. Viktor Yanukovich ha anche detto che “forze oscure” in Ucraina spingono per iniziare una guerra civile ricordando che l’attuale governo “vuole includere nelle forze armate organizzazioni nazionaliste militanti, dare loro le armi in mano”.

11.00 – Il capo della diplomazia tedesca Frank-Walter Steinmeier, in visita a Tallinn, ha rassicurato i paesi baltici sulla loro sicurezza, garantita da Unione europea e Nato. “Sono qui per dire che i paesi baltici non saranno abbandonati. E’ un problema comune per la Ue e la Nato” ha detto il ministro degli esteri del governo ‘rosso-nero’ di Berlino. Steinmeier è nella capitale estone per incontrare i suoi omologhi estone, lituano e lettone.

10.50 – Il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha minacciato nuove sanzioni già “da questa settimana” contro la Russia se non arriveranno risposte positive alle richieste “di mitigare la situazione di tensione in Ucraina”. 

10.40 – La Banca mondiale ha annunciato ieri di essere pronta a garantire 3 miliardi di dollari all’Ucraina nel 2014, per sostenere “riforme e progetti di sviluppo”. “Siamo impegnati a sostenere il popolo ucraino in questi momenti difficili, con l’auspicio che la situazione nel paese si stabilizzi presto”, ha detto il presidente Jim Yong Kim. Un miliardo è in arrivo dagli Stati Uniti ma Kiev è allo stremo e ha bisogno di una somma assai più consistente. Che la troika e il Fondo Monetario Internazionale potrebbero concedere anche se a prezzo di privatizzazioni, aumento del prezzo del gas e dell’energia, aumento dell’età pensionabile ecc.

La situazione alle 10.30

Teoricamente il presidente degli Stati Uniti Obama e le autorità dell’Unione Europea continuano ad appellarsi a una soluzione pacifica e concertata della crisi ucraina scatenata dal golpe filoccidentale messo a segno a fine febbraio a Kiev dalle forze di destra, nazionaliste e apertamente neonaziste. 

Ma negli ultimi giorni i segnali di pressione militare occidentale nei confronti della Russia non sono mancati. Già nei giorni scorsi i comandi della Nato avevano inviato nei paesi baltici alcuni caccia ed ora la presenza militare dell’Alleanza Atlantica viene ulteriormente rafforzata con l’invio di aerei radar di tipo Awacs nei cieli di Polonia e Romania. I comandi di Bruxelles affermano che gli aerei radar “rafforzeranno la capacità di sorveglianza della situazione” della Nato e “avranno luogo esclusivamente al di sopra del territorio” dei paesi appartenenti all’Alleanza atlantica anche se in realtà la Russia ha già denunciato lo sconfinamento dei velivoli da guerra dell’Alleanza Atlantica sui cieli ucraini negli ultimi giorni. Inoltre gli Stati Uniti hanno annunciato il rafforzamento della propria presenza militare nei Paesi Baltici e anche in Polonia, dove in queste ore starebbero arrivando alcune centinaia di Marines e tecnici. Per non parlare dell’arrivo nei giorni scorsi in territorio ucraino di alcune centinaia di mercenari della Blackwater, multinazionale privata della sicurezza ma in realtà longa manus degli interessi di Washington e della Nato. Anche sui mari Washington ha accresciuto la sua presenza militare diretta attorno alla Russia, con l’arrivo di due navi da guerra a stelle e strisce nel Mar Nero, a largo delle coste della Crimea che tra pochi giorni – il 16 marzo – terrà un referendum sull’adesione della Repubblica Autonoma alla Russia.

E’ proprio su quanto sta avvenendo nella penisola abitata al 65% da cittadini russi o di lingua e cultura russa che si concentra lo scontro in queste ore. L’amministrazione della Crimea non ha invitato l’Osce, Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, a monitorare il referendum del 16 marzo, ha fatto sapere Rustam Temirgaliyev, vice primo ministro della Repubblica Autonoma di Crimea sottolineando che “l’invito verbale è stato effettivamente fatto dal primo ministro Sergei Aksyonov, ma nessun invito ufficiale è stato mandato”. Per poi aggiungere: “Siamo aperti a varie organizzazioni internazionali, ma solo se sono pronti a inviare osservatori, non sabotatori, esperti militari e consulenti. Non abbiamo bisogno dell’aiuto di questi specialisti”, ha tagliato corto.

Intanto il progetto di legge sulla annessione della Crimea alla Federazione Russa verrà discusso dalla Camera bassa del Parlamento russo, la Duma, il 21 marzo prossimo. Il progetto di legge è stato presentato dai deputati di Russia Giusta, un partito di minoranza, non sempre fedele alla linea putiniana, dopo che giovedì scorso il Consiglio Supremo della Repubblica Autonoma di Crimea ha annunciato di aver deciso di aderire alla Federazione russa come soggetto autonomo.

Il referendum del 16 marzo però viene definito illegittimo e quindi nulla da praticamente tutti i leader occidentali e naturalmente dal governo fantoccio di Kiev. Ma nella penisola i preparativi all’imminente passaggio nel territorio di Mosca procedono spediti e ieri l’amministrazione di Sebastopoli ha deciso che da ora in poi tutti i documenti ufficiali verranno redatti solo in russo e non più in Ucraino. 

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