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Ucraina: manifestazioni e scontri nelle regioni russofone

Ieri decine di migliaia di manifestanti ‘filorussi’ sono scesi in piazza da Kharkiv a Odessa, praticamente in tutte le maggiori città rispettivamente dell’Ucraina orientale e meridionale.
A Kharkiv, nonostante il divieto di manifestare imposto dalla giunta di Kiev, circa 10.000 persone hanno dimostrato in una ‘protesta-referendum’ a favore della federalizzazione dell’Ucraina e del russo come seconda lingua ufficiale del Paese. Gli organizzatori hanno distribuito delle finte schede elettorali che sono poi state raccolte in un sacco di plastica. Alcune centinaia di persone, per lo più aderenti ai sindacati, hanno poi fatto irruzione nella sede di alcuni gruppi di estrema destra che sostengono il nuovo governo ucraino e l’hanno occupata senza che la polizia intervenisse (segno che il governo di Kiev ha scarso controllo anche sulle proprie forze di sicurezza). 
A Odessa invece sono scese in piazza almeno 5.000 persone. 
A Donetsk invece migliaia di manifestanti hanno letteralmente assediato la procura per chiedere la liberazione di Pavlo Goubarev, proclamato alcune settimane fa governatore della regione a est dell’Ucraina ma destituito dalla giunta di Kiev. Una parte dei manifestanti è riuscito a entrare nella sede giudiziaria e in quella adiacente dei servizi speciali ucraini senza incontrare particolare resistenza da parte delle forze dell’ordine. Ed infatti la polizia di Donetsk sarà rinforzata con unità provenienti da altre città dell’Ucraina occidentale, ha annunciato il governatore regionale Serghiei Taruta, fedele alla giunta di Kiev. Donetsk è ultimamente teatro di violenti scontri tra dimostranti filorussi e sostenitori del governo golpista di Kiev, e la sera del 13 marzo almeno un manifestante è morto nei combattimenti. La vittima accertata era un sostenitore del partito di estrema destra Svoboda, uno dei tre che sostiene il governo ultranazionalista ucraino. 
A Lugansk e a Dnepropetrovsk si sono svolte manifestazioni per chiedere lo svolgimento di un referendum sull’autodeterminazione come in Crimea.
A Zaporozhie i comunisti hanno guidato la manifestazione per chiedere la riforma in senso federalista dello stato.

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