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Sanzioni UE e USA a Mosca, Russia sospesa dal G8

Mentre la popolazione della Repubblica di Crimea festeggia ancora il plebiscito che domenica ha sancito il ritorno nella Federazione Russa, Mosca è stata sospesa dal G8 come ritorsione da parte delle potenze occidentali per l’intervento a difesa dei cittadini russi e russofoni dell’Ucraina (e dei suoi interessi strategici attaccati dal golpe filo-Ue e filo-Nato a Kiev).
Lo annuncia il ministro degli Esteri della Francia, Laurent Fabius, intervistato dalla radio Europe-1, spiegando che la decisione è stata presa dai leader degli altri sette Paesi del gruppo. “A proposito del G8 abbiamo deciso di sospendere la partecipazione della Russia e questo lascia prefigurare che tutti gli altri sette Paesi si uniranno senza la Russia”, ha detto Fabius, che non ha fornito altri dettagli. I leader del G8 avevano già deciso di sospendere i preparativi per il prossimo summit del G8, che avrebbe dovuto tenersi a giugno a Sochi, in Russia. 

«Contro Mosca è calato l’isolamento internazionale» aveva detto ieri il presidente Usa Barack Obama annunciando il varo di sanzioni contro Mosca, descritte dalla Casa Bianca come quelle «più ampie e complete misure applicate contro la Russia, dopo la fine della Guerra Fredda».
Nel dettaglio Barack Obama ha ordinato per decreto sanzioni economiche e il congelamento dei beni nei confronti  11 alti funzionari russi e ucraini, tra cui stretti collaboratori del presidente Putin e lo stesso ex presidente ucraino Yanukovich. Tra loro Vladislav Surkov, Sergey Glazyev e il parlamentare della Duma, Leonid Slutsky. Le misure decise contro 11 alti funzionari ( 7 russi e 4 ucraini) , sottolinea la Casa Bianca, autorizzano inoltre il Segretario al Tesoro Jack Lew a lavorare assieme al segretario di Stato John Kerry per imporre sanzioni su «qualsiasi persona fisica o giuridica che opera nel settore degli armamenti russi, e qualsiasi individuo o entità che operano al loro posto, o che fornisce materiale o altro supporto a qualsiasi alto funzionario del governo russo». Tra le persone colpite anche il premier della Repubblica di Crimea Sergej Aksionov e alcuni suoi collaboratori.
La Casa Bianca ha reso noto che con le sanzioni ai vertici russi, gli Stati Uniti puntano a colpire l’economia di Mosca e la sua credibilità internazionale in un momento difficile per gli emergenti e i Brics di cui Mosca fa parte. In particolare gli Usa si aspettano un vantaggio del 3% nel cambio tra il dollaro e il rublo.
Sanzioni, anche se considerate per ora più soft, sono state decise ieri anche dall’Unione Europea nei confronti di sette politici della Crimea, 10 deputati della Duma e membri del Consiglio della Federazione russi, oltre a tre militari, compreso il comandante della Flotta russa del mar Nero. Per ora le sanzioni hanno una durata di sei mesi e i capi delle diplomazie dei Paesi europei hanno rinunciato ad alcune proposte che puntavano a colpire anche ministri e massimi dirigenti dei gruppi energetici russi.
Ma agli industriali e agli imprenditori europei le sanzioni alla Russia non piacciono, e in molti avvertono che invece di punire Mosca rischiano di colpire, e in un momento difficile, proprio le imprese europee. Gli imprenditori italiani che operano in Russia, in particolare, si dicono sono preoccupati dalle tensioni tra Mosca e Bruxelles e si augurano che non vi sia un’escalation diplomatica. Esplicito il presidente di Confindustria Russia, Ernesto Ferlenghi: «L’imprenditoria del nostro paese è esposta più di altre per la sua natura più commerciale rispetto a quella industriale o di investimento». Aggiunge Ferlenghi: “L’Italia è il secondo esportatore dell’Unione europea verso Mosca e nel 2013 l’export ha registrato un incremento dell’8% proprio mentre altri partner hanno visto una diminuzione». 

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