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Timoshenko choc: “sterminiamo i russi con la bomba atomica”

Si fa presto a ricevere la patente di ‘pasionaria’, di ‘prigioniera politica’, di ‘perseguitata per le sue idee di libertà’. Basta essere simpatica ai media occidentali e perseguire scopi e obiettivi in linea con gli interessi strategici delle cancellerie dell’Unione Europea e degli Stati Uniti. Il caso più eclatante è stato in questi anni quello di Yulia Timoshenko, leader della cosiddetta ‘rivoluzione arancione’ nel 2004 in Ucraina e poi finita in carcere perché scoperta con le mani nel grande e redditizio sacco delle privatizzazioni delle risorse energetiche del paese. Poco importa che la condanna a sette anni di carcere le sia stata inflitta per corruzione e malversazione, la stampa mainstream non ha avuto problemi in questi anni e in particolare nei mesi che hanno preceduto il golpe nazionalista a Kiev a raccontarci una storia parallela sulla bella ‘pasionaria prigioniera del regime filorusso’.

Ma ora l’immagine della bionda oligarca che aspira a vincere le presidenziali ucraine del prossimo 25 maggio (quando si vota anche per il Parlamento Europeo, casualità?) potrebbe subire un inevitabile contraccolpo dopo che su youtube qualcuno – i servizi russi, ovviamente – ha diffuso una sua conversazione con un deputato del Partito delle Regioni (quello del deposto presidente Yanukovich) nel quale proferisce affermazioni di fuoco. Durante la telefonata intercettata la bionda icona della ‘rivoluzione arancione’ prima si dice pronta a “imbracciare un mitra e sparare in fronte a questo mascalzone” riferendosi al presidente russo Putin, e poi afferma che sarebbe il caso di sterminare con la bomba atomica otto milioni di russi che vivono nelle regioni orientali dell’Ucraina.

Un nostro lettore, Fabrizio Poggi, ci ha mandato la traduzione dei punti salienti della conversazione tra l’ex premier e Nestor Shufric, deputato della vecchia maggioranza di governo (e vice capo del Consiglio per la Sicurezza di Kiev del precedente governo…) evidentemente impegnato a passare con i nuovi padroni dell’Ucraina insieme ad altri transfughi:

“Julija Timoshenko: <C…, bisogna prendere le armi e (spianare) questi maledetti katsapi (termine intraducibile con cui gli ucraini definiscono in modo dispregiativo i russi) insieme con i loro capi. Mi dispiace di non poter essere là, di non aver diretto questo corso. Col *** avrebbero avuto la Crimea! Avrei saputo io come far fuori questi ***! Farò forza su tutti i miei legami, solleverò tutto il mondo affinché di questi *** della Russia semplicemente non rimanga neanche un campo bruciato>.

Nestor Shufric: <E io ecco cosa ti dico. Naturalmente, ti sono alleato, e non solo alleato… Ecco, oggi mi hanno detto, stamani abbiamo tenuto una riunione con i capi della frazione, e dopo ho parlato con Viktor (forse Jushenko??? Non viene specificato). E Vitja (diminutivo di Viktor) ha detto:  e cosa facciamo ora con questi 8 milioni di russi che sono rimasti sul territorio ucraino? Essi ci sono estranei!>

Julija Timoshenko: <C… sterminiamoli con un a bomba atomica!>

E poi qualcuno si chiede perché mai i russi che vivono al di fuori dei confini russi nelle ultime settimane si siano così allarmati da chiedere in molti casi il ricongiungimento con Mosca come è accaduto con il referendum crimeano ma come potrebbe accadere con quelli che vivono in Transidnistria, nella stessa Ucraina sud-orientale, in Lettonia, Estonia e Lituania ecc.
Naturalmente il colpo per la Timoshenko è stato pesante, e la propaganda mediatica antirussa avrà il suo dafare per tentare di cambiare le carte in tavola e attutire le conseguenze delle sciagurate confessioni dell’oligarca ucraina.

La Timoshenko naturalmente sostiene che si tratta di una manipolazione che stravolge il suo pensiero e che non ha mai detto ciò che nella conversazione pubblicata su youtube si sente benissimo. Anche se, ha dovuto ammettere, la telefonata è vera, e risale al 18 marzo.

 Non è la prima volta che conversazioni compromettenti vengono intercettate ( probabilmente dai servizi russi) e diffuse sulla rete, rivelando alcune delle strategie del complicato intreccio di interessi in azione in Ucraina e contro Mosca.

A inizio febbraio era stata la segretaria di Stato aggiunta Victoria Nuland, una delle vice di John Kerry, a venire svergognata mentre invitava letteralmente l’Ue a fottersi («Fuck the Eu») in quanto secondo lei poco attiva contro il governo di Kiev poi fatto saltare attraverso l’uso di bande fasciste e armate. Tre settimane fa invece un’altra telefonata intercettata rivelava che il ministro degli Esteri estone Urmas Paet ventilava al capo della diplomazia Ue Catherine Ashton la seria possibilità che i morti di Kiev fossero stati falciati da cecchini al servizio dell’opposizione filoccidentale e non da esponenti delle forze di sicurezza ucraini.

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