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Kiev: è guerra tra nazisti e “destra di governo”

L’uccisione di Muzychko, uno dei caporioni delle bande neonaziste di Pravyi Sektor all’inizio della settimana da parte dei reparti speciali della polizia ucraina ha provocato nel paese un cambiamento degli equilibri politici non indifferente. 

Le squadracce paramilitari delle varie organizzazioni estremiste riunite nell’autunno scorso all’interno della nuova coalizione – da pochi giorni tramutatasi in partito politico – hanno avuto un ruolo fondamentale nell’affermazione violenta dei partiti della destra e dell’estrema destra ucraina e nella destituzione del presidente Yanukovich e del suo governo. Ma ora le nuove autorità di Kiev sembrano voler dare il benservito a Yarosh e ai suoi, o comunque ridimensionarne assai agibilità politica e potere, conquistato nelle regioni a suon di scorribande, aggressioni, intimidazioni e occupazioni di sedi pubbliche.
Perché Pravyi Sektor sta crescendo troppo, numericamente e anche dal punto di vista dell’influenza politica nel paese, togliendo spazi e consensi all’estrema destra in doppiopetto di Svoboda, altrettanto estremista dal punto di vista ideologico ma ora preoccupata di assicurarsi una vasta base di consenso in vista delle presidenziali di maggio. E forse anche perché le continue provocazioni violente degli squadristi armati agli ordini proprio di Muzychko nelle regioni orientali ma anche in quelle occidentali rischia di provocare tensioni e risposte da parte delle autorità e delle popolazioni locali che il debole e già screditato governo di Kiev non è al momento in grado di gestire e tenere sotto controllo.
Fatto sta che dopo l’uccisione del coordinatore di Pravyj Sektor a Rivne e l’arresto di altri capi della stessa organizzazione a Poltava, i reparti speciali della polizia di Kiev, su ordine del Ministero degli Interni, ha fatto irruzione nella sede della Guardia Nazionale, il nuovo corpo di sicurezza istituito poche settimane fa proprio dalla giunta golpista per istituzionalizzare e inglobare le squadracce di EuroMajdan. Ora il governo, ed in particolare il ministro dell’Interno Avakov, ha emesso un ultimatum secondo il quale tutti i gruppi armati presenti nel paese devono sciogliersi e consegnare le armi alle forze di sicurezza.  
Si ripete a Kiev un copione consolidato in fatto di relazioni tra potere e squadracce dell’estrema destra: aizzate, fomentate, finanziate e coccolate quando vi è la necessità di scatenarle contro gli ostacoli che si frappongono al raggiungimento dei propri obiettivi, attaccate e ridimensionate quando gli obiettivi sono raggiunti. Utilizzata per fare il lavoro sporco quando serve, quando diventa troppo ingombrante l’estrema destra viene rimessa in gabbia da chi manovra i fili.

Da parte sua il leader di ‘Settore Destro’, Dmitro Yarosh, tira calci e accusa il governo ucraino di minare e tradire la rivoluzione. Il candidato alle presidenziali del 25 maggio ha fatto appello ai militanti dell’organizzazione – arrivati sembra ad alcune migliaia – affinché si armino e si preparino allo scontro. La morte di «Sashko il bianco» potrebbe essere seguita dall’eliminazione fisica e dall’arresto di altri caporioni delle bande di Pravyi Sektor, che a quel punto faticherebbe a tenere insieme i pezzi. Immediatamente dopo l’uccisione di Muzychko da parte di alcuni agenti – a sangue freddo, denunciano i neonazisti – Yarosh ha chiesto le dimis­sioni del mini­stro dell’interno di Kiev e ha pro­messo vendetta. “Non pos­siamo assi­stere in silen­zio a eventi che minano la rivo­lu­zione” ha rife­rito Yarosh, “per­tanto chie­diamo le dimis­sioni imme­diate del mini­stro dell’Interno Arsen Ava­kov e l’arresto del coman­dante delle Forze Spe­ciali e di Sokol Tali in quanto col­pe­vole di omicidio».
Ma a dimettersi non è stato il potente Avakov, bensì il ministro della Difesa, Ígor Teniuj, in quota Svoboda, che ha rimesso il suo incarico alla Rada Suprema (Parlamento) dopo la pessima figura del suo esercito in Crimea (16 su 18 mila i militari passati con le autorità filorusse) e i feroci attacchi nei suoi confronti da parte di esponenti del partito Udar dell’ex pugile Vitali Klitchko. La maggior parte dei deputati ha votato contro le dimissioni di Teniuj ma il premier ad interim e presidente della Camera Alexándr Turchínov ha comunque scelto il generale Mijaul Koval come nuovo ministro. 

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