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Spagna: la sommossa degli antisommossa (e prove false)

“Siamo tutti Uip” gridavano alcuni, altri intercalavano con “non siamo tutti, mancano i feriti”. Sono alcuni degli slogan gridati ieri da alcune centinaia di agenti di polizia sotto le finestre del commissariato di polizia di Moratalazm nella capitale iberica. Uip sta per Unidades de Intervenciòn Policial, come vengono chiamati i corpi antisommossa della Policia Nacional spagnola. In seicento ieri hanno protestato a gran voce per chiedere le dimissioni del loro comandante generale, di quello di Madrid e del Commissario Generale per la Sicurezza Cittadina della capitale, accusati di aver gestito malamente la repressione della enorme manifestazione che sabato scorso ha inondato la capitale di manifestanti, circa un milione, arrivati da tutto lo stato per dire basta all’austerità, ai tagli, al governo Rajoy e in definitiva alla troika europea.

Mentre loro urlavano ed esponevano cartelli, altri hanno piazzato i loro furgoni davanti all’ingresso del commissariato, suonando ritmicamente i clacson e le sirene. Un vigile urbano che ha tentato di appuntarsi i numeri di targa dei cellulari impropriamente utilizzati è stato sommersa da un’ondata di offese e minacce.

Senza chiedere autorizzazione alcuna e bloccando a lungo il traffico – esattamente quanto in genere giustifica le violente cariche dei membri delle Uip contro gli sfortunati di turno, studenti, sfrattati o lavoratori poco importa – gli agenti guidati dalle sigle sindacali di destra hanno rimproverato ai comandi di averli mandati allo sbaraglio mettendo a rischio la loro incolumità. In effetti da mesi le forze di sicurezza e in particolare i reparti antisommossa sono impegnati in una lunga serie di duri interventi contro le varie proteste che prendono di mira le politiche liberiste e autoritarie del governo Rajoy. Proprio mentre andava in scena la protesta delle Uip, centinaia di loro colleghi facevano irruzione nel campus dell’Università Complutense di Madrid e si impegnavano in una dura caccia ai manifestanti che protestavano contro la controriforma franchista dell’istruzione pubblica nel primo giorno di sciopero generale di scuola e università proclamato con successo dalle organizzazioni studentesche: più di 50 arresti e parecchie decine di giovani feriti e contusi.
Sono tempi di crisi economica, in Spagna, e di straordinari per la le cosiddette forze dell’ordine, chiamate a riportare la calma a suon di manganellate la dove qualcuno alza la testa contro i diktat della troika. Ma i sindacati di polizia – da quelle parti gli equivalenti del Sap e del Coisp si chiamano SUP, CEP, UFP e SIPE – mica lamentano di essere usati impropriamente dal governo per sedare legittime mobilitazioni sociali. Mica rimproverano al governo di essere costretti a difendere i privilegi della classe politica e imprenditoriale a furia di botte contro chi perde la casa o il lavoro. No, al contrario. Sotto le finestre del commissariato di Moratalaz e di fronte ad altri commissariati del paese gli zelanti tutori dell’ordine hanno rimproverato ai loro dirigenti di legare loro le mani e di non permettergli di reprimere adeguatamente i manifestanti descritti come pericolosi criminali assetati del sangue degli uomini in divisa. Negli ultimi giorni i sindacati di polizia ed alcuni esponenti della destra interna al Partito Popolare hanno inondato la stampa di dichiarazione allarmistiche sul carattere violento delle proteste andate in scena recentemente, descritte come veri e propri assalti ai poliziotti e come tentativi di linciaggio. Per dare più corpo alle loro recriminazioni, gli agenti hanno portato in piazza alcuni dei loro colleghi feriti sabato scorso nella battaglia campale provocata proprio dal duro e ingiustificato intervento delle Uip contro una parte del grande corteo sceso in piazza nel giorno delle Marce della Dignità: agenti con le stampelle o con un braccio al collo hanno opportunamente posato a favore di telecamera.

Qualche ora prima, a rinforzo dei propri allarmi sulla pericolosità dei manifestanti e a supporto della richiesta di avere mano più libera nella repressione, quelli della Confederazione Spagnola di Polizia (Cep) hanno anche diffuso prove false, mostrando in rete e durante alcune trasmissioni televisive alcuni oggetti ed armi improprie che, secondo il loro capo, un certo Antonio Labrado, sarebbero stati usati dai dimostranti violenti contro gli inermi poliziotti. Ma le foto delle grandi fionde corredate da biglie di metallo e della ‘stampella-spada’ erano vecchie, e non c’entravano nulla con i materiali sequestrati ai dimostranti arrestati durante le Marce della Dignità. Colto in fallo, Labrado si è giustificato che comunque erano armi improprie sequestrate ai ‘radicali di sinistra’, non importa quando…

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