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Kiev, ora i nazisti si sparano

Tre persone sono rimaste ferite a cause dei colpi di arma da fuoco sparati da un membro del movimento neonazista Settore Destro a pochi passi da Piazza dell’Indipendenza a Kiev, conosciuta fino a qualche settimana fa come ‘euromajdan’ perché occupata da migliaia di sostenitori dell’ingresso dell’Ucraina nella Nato e nell’Unione Europea.

“Un certo Orest di Pravyi Sektor ha aperto il fuoco di fronte al ristorante Mafia vicino a Majdán. Tre persone sono state ferite, due in modo grave” ha informato il Ministro della Difesa Arsén Avákov che all’inizio della settimana scorsa aveva ordinato l’arresto – o secondo altri direttamente l’uccisione – del capo militare delle bande di Settore Destro, Alexander Muzychko, leader delle milizie che hanno tenuto in scacco le forze di sicurezza ucraine rendendo possibile il colpo di stato dei partiti del fronte pro-occidentale. Avakov ha precisato che due dei feriti sono “membri della Autodifese di Majdan”, quindi membri di altri gruppi di estrema destra vicini al partito nazionalsocialista Svoboda al governo, mentre il terzo sarebbe il vicesindaco dell’Amministrazione Comunale di Kiev, Bogdán Dubas. Secondo la ricostruzione ufficiale dei fatti, altri membri delle milizie di Majdan avrebbero cercato di bloccare l’aggressore dopo la sparatoria rincorrendolo in un locale vicino alla piazza, ma alcuni miliziani armati di Pravyi Sektor sarebbero intervenuti a difesa del loro camerata scortato fino all’Hotel Dnipro, da tempo occupato dagli estremisti di destra – così come altri numerosi edifici pubblici, ma anche privati, nella capitale – e divenuto sede centrale del movimento ultranazionalista.
All’alba di oggi però l’hotel all’interno del quale erano asserragliati i miliziani neonazisti è stato circondato dalle forze speciali della polizia ucraina che hanno chiesto loro di deporre le armi e di abbandonare l’edificio, nel qual caso non lo avrebbero preso d’assalto. Qualche ora più tardi, secondo i media locali, il gruppo di estremisti armati ha lasciato l’Hotel a bordo di una camionetta dopo aver abbandonato le loro armi mentre l’autore della sparatoria veniva arrestato dagli agenti e portato via.
L’ennesimo episodio di violenza ha permesso al ministro Avakov e al suo governo di chiedere di nuovo il disarmo immediato di tutte le formazioni armate che non siano state inquadrate nelle forze di sicurezza ufficiali, tra le quali la Guardia Nazionale appositamente creata per assorbire e legalizzare le bande di estrema destra attive negli ultimi mesi contro esponenti del Partito Comunista e del Partito delle Regioni, contro sindacalisti ed esponenti delle amministrazioni locali ed esponenti della comunità ebraiche e di altre minoranze.
Ora la Rada Suprema, il parlamento di Kiev, ha anche votato una risoluzione che esorta il ministro dell’Interno e i Servizi di sicurezza a procedere ad un rapido disarmo dei gruppi che non hanno intenzione di cedere le proprie armi. Nella risoluzione votata dalla camera si fa riferimento alle “sistematiche provocazioni” in corso sia nella capitale Kiev che nel Sud-Est dell’Ucraina, in un evidente riferimento al movimento di estrema destra Pravy Sektor ma anche all’autorganizzazioni di milizie di autodifesa nelle regioni orientali e meridionali del Paese, dove la popolazione russofona e russa chiede la trasformazione del paese in uno stato federale.

La risoluzione per il disarmo dei “gruppi armati illegali” – votata da 256 deputati, con l’astensione di 47 eletti e l’assenza di centinaia di parlamentari – apparentemente ha anche il sostegno della Russia. Ma anche per il governo di destra ucraino i gruppi armati confluiti in Pravyi Sektor, che hanno partecipato attivamente alle proteste filo-Ue, sono diventate ingombranti e incontrollabili.

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