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Pussy Riot in pellegrinaggio da Hillary Clinton

Le Pussy Riot hanno “incontrato il prossimo presidente degli Stati Uniti”, Hillary Clinton. Così in un tweet il gruppo un tempo politico-artistico Vojna (guerra) commenta la foto che ritrae l’ex segretario di Stato americano con Nadezhda Tolokonnikova e Maria Alekhina, le esponenti di quello che a lungo si è spacciato come un gruppo punk antagonista liberate di recente dal carcere grazie a un’amnistia russa e in precedenza condannate per l’irruzione ‘anti Putin’ all’interno della principale cattedrale di Mosca.

Alekhina e Tolokonnikova, che sono in viaggio da fine marzo in vari paesi dell’Occidente e in Europa orientale, hanno visitato Ucraina ed Estonia, ed hanno anche partecipato ad una riunione del Parlamento europeo. Durante la quale hanno approfittato – erano state invitate per questo, ovviamente – per invitare l’Unione europea a imporre sanzioni contro funzionari e uomini d’affari russi, cosa che Bruxelles sta del resto già facendo. La stessa Tolokonnikova ha detto su Facebook di aver invitato l’Ue ad ampliare le sanzioni contro “i funzionari e gli oligarchi di Putin”, fatta salva la popolazione della Russia.

Nella lista delle sanzioni, che le Pussy Riot hanno proposto a un gruppo di membri del Parlamento europeo sarebbe incluso il primo ministro Dmitry Medvedev, il capo della major Rosneft Igor Sechin, l’uomo d’affari Roman Abramovich e il magnate Viktor Vekselberg.

Prima di loro era stata un’altra star delle dissidenza russa prezzolata, Alexei Navalny, ha proposto sanzioni contro l’affarista Gennady Timchenko, gli imprenditori Arkady e Boris Rotenberg, il finanziere Yuri Kovalchuk, il capo delle ferrovie russe Vladimir Yakunin, gli oligarchi Roman Abramovich e Alisher Usmanov, il presidente di Rosneft Igor Sechin e il capo della Gazprom Alexey Miller. Secondo il quotidiano Telegraph, il primo ministro britannico David Cameron non ha escluso che possano essere congelati i beni russi, compresi quelli di Abramovich, patron del Chelsea ed ex governatore della Chukotka, regione artica del nord della Russia. La ironica reazione del miliardario, affidata a Twitter, è stata: “La maggior parte delle mie attività sono state a lungo in Chukotka. Prima di congelarle, vanno scongelate”.

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