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Libia: dopo intervento militare Usa ribelli cedono sul petrolio

Durante la giornata di ieri i ribelli separatisti della Cirenaica hanno annunciato di aver raggiunto un accordo per la riapertura di alcuni porti e terminal petroliferi della regione orientale bloccati dalle loro milizie a partire dalla scorsa estate. 

Senza ancora conferme governative, i ribelli sostengono che l’accordo riguarderebbe la riapertura di due dei tre porti nelle loro mani: si tratterebbe di Zueitina e Hariga. I portavoce del cosiddetto ‘governo della Cirenaica’ non hanno invece fatto alcuna menzione dei terminal di Es Sider né del porto di Ras Lanuf che quindi rimarrebbero nelle sue mani.
I negoziati erano iniziati mercoledì a Brega tra i ribelli delle regioni orientali che rivendicano l’indipendenza della Cirenaica, e rappresentanti del debole governo di Tripoli, nel tentativo di porre fine ad un braccio di ferro che dura da nove mesi e che ha causato il crollo della produzione di greggio libica, precipitata a soli 250.000 barili al giorno contro il milione e mezzo precedente.
A cambiare la situazione sicuramente è stato l’assalto due settimane fa nel Mediterraneo da parte dei Navy Seals degli Stati Uniti contro la petroliera nordcoreana Morning Glory, che aveva caricato greggio da uno dei porti controllati dai ribelli senza che la marina di Tripoli fosse in grado di bloccarla.
Una volta dimostrato chi comanda davvero in Libia – la marina USA – i ribelli probabilmente hanno cambiato strategia nell’impossibilità di poter esportare e vendere autonomamente il greggio estratto nei giacimenti della Cirenaica.
Comunque lunedì scorso, per propiziare il negoziato, il governo aveva ordinato la scarcerazione di tre miliziani ribelli arrestati sulla petroliera assaltata dai marines statunitensi. Inoltre l’intesa raggiunta – questa sera il governo di Tripoli informerà nel corso di una annunciata conferenza stampa – prevede inoltre il pagamento di un compenso ai ribelli di Bengasi,l’abbandono dei capi d’accusa a loro carico e il ritiro della minaccia di un’offensiva militare nella regione.

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