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Venezuela: lo zampino dei paramilitari colombiani

Da sempre il governo venezuelano, irriso dalla stampa internazionale, denuncia il ruolo della destra e dei paramilitari colombiani nei piani di destabilizzazione violenta che negli ultimi due mesi hanno causato nel paese almeno 40 morti, molti dei quali uccisi da colpi di arma da fuoco.

Negli ultimi tempi, naturalmente senza che i media dedicassero alla cosa la dovuta attenzione, numerosi esponenti dell’estrema destra colombiana – imbeccata dalle oligarchie di Caracas e Bogotà, oltre che dalla Casa Bianca – sono stati individuati all’interno delle manifestazioni violente che l’opposizione oltranzista continua a promuovere in alcune regioni venezuelane, in particolare in quelle di frontiera con la Colombia.
Ad esempio lo scorso 4 aprile il Comando Strategico delle Forze Armate Bolivariane (Fanb), Vladimir Padrino López ha informato della cattura nello stato frontaliero di Barinas di Hugo Nuncira Soto, un colombiano ricercato dall’Interpol. “Abbiamo visto lo stile militare e organizzato dei moti violenti nelle città di frontiera. I metodi di guerriglia sono importati, vogliono estendere la violenza in tutto il Venezuela” ha denunciato il dirigente dell’esercito. “Ci sono gruppi di giovani contestatori che non sono affatto studenti e che partecipano alle manifestazioni violente. Il 70% delle vittime sono state raggiunte da colpi di arma da fuoco. Questi gruppi stanno cercando di organizzare una insorgenza armata”.
Lo stesso giorno un altro dirigente delle Fanb aveva informato che un paramilitare colombiano è stato ucciso e 14 persone sono state arrestate durante uno scontro a fuoco con un gruppo di persone nello stato di Tachira, nell’ovest del paese al confine con Bogotà.
Anche il Ministro degli Interni, Miguel Rodríguez, ha informato nei giorni scorsi rispetto alla detenzione di un cittadino di San Cristobal, identificato come Gabriel Reyes, che guidava un gruppo di guarimberos su una barricata, e ricercato dall’Interpol per narcotraffico. Il governo ha accusato il sindaco della località Daniel Ceballos, poi destituito, di essere complice dei moti violenti dell’estrema destra. Ceballos è stato condannato dal Tribunale Supremo di Giustizia a 12 mesi di reclusioni e alla destituzione dal suo incarico di sindaco per non aver rispettato le indicazioni del governo nel contrasto alle bande di guarimberos.
Intanto sul fronte politico il presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, ha accettato “la proposta” fatta dai mediatori dell’Unasur, l’Unione delle nazioni sudamericane, d’incontrare a Caracas “una delegazione dell’opposizione”. Lo ha annunciato lo stesso presidente venezuelano al termine di un incontro con la delegazione Unasur. All’opposizione antichavista Maduro chiederà di lavorare su due programmi: uno “per la pacificazione” l’altro per “gli investimenti e lo sviluppo economico”. “Intendo porre sul tavolo – ha concluso il presidente – i temi centrali che devono essere affrontati congiuntamente da tutto il paese”. 

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