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La Linke a Frau Merkel: “Berlino ha partecipato al golpe in Ucraina?”

Il Primo ministro ucraino, Arseniy Yatsenyuk, sarà ricevuto mercoledì prossimo dalla cancelliera tedesca, Angela Merkel, a Berlino, insieme ai capi di governo di Georgia e Moldavia in un evidente tentativo di stringere il cerchio attorno alla Russia strumentalizzando i sentimenti antirussi diffusi in quei paesi – e sostenuti da conflitti territoriali con Mosca – governati da tempo da una classe dirigente selezionata e imposta dall’Unione Europea e dalla Nato.

Il leader golpista ucraina Yatsenyuk, il Primo ministro georgiano Irakli Garibashvili e il loro omologo moldavo, Iurie Leanca, saranno ricevuti ad una cena per fare il punto sulla situazione nella regione, ha spiegato Christiane Wirtz, portavoce aggiunta del governo tedesco.
Non a caso l’incontro è stato convocato appena dopo le elezioni presidenziali di domani in Ucraina che nelle intenzioni dei golpisti dovrebbero legittimare il loro potere.
Intanto però proprio in Germania tiene banco una polemica che nel resto dell’Unione Europea non ha avuto finora cittadinanza. Una polemica sul ruolo che il governo tedesco ha avuto nella destabilizzazione dell’Ucraina e poi nel golpe che ha estromesso il precedente governo imponendone uno fedeli agli interessi di Bruxelles e Washington. Nei giorni scorsi era stata la grande stampa tedesca, e in particolare il Bild, a confermare che nel paese scosso dalla guerra civile operano alcune centinaia di mercenari della multinazionale statunitense Academi, a cui la giunta ha fatto da subito ricorso dopo il golpe per tantare di prendere il controllo di alcune delle aree del sud est del paese non troppo inclini ad accettare un governo xenofobo e ultranazionalista. Che gli Stati Uniti abbiano avuto un ruolo di primo piano nel regime change cruento di Kiev è risaputo. Ma che anche l’Unione Europea abbia partecipato alla partita continua ad essere negato o sottovalutato anche dalla stampa progressista o euroscettica. Eppure non sono pochi i politici o gli “intellettuali mercenari” europei – basti pensare a Daniel Cohn Bendit e al suo compare Bernard Henry Levy – che hanno attivamente sostenuto EuroMaidan anche facendo la spola con Kiev dove hanno incitato la piazza nazionalista a disfarsi del governo e ad aderire alle “magnifiche sorti” della democrazia e della libertà targati Bruxelles. E poi sostenendo le sanzioni contro la Russia, e l’inclusione di Kiev nel meccanismo militare e di sicurezza dell’Ue, e in certi casi – l’italiana Pinotti – promettendo ai golpisti ucraini truppe in caso di bisogno.
Non è un caso che proprio all’interno della Germania sorga il dubbio che dietro i fatti di Kiev ci sia lo zampino del governo tedesco e dei suoi apparati. Nei giorni scorsi alcuni parlamentari di Berlino, eletti nelle liste della Linke (Sinistra) hanno infatti chiesto al governo di Frau Merkel di ordinare «un’inchiesta indipendente sulla presenza di mercenari in Ucraina» esprimendo la loro inquietudine sull’uso di eserciti privati nella guerra civile in corso nel paese. Inoltre, ed è questo che ci preme sottolineare, i deputati della sinistra tedesca hanno anche chiesto di sapere «se la Germania ha preso parte in qualche modo alla ribellione e al successivo conflitto». Non si tratta di una polemica strumentale o ‘elettorale’. Alla loro richieste i deputati della Linke accludono una serie di documenti e di fatti: «La Cdu ha sostenuto ufficialmente il leader della rivolta Vitali Klichko; il primo dicembre 2013 il presidente del parlamento europeo Martin Schulz ha pronunciato un discorso anti-governativo a Maidan; il 7 dicembre il presidente della commissione degli Esteri dell’europarlamento, Elmar Brok, ha pronunciato un discorso a Maidan in favore di Iulia Tymoshenko; il 29 gennaio Elmar Brok ha tenuto una conferenza stampa al fianco di Klichko in cui si chiedevano le dimissioni del presidente Viktor Yanukovich; il 27 febbraio tre ministri tedeschi hanno negoziato e poi firmato un accordo politico tra il Yanukovich e l’opposizione di Maidan, accordo che è servito a coprire il colpo di Stato; il 25 aprile quattro ufficiali tedeschi che lavoravano per l’Osce sono stati arrestati mentre compivano azioni fuori dal loro mandato nell’est dell’Ucraina, e successivamente cacciati dal Paese». 
Non è un segreto che uno dei tre attuali partito di governo a Kiev, Udar, sia stato partorito grazie all’intervento della Fondazione Adenauer della Cdu tedesca e che il suo leader, l’ex campione di pugilato Klichko abbia la doppia cittadinanza ucraino-tedesca. Non è neanche da dimenticare quanta pressione abbia esercitato il governo tedesco negli ultimi anni affinché la leader del partito Patria, Yulia Timoshenko, in galera per appropriazione indebita e malversazione, fosse scarcerata prima di aver compiuto la sua condanna. Cosa verificatasi proprio in occasione del golpe di fine febbraio. 

Siamo stati giustamente abituati, viste le vicende degli ultimi decenni, ad associare l’imperialismo, i colpi di stato, i complotti per liberarsi di governi scomodi alla politica estera statunitense. Ma è il caso di aggiornare la propria griglia di lettura della realtà, perché l’imperialismo ormai parla anche tedesco e l’Unione Europea persegue una propria espansione ad est e a sud esattamente come Washington ha sempre fatto nel suo ‘cortile di caso’. Costi quel che costi.

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1 Commento


  • Koba

    E alla lista di “intellettuali mercenari” (presuntamente progressisti) oltre ai già citati Daniel Cohn Bendit e Bernard Henry Levy, bisogna aggiungere anche Slavoj Zizek che ha definito “eroi” i golpisti di EuroMaidan.

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