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Sgomberato e demolito il Can Vies, terza notte di scontri a Barcellona

Per la terza notte consecutiva, il quartiere di Sants a Barcellona ha visto le sue strade trasformarsi in un campo di battaglia. L’innalzamento della tensione è stato provocato dallo sgombero e dalla demolizione, lunedì, del centro sociale Can Vies, storica occupazione nata ben 17 anni fa e che ha cessato anche materialmente di esistere quando i Mossos d’Esquadra – la polizia autonoma catalana – hanno assaltato l’edificio e vi hanno fatto irruzione, portandosi via dodici giovani occupanti, alcuni dei quali si erano barricati o incatenati all’interno nell’estremo quanto inutile tentativo di bloccare lo sgombero. Già dopo il violento blitz delle forze dell’ordine nel quartiere si erano verificati duri scontri tra i Mossos e gruppi di giovani al termine del corteo convocato in serata contro lo sgombero e due attivisti erano stati arrestati. Durante gli scontri una unità mobile della televisione TV3 era stata incendiata e completamente distrutta dai dimostranti che hanno poi eretto barricate in diverse vie del quartiere attaccando banche, cabine telefoniche e fermate dei bus. 

Al centro sociale la magistratura aveva intimato lo sgombero dei locali lo scorso aprile, ma poi l’ultimatum era stato prorogato fino alla fine di maggio nel tentativo di raggiungere un accordo con il Comune di Barcellona che alla fine non è arrivato. Gli occupanti hanno rifiutato due settimane fa la proposta dell’amministrazione locale di abbandonare volontariamente l’edificio in cambio di un altro spazio da gestire però con altre realtà associative del quartiere. Poi lunedì lo sgombero, fortemente criticato sia da ERC (Sinistra repubblicana catalana), sia dalla CUP (sinistra radicale indipendentista) sia dalla Federazione delle Associazioni di quartiere.
Gli scontri tra alcune centinaia di persone e gli agenti della Brigata Mobile dei Mossos sono continuati anche martedì e mercoledì sera. La notte scorsa ben 30 dimostranti sono stati arrestati e 14 feriti, aggiungendosi così ai sei fermati ieri e ai due di lunedì sera.
Ieri circa un migliaio di persone si erano concentrate davanti alla sede dell’ex centro sociale a Plaça de Sants, e per circa mezz’ora hanno protestato contro la decisione del comune facendo rumore con le pentole. Poi per dare man forte ai dimostranti si sono aggiunte altre centinaia di attivisti provenienti dal resto della città e il presidio si è trasformato in un corteo che ha sfilato fino alla sede del municipio di Sants, fortemente blindato dai reparti antisommossa. Quando alcuni gruppi di giovani incappucciati hanno cominciato a incendiare alcuni cassonetti sono partite le cariche e il corteo si è dovuto disperdere. I Mossos hanno utilizzato per le cariche, oltre ai manganelli, anche i blindati ed hanno utilizzato contro i dimostranti pallottole di gomma e granate stordenti. Ma molti gruppi di attivisti sono rimasti in zona per continuare la protesta contro lo sgombero del Can Vies nelle labirintiche strade del quartiere, e per varie ore si sono susseguito nuove cariche ed una vera e propria caccia all’uomo. Già durante il pomeriggio Sants era incredibilmente militarizzato, raccontano i media locali, e l’autorità di pubblica sicurezza aveva anche ordinato la chiusura di due stazioni della metropolitana per ostacolare l’arrivo nel quartiere dei dimostranti che hanno comunque ricevuto un forte appoggio da parte dei residenti, che in più occasioni hanno gridato slogan da finestre e balconi contro la polizia battendo anch’essi le pentole e altri oggetti metallici. Ieri manifestazioni di solidarietà con gli attivisti oggetto della repressione si sono tenute anche in altre città catalane come Lleida, Girona e Tarragona.
Di proprietà della TMB, l’impresa che gestisce i trasporti pubblici di Barcellona, il Can Vies era stato occupato nel 1997 da diversi gruppi della sinistra radicale che lo avevano fatto diventare un luogo molto popolare della città, organizzando concerti, proiezioni di film, corsi di formazione ed altre attività culturali.
Al suo interno negli ultimi anni avevano preso vita importanti realtà culturali e associative della città, tra le quali la libreria Ciutat invisible (http://laciutatinvisible.coop/), e il settimana di controinformazione La Directa (http://www.directa.cat/).

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