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Spagna: la ‘sorpresa’ di Podemos

Podemos è stata, senza dubbio, la maggiore sorpresa scaturita dalle Elezioni Europee in Spagna. Il suo nome, anche se può sembrare abbastanza indefinito, si riferisce allo slogan più ascoltato durante le mobilitazioni del 15M (quelle etichettate dai media come degli ‘indignados’, ndt), “Si se puede” (si, si può). Cerca di esprimere la volontà che le rivendicazioni del 15M possano trasformarsi in realtà.

In primo luogo, dobbiamo chiarire che questa esperienza non si può inquadrare nella categoria che viene chiamata “euroscetticismo” e non ha niente a che fare con UKIP britannico o progetti simili.  E questa nuova formazione non ha nessuna relazione neanche con la lista guidata da Beppe Grillo in Italia. Podemos è un gruppo politico di sinistra, forse di sinistra moderata. E’ anche possibile che, in maniera intenzionale, non si sia voluto includere il termine “sinistra” nel suo nome, con una decisione di carattere tattico. Ma nonostante questo il suo programma e le sue dichiarazioni si possono inquadrare nell’ambito di una certa “socialdemocrazia di sinistra” molto simile a Izquierda Unida.

Per analizzare la nascita di Podemos, dovremmo citare vari fattori: in primo luogo il grande slancio derivante dal 15M, con l’attivizzazione di molti nuovi militanti che mancavano di una formazione politica e che la assimilarono in corso d’opera. Questo impulso Izquierda Unida non lo ha saputo canalizzare, rinchiusa com’era nell’istituzionalismo e nelle lotte interne per il controllo dell’apparato. La mancanza di capacità da parte di Izquierda Unida di raccogliere e capitalizzare l’esperienza del 15M è una delle cause fondamentali della nascita di Podemos.

Per quanto riguarda coloro che hanno dato vita a quest’esperienza dobbiamo dire che, in primo luogo, si tratta basicamente di due gruppi distinti. Il primo composto da vari giovani professori della Facoltà di Scienze Politiche della Complutense de Madrid: Pablo Iglesias, Juan Carlos Monedero e Iñigo Errejón. La maggioranza di questi professori sono stati consiglieri nel Venezuela bolivariano ed hanno conosciuto da vicino le esperienze di Ecuador e Bolivia. Monedero è stato anche consigliere di Gaspar Llamazares (rappresentante di un settore moderato all’interno di Izquierda Unida). L’altro gruppo promotore di Podemos è stato il partito Izquierda Anticapitalista (equivalente di Sinistra Anticapitalista in Italia) che dopo un periodo di militanza all’interno di IU era uscito da questa organizzazione. Dall’accordo tra questi due gruppi, e dalla volontà di raccogliere le aspirazioni del 15M è nato il nucleo originario di Podemos.

Al gruppo promotore, successivamente si sono sommate molte persone a titolo individuale, specialmente giovani che provenivano dall’esperienza del movimento 15M. Hanno partecipato anche militanti comunisti senza partito o aderenti a una piccola forza, nata da una scissione del PCPE, il cosiddetto Partido de los Trabajadores Democrático (Partito Democratico dei Lavoratori). E poi si sono aggiunti piccoli gruppi troskisti come ‘En Lucha’, mentre altri come Corriente Roja (equivalente in Italia del PDAC) si sono rifiutati di aderire perché il programma di Podemos non era sufficientemente operaista e non metteva esplicitamente in discussione l’Euro.

E’ interessante definire a grandi linee l’identità politica dei professori che hanno dato vita a questo gruppo politico e, soprattutto, della figura carismatica e mediatica che guida il progetto: Pablo Iglesias. In alcune occasioni Pablo Iglesias, che è stato anni fa militante della Gioventù Comunista, si è definito come comunista, anche se è necessario chiarire che si tratta di un comunista eterodosso. I suoi riferimenti più importanti sono Gramsci e Machiavelli, anche se è passato per una tappa, nella sua carriera universitaria, in cui sembrava essersi avvicinato alle posizioni dell’Autonomia e di Toni Negri. Si tratta di un politico pragmatico, molto intelligente e favorevole all’uso di tutti i mezzi disponibili per realizzare i suoi obiettivi. Per quanto riguarda Monedero, si tratta di un intellettuale che durante la sua militanza in IU apparteneva al settore moderato, anche lui è influenzato da Gramsci, e le sue esperienze con i governi latinoamericani gli hanno fatto sviluppare una teoria secondo la quale in Europa sarebbe possibile combinare politiche di sinistra con il Mercato.

Qual è la base del successo elettorale di Podemos? In primo luogo occorre dire che ha saputo scegliere il momento politico nel quale l’indignazione contro i tagli dettati dalla Troika e gestiti dal governo Rajoy era molto diffusa e, anche, connettere questa indignazione con molti attivisti che non si identificavano con i partiti ‘tradizionali’. C’è una questione di strategia che è fondamentale per comprendere questo successo elettorale: la decisione di Pablo Iglesias di partecipare ai dibattiti politici organizzati da varie televisioni private, e questo anche molto prima dell’inizio della campagna per le elezioni europee. Questa partecipazione, con un linguaggio chiaro, diretto e con alcuni accenti populisti, con la denuncia di quella che viene definita la ‘casta dei politici’, ha fatto sì che Pablo Iglesias si sia convertito in una figura altamente mediatica diventando uno dei candidati più conosciuti e meglio giudicati. Questa abile strategia di utilizzo dei media del sistema, che forse hanno sottovalutato il rischio che comportava dare troppo spazio a Podemos, è stata fondamentale per il risultato di Podemos.

Il programma di Podemos, più centrato sulle questioni interne spagnole che sul piano europeo, e molto incentrato sulla denuncia della corruzione, non era molto diverso da quello di Izquierda Unida e forse è stato caratterizzato dalla fretta e dall’influenza degli ideologi di Izquierda Anticapitalista come Michel Husson. In nessun momento si è parlato della fuoriuscita dall’Eurozona o di mettere in dubbio l’appartenenza spagnola all’Unione Europea. Al contrario, si è sempre difesa la possibilità di un cambiamento sociale e di sinistra delle politiche comunitarie. Rispetto alla questione del debito Podemos ha difeso la realizzazione di un audit, uno studio della composizione del debito, e il non pagamento della parte del debito da considerarsi illegittimo. Il suo programma propone anche che la Banca Centrale Europea sia controllata dal parlamento di Strasburgo.

Per quanto riguarda le questioni interne, Podemos propone la deroga delle controriforme del lavoro, la deroga della riforma delle pensioni, la giornata lavorativa di 35 ore, il pensionamento a 60 anni, la progressività fiscale e la lotte contro la corruzione, la Tobin Tax, il recupero del controllo pubblico dei settori strategici dell’economia, un freno agli sfratti e allo strapotere delle banche nel settore immobiliare, la limitazione degli incarichi e un tetto ai salari dei dirigenti pubblici, la soppressione dell’immunità per deputati e senatori.

Il risultato elettorale è stato spettacolare, l’8% e 5 deputati dopo soli 4 mesi di esistenza, e in alcune zone del paese il risultato è stato anche più alto. Nella regione di Madrid Podemos ha superato il 10% ed è stato il terzo partito più votato, più di Izquierda Unida e dei liberali di UPyD. IU dovrebbe riflettere sui risultati di Podemos e agire di conseguenza. Nonostante questo straordinario risultato però, dobbiamo dire che Podemos è un progetto in costruzione, e che sia il versante organizzativo sia quello ideologico e programmatico sono assai deboli, e che i buoni risultati sono stati la conseguenza di vari fattori più che della buona organizzazione e di una definizione politica sufficientemente concreta. Adesso Podemos ha di fronte a sé molte sfide da affrontare, ad esempio uscire da una certa indefinitezza ‘studiata’, o di non confondere il Blocco Storico di Gramsci con il blocco elettorale, e non cadere nelle braccia di Izquierda Unida.  Dovrebbe anche cominciare a lavorare all’interno del movimento dei lavoratori nel quale non gode di alcuna presenza. Si tratta di un progetto aperto che ha generato molta aspettativa all’interno del cosiddetto ‘popolo della sinistra’, ma ora occorre svilupparlo, limare i suoi difetti e le sue carenze e avanzare in una migliore definizione. Da questo dipenderà se l’aspettativa generata diverrà realtà oppure verrà tradita. 

Traduzione dal castigliano ad opera della Redazione di Contropiano

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