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Ucraina: insorti abbattono elicottero militare, nove morti

Teoricamente in Ucraina è in vigore un cessate il fuoco tra le truppe governative e le milizie di autodifesa delle Repubbliche Popolari. Ma in realtà si combatte ancora e su alcune località dell’est del paese i bombardamenti dell’aviazione e dell’artiglieria sulle postazioni degli insorti sono continuati anche nelle ultime ore, mentre in molte città assediate, in particolare a Slaviansk, decine di migliaia di cittadine sono da giorni senza acqua né elettricità e l’emergenza umanitaria è sempre più grave.

Ed oggi i combattenti antigolpisti hanno messo a segno un nuovo attacco contro l’aviazione golpista, abbattendo un elicottero delle forze armate ucraine – un Mi-8 – sul quale viaggiavano 9 soldati che, secondo quanto ha affermato il portavoce dell’esercito di Kiev Vladislav Selezniov, sarebbero tutti morti nello schianto.

Certo un duro colpo per i negoziati partiti nei giorni scorsi e che coinvolgono praticamente tutte le grandi potenze oltre ai rappresentanti delle forze nazionaliste e di destra ucraine che si sono impossessate del potere destituendo il presidente eletto Yanukovich.
La diplomazia internazionale cerca di puntellare il piano di pace lanciato sabato scorso da Petro Poroshenko e composto di 14 punti. Se da un lato a Kiev è il ministro degli esteri tedesco Frank Walter Steinmeier a portare il sostegno dell’Unione Europea all’Ucraina, dall’altro Vladimir Putin è in arrivo a Vienna, dove questa sera, dopo gli incontro pomeridiani con il presidente austriaco Heinz Fischer e il cancelliere Werner Faymann, incontrerà il presidente di turno dell’Osce, lo svizzero Didier Burkhalter.
La mediazione dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa è uno dei punti centrali del processo di pacificazione, dopo l’ok degli insorti alla tregua arrivato ieri sera, quasi improvvisamente, da Donetsk.
Dopo i primi approcci poco pubblicizzati dietro le quinte, si è arrivati ieri al primo incontro, al quale hanno partecipato come mediatori il discusso ex capo di stato ucraino Leonid Kuchma (un uomo di Washington a tutti gli effetti), l’ambasciatore russo a Kiev Mikhail Zurabov, i deputati del Partito delle regioni Nestor Shufrich e Oleg Tsariov (l’ex forza di governo a Kiev spodestata dai golpisti) e il leader del movimento politico Scelta Ucraina Viktor Medvedchuk; per l’Osce era presente Heidi Tagliavini, mentre gli insorti sono stati rappresentati da Aleksandr Borodai, attuale  capo del governo della Repubblica popolare di Donetsk.
Poroshenko, per cercare di arrivare a un compromesso con la Russia, ha resuscitato l’ex presidente Kuchma, caduto in disgrazia alcuni anni fa anche a causa delle accuse sul suo coinvolgimento nell’omicidio del giornalista Georgi Gongadze.
Intanto sulla situazione in Ucraina Vladimir Putin a Vienna ha affermato che la tregua di Petro Poroshenko «non basta».«Non ha senso chiedere ai separatisti dell’est di deporre le armi senza che prima non lo faccia Pravi Sektor», ha detto Putin, e la revoca del permesso all’uso di truppe nell’est Ucraina annunciato ieri «non significa che Mosca non continuerà a difendere gli interessi dei russofoni».

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