Menu

Grecia. La troika: “privatizzate l’azienda elettrica”, precettati i lavoratori

Il Genop, il sindacato dei dipendenti della Dei, l’azienda pubblica greca che produce elettricità, ha annunciato la fine dello sciopero di 48 ore che la stessa organizzazione aveva proclamato contro la privatizzazione di una parte della società decisa dal governo Samaras che a sua volta – e in seguito alla decisione del tribunale di Atene di dichiarare illegale e arbitraria l’astensione dal lavoro – aveva proceduto alla precettazione dei dipendenti della Dei. Nei giorni scorsi a causa della protesta sono state messe fuori servizio 13 centrali termoelettriche in tutto il Paese per una produzione totale di 2.500 Megawatt.

La svendita ai privati del 30% dell’azienda elettrica è già stata definita dai rappresentanti dell’Unione Europea una delle riforme strutturali indispensabili che la Grecia deve adottare per proseguire sulla via del risanamento economico. “Non permetterò a populisti fanatici e a coloro che creano false impressioni nel popolo greco di impedire le riforme strutturali necessarie” aveva tuonato da Strasburgo il premier Antonis Samaras, conscio del fatto che finora a nessun governo è riuscita la privatizzazione dell’azienda elettrica, grazie alla strenua resistenza dei lavoratori e degli enti locali. Ma il Fondo ellenico per le privatizzazioni (Hellenic Republic Assset Development Fund) è riuscito recentemente a portare a termine la vendita del 100% del vecchio aeroporto di Atene Hellenikon, ceduto per 915 milioni di euro alla società immobiliare Lamda development, dopo la messa sul mercato del prestigioso albergo di stato, Astir Palace, venduto alla società immobiliare Jermyn Street Real Estate per 400 milioni di euro e la vendita del 66% della società di distribuzione del gas, Desfa, alla Socar – ente pubblico dell’energia dell’Azerbaijan – per 400 milioni di euro.
“Siamo stati precettati perché ci siamo opposti alle scelte del governo dei memorandum”, sostengono i dipendenti della Dei che hanno invitato la Gsee, uno dei due maggiori sindacati che rappresenta i lavoratori del settore privato, ed altre organizzazioni sindacali ad “adottare iniziative comuni per impedire le scelte politiche e le decisioni del governo”. Da parte sua Syriza, il partito di sinistra e maggiore forza d’opposizione all’esecutivo formato dai socialisti del Pasok e dalla destra di Nea Dimokratia, si dichiara ottimista per quanto riguarda la possibilità di ottenere dal parlamento l’indizione di un referendum che, secondo i partiti dell’opposizione, potrebbe bloccare la privatizzazione del 30% della Dei.
Intanto giovedì ad Atene arrivano per l’ennesima volta i rappresentanti della troika (Ue, Bce e Fmi) a imporre per l’ennesima volta la loro linea a scapito dei cittadini e dei lavoratori greci. L’ispezione della troika dovrebbe concludersi, secondo i media, entro il 17 luglio. Per cercare di stemperare gli animi e far accettare ai lavoratori greci nuovi sacrifici, i rappresentanti dell’UE – Paul Tomsen (Fmi), Clauss Mazuch (Bce) e Declan Costello (Ue) – hanno promesso che discuteranno con i responsabili ellenici della possibilità di alleggerire la pressione fiscale, attraverso la riduzione del 50% della tassa straordinaria di solidarietà per il 2015 e la sua abolizione dal 2016 e la riduzione della tassa sul gasolio da riscaldamento. Dovrebbe anche essere mantenuta la riduzione del’Iva al 6,5% sulla ristorazione con l’obiettivo di attirare i turisti.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *